Pietro Gandetto: Col tempo ho imparato a trasformare le critiche distruttive in “medaglie”

Pietro Gandetto, dopo il successo ottenuto la scorsa estate con la frizzante hit “Come Banditi”, torna con il suo ultimo singolo “Ora sono qua”, un brano molto suggestivo. Un canzone scritta col cuore, che possiamo definire una ballad “intensa”, profonda, viscerale.

Un vero e proprio manifesto della determinazione che scioglie grazie al fuoco dell’amore, il gelo che attanaglia il cuore di chi si sente incompreso. E’ una canzone-benzina che una volta ascoltata trasforma l’oscurità e le incertezze, i timori e la paura di non farcela o di non essere all’altezza in luce e vittorie.

Pietro Gandetto, due ragazzi che si guardano nell'ombra con lo sfondo di una finestra al buio

Quattro chiacchiere con Pietro Gandetto

Come nasce “Ora sono qua”?

Ciao, anzitutto grazie per questo spazio. “Ora sono qua nasce” come ogni brano dalla voglia di raccontare una storia con la musica. Non sempre è tutto autobiografico sennò bisognerebbe vivere milioni di vite. Ma in questo caso ci sono spunti autobiografici.

A cosa si riferisce quando nella canzone parla delle critiche della gente che si trasformano in medaglie?

Parlo delle delusioni che inevitabilmente si incontrano sempre facendo un lavoro in cui si è esposti. Purtroppo è pieno di persone frustrate che sfogano la propria frustrazione sul lavoro altrui. Col tempo ho imparato a trasformare le critiche distruttive in “medaglie” nel senso che ciò che ci caratterizza, e che a molti non piace, a volte è proprio una dote, una caratteristica da valorizzare.  E non parlo della musica, parlo in generale della vita.

Quale è il sogno di cui parla nel testo?

Il sogno è quello che ognuno di noi ha per sé stesso. È fondamentale avere sempre i cassetti pieni di sogni, perché senza sogni la vita sarebbe una noia totale! Bisogna sempre credere in qualcosa e fare di tutto per raggiungerla.

Chi gli diceva “impara a vivere”?

Nessuno lo diceva a me. Impara a vivere è una metafora. È la risposta che darei io a chi tenta di umiliare gli altri.

Quanto conta la passione per Pietro?

La passione è la chiave di tutto. Se non c’è passione meglio stare a casa. La passione è quella cosa vedi brillare negli occhi di chi ama quello che fa. È un’energia bellissima e contagiosa.

Ti occupi di musica a tempo pieno?

Sono musicista e avvocato e mi divido tra queste due attività. Sono due parti di me che coltivo da sempre.

Citazione preferita?

Cura d’esser chi sei, che ti amino o meno” (Ferdinando Pessoa)

Percorso artistico, Hai frequentato il conservatorio?

Ho iniziato a 6 anni a cantare e poi a 7 anni pianoforte. Conservatorio sì, e tanta gavetta in teatro, produzioni teatrali, eventi, piano bar, ho cantato davvero tante cose diverse e tutto è servito per esser quello che sono adesso. La musica classica mi è servita per darmi un metodo di studio. E la musica leggera invece ti da la libertà di espressione, ti rende più libero nel canto.

Consigli da dare ai lettori dell’articolo in merito al discorso musica

Consiglio di inseguire i propri sogni e di studiare perché diventino realtà. Se ogni giorno facciamo una cosa con costanza e impegno, diventiamo quella cosa. 

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Fabia Tonazzi
Fabia Tonazzi
Fabia Tonazzi si laurea nel 2011 in “Scienze dell’informazione” presso l’Ateneo Aldo Moro di Bari e da quel momento in poi decide di dedicarsi alla comunicazione e al mondo del social media consapevole del suo amore verso i libri e la scrittura.Dal 2011 in poi cominciano le collaborazioni con varie testate giornalistiche on-line oltre che radiofoniche per alcune emittenti come speaker. Giornalista pubblicista dal 2014 scrive sul suo sito www.passionevera.it intervistando cantanti, scrittori, artisti promuovendo la cultura.