Catcalling: commenti indesiderati non sono complimenti

Catcalling, ovvero quando “dalle macchine per noi, i complimenti del playboy” non sono graditi e diventano molestia.

Bisognerebbe, al giorno d’oggi, far chiarezza sul significato di molte parole. Comprendere che fischi, commenti e avance sessuali indesiderati sono vere e proprie molestie. Sarebbe opportuno spiegare la differenza tra un complimento e l’abuso verbale.
Ad affrontare questo argomento, qualche giorno fa, è stata Aurora Ramazzotti, figlia del noto cantante Eros e di Michelle Hunziker.

La giovane ragazza ha denunciato, tramite Instagram, un fatto che ha vissuto personalmente, accaduto qualche giorno fa. Ha, quindi, iniziato a parlare di catcalling generando sul web enormi dibattiti (guarda il video).

Il catcalling

L’espressione catcalling, deriva dal termine “catcall”.

Il “catcall” è uno strumento che, nel diciassettesimo secolo, veniva utilizzato nei teatri in Inghilterra e che produceva un suono stridulo paragonabile al verso di un gatto arrabbiato. Lo scopo era proprio quello di far esprimere al pubblico la loro disapprovazione.

Mettiamo un attimo da parte l’inglese e capiamo meglio questo fenomeno che, in questi giorni, sta spopolando sul web.

Il termine catcalling comprende fischi, advance sessuali e commenti indesiderati in qualsiasi area pubblica, nei confronti di una donna.

Secondo diverse ricerche condotte dalla Connell University,la percentuale di donne che subiscono catcalling è davvero elevata. Questi dati vengono spesso sottovalutati senza far caso alle conseguenze che si vanno a creare.
In Italia, infatti, a causa di questi episodi, una donna su dieci salta un giorno di lavoro o arriva in ritardo, e il 16% rifiuta addirittura offerte lavorative. Considerando, anche, che più della metà ha paura ad uscire la sera o a vestirsi in un determinato modo. Donne che addirittura sono costrette a cambiare casa o città.

catcalling - il post di instagram che dice" In Italia il 79% delle donne subisce catcalling e questo ha conseguenze" con una donna vestita con maglietta bianca e gonna azzurra, di schiena, e due uomini che la guardano

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“Molti uomini minimizzano il fenomeno del catcalling. Le donne scambiano i complimenti per molestie! Sostengono. Può accadere, ma è raro. Un fischio per strada non è mai un complimento. E’ un’aggressione sorridente e vigliacca”, afferma Beppe Severgnini, giornalista italiano.

Tutte queste molestie vengono spesso sottovalutate portando così a spiacevoli conseguenza dal punto di vista psicologico.

L’abuso verbale non è un complimento

Sminuire questo tipo di molestie facendole passare per complimenti, seppur volgari, ha portato evidenti conseguenze andando a toccare l’autostima di coloro che li subiscono e a limitare fortemente la loro libertà.

Le donne che subiscono catcalling provano una forte rabbia. Spesso, si sentono costrette a non reagire perchè la paura di chi si ha davanti annulla qualsiasi tipo di risposta. Ci si sente sporche e inutili al pensiero che il corpo sia solo un oggetto del quale poter commentare a piacimento. Una donna che subisce catcalling è vittima di enormi sensi di colpa. Una delle peggiori sensazioni che un essere umano possa provare.

Se mi fossi vestita in un altro modo non sarebbe successo“. E’ questa la frase che si sente spesso dire. Non è assolutamente accettabile, al giorno d’oggi, che un capo di abbigliamento possa dare o meno l’opportunità di essere oggetto di molestia.
Ed è questa la sottile ma non banale differenza tra un abuso verbale e un complimento.

Reato o no?

In alcuni paesi il catcalling, conosciuto anche come stree harassment, è punito in modo severo. Le pene possono andare dalla semplice multa fino ad arrivare alla reclusione, come nelle Filippine. Nel 2019, infatti, nelle Filippine, il Safe Space Act è diventata una legge.

Citiamo testualmente:

“La legge sugli spazi sicuri definisce le molestie sessuali basate sul genere nelle strade, negli spazi pubblici, online, nei luoghi di lavoro e negli istituti di istruzione e formazione.
La legge penalizza ogni forma di molestia sessuale nelle strade e negli spazi pubblici, nonché negli spazi online. Rafforza inoltre i meccanismi amministrativi contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro e negli istituti di istruzione e formazione. Un’altra caratteristica saliente della legge è che riconosce che le molestie sessuali possono essere commesse anche tra coetanei, o da uno studente a un insegnante o un tirocinante a un formatore.”

In Francia, invece,il molestatore che rivolge complimenti indesiderati per strada o su mezzi pubblici, viene immediatamente multato.

E in Italia? In Italia, purtroppo,non è così.

Nel nostro paese il catcalling non è definito reato perchè l’ordinamento giuridico ha difficoltà nel riuscire ad inquadrarlo.

Chi rivolge, quindi, commenti indesiderati viene considerato semplicemente un corteggiatore zelante ma non pericoloso. Nessuna legge prevede che invece questo possa violare la dignità femminile.

La figura del maschio latino, purtroppo, vince ancora sul buon gusto e sul ripetto del genere femminile.


Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.