Cinghiali in città: quelli catturati dove vanno a finire?

Si torna a parlare di cinghiali in città. Chi abita o era a Roma domenica scorsa, nei pressi di Villa Doria Pamphilj avrà assisitito allo schieramento di carabinieri e polizia municipale, davanti l’ingresso su via di San Pancrazio. Un frequentatore riferisce di aver saputo che la “battuta” riguardava “11 cinghiali, 3 adulti e 8 cuccioli, circondati dai carabinieri“.

Lo comunica l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), il cui Ufficio legale è pronto a chiedere l’accesso agli atti per essere informati nel dettaglio sulle procedure seguite e sul destino degli animali.

Domenica, alla prima chiusura dei cancelli, il presidente del Municipio Roma 12, Elio Tomassetti, ha dichiarato: “Sono subito intervenuti il personale della Asl, la polizia locale e la polizia della città metropolitana per cercare di isolare gli esemplari e portarli altrove“.

L’Oipa chiede se sia salva la vita dei cinghiali del più grande parco pubblico romano e, in tal caso, auspicato, dove saranno trasferiti.

Cinghiali in città: prevenzione e non persecuzione

L’associazione torna a chiedere alle istituzioni un’azione di prevenzione e non di persecuzione di una specie che si sta presentando nei centri abitati solo a causa di una scorretta gestione del territorio.

Per arginare il fenomeno la politica dovrebbe adottare azioni di prevenzione come la pulizia del territorio, la corretta raccolta dei rifiuti, l’uso di dissuasori, fino alla sterilizzazione farmacologica, oggi allo studio del Ministero della Salute”, ribadisce il responsabile Fauna selvatica dell’Oipa, Alessandro Piacenza. “Quanto agli esemplari che si vogliono ‘rimuovere’ dall’abitato, chiediamo che siano trasferiti in rifugi e santuari e non abbattuti, nel rispetto della loro vita e anche dell’articolo 9 della Costituzione che tutela anche gli animali“.

Sguinzagliare i cosiddetti “selettori” fuori e dentro i parchi anche protetti e, da ultimo, persino nelle zone urbane è un’inutile caccia alle streghe. Gli abbattimenti non sono la soluzione al problema della proliferazione dei cinghiali, ma la causa. Lo attestano etologi, zoologi, naturalisti.

Il problema della presenza dei cinghiali nei centri urbani è dovuta a una scorretta raccolta dei rifiuti: dov’è attuata la raccolta porta a porta i cinghiali non si presentano negli abitati. Inoltre, ancor più a monte, vi è la politica dei ‘ripopolamenti’ degli anni passati: i cinghiali che popolano oggi l’Italia, più grandi e prolifici degli autoctoni, sono stati introdotti dai paesi dell’Est Europa a uso e consumo dei cacciatori, cui ora si ricorre per risolvere un problema che loro stessi hanno determinato“, conclude Piacenza.

caccia al cinghiale - un cinghiale in una piazza italiana
Cinghiali in città

La dichiarazione del Presidente Nazionale di Legambiente

L’emendamento al testo della legge di Bilancio approvato nelle scorse ore nella V Commissione Bilancio, Tesoro, Programmazione della Camera dei deputati che prevede la possibilità di abbattimento della fauna selvatica anche in contesti urbani e nelle aree protette – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambientedi fatto stabilisce una vera a propria deregulation venatoria.

Nonostante si basi sul pretesto del controllo faunistico non ha nulla a che vedere con una seria gestione del tema, oltre ad essere del tutto estraneo alla natura stessa di una legge di Bilancio e a presentare forti vizi di incostituzionalità. Si tratta di un provvedimento dannoso, inapplicabile e in contrasto con la Direttiva Comunitaria Habitat, con la Strategia UE sulla tutela della biodiversità e con gli orientamenti emersi dalla recente COP 15 di Montreal-Kunming”.

Le criticità

Legambiente elenca tre punti critici che la norma proposta andrà a creare: il primo riguarda il fatto che, tale provvedimento, vuole consegnare nelle mani di chi ha creato il problema, cioè il mondo venatorio e degli armieri, la risoluzione del problema stesso. A fallire in questi anni è infatti stato proprio il ricorso a pratiche venatorie, utilizzato come unico modello di contenimento della fauna. Inoltre, l’approccio venatorio alla base del provvedimento, il cui fine ultimo è creare aspettative di sicurezza e incolumità pubblica delle persone, in realtà lascia spazio alla più assoluta insicurezza e ad un clima di forte allarme sociale.

Un secondo punto critico è il considerare le aree protette come luoghi di mattanza: la norma, confusa e inapplicabile, apre una pericolosa deregolamentazione – oltre che nelle aree urbane – proprio nei Parchi e nelle aree protette dove è vigente la legge 394 del ‘91. Non si rafforzano i presidi della cultura scientifica del nostro Paese, ma anzi si esclude ISPRA da un percorso autorizzatorio che dovrebbe invece essere improntato sull’evidenza scientifica nella risoluzione dei problemi.

Infine, il fatto che il Piano straordinario previsto come modifica alla legge 157 del 1992 è del tutto irrealizzabile: aprendo la caccia in qualsiasi periodo dell’anno e a qualsiasi specie, esso viola non solo le norme nazionali, ma anche costituzionali (in particolare l’art. 9 della Costituzione, recentemente modificato in chiave di tutela degli ecosistemi e della biodiversità, anche nell’interesse delle future generazioni). A ciò si sommano le violazioni delle Direttive Comunitarie che apriranno la strada a contenziosi e a procedure di infrazione per violazione del diritto comunitario.

Legambiente caccia al cinghiale - un cinghiale scuro
Cinghiali in città: quelli catturati dove vanno a finire?
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”