I creatori dell’Egitto eterno: Scribi, artigiani e operai nella mostra di Vicenza

Centottanta reperti originali, tre installazioni multimediali, quattro curatori e due prestatori di eccellenza: il Museo Egizio di Torino e il Museo del Louvre di Parigi. Questo è il biglietto da visita della mostra I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone, aperta fino al 7 maggio 2023 nella Basilica Palladiana di Vicenza .

Guarda con i tuoi occhi tutti i mestieri e tutto quello che è stato scritto, e vedrai che le parole che ti ho detto sono eccellenti. […] Diventerai uno scriba e te ne andrai per la casa della vita, diventerai come un baule di libri […]”. Sono le parole che lo scriba Amennakht dedica, in un testo sapienziale noto come “L’insegnamento di Amennakht”, al suo allievo. Quella di Amennakht è solo una tra le tantissime testimonianze che emergono dalla operosa e colta comunità di Deir el-Medina. Un villaggio fondato intorno al 1500 a.C. sulla riva ovest del Nilo, di fronte all’attuale città di Luxor, e destinato a ospitare gli artigiani qualificati (e le loro famiglie), che ebbero il compito di costruire e decorare le tombe reali della Valle dei Re e
della Valle delle Regine per buona parte del Nuovo Regno (1539-1076 a.C. circa).

Elemento di mobile per concessione museo egizio torino

Una straordinaria selezione di reperti per i creatori dell’Egitto eterno

È proprio questa straordinaria storia di scribi, disegnatori, operai, artigiani e artisti che l’esposizione, “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” racconta. Un’esposizione fortemente voluta dalla Città di Vicenza e curata dal Direttore del Museo Egizio, Christian Greco, dalla docente di Egittologia al Politecnico di Milano, Corinna Rossi. Oltre che dagli egittologi e curatori del Museo Egizio, Cédric Gobeil e Paolo Marini .

In mostra sono esposti 180 reperti originali, 160 provenienti dal Museo Egizio e 20 dal Louvre di Parigi. Tra questi statue, sarcofagi, papiri, bassorilievi, stele scolpite e dipinte, anfore, amuleti, strumenti musicali, che permettono di ricostruire la vita quotidiana degli abitanti di Deir el-Medina. Molti dei manufatti quali fusaiole, cesti, spatole venivano usati ogni giorno dalle persone per svolgere le loro attività quotidiane. Di grande interesse si rivelano i numerosi “ostraka”. Frammenti di vasi o schegge di pietra utilizzati dagli Egizi per esercitarsi, come su una sorta di tablet contemporanei, nella scrittura e nel disegno.

I testi tramandati sono di varia natura. Da documenti amministrativi ed economici a scritti di carattere religioso o letterario, poesie d’amore e lettere private. In mostra anche disegni di scorci più intimi, come l’ostrakon che raffigura una scena di allattamento o quello che rappresenta due donne intente a ingioiellarsi all’interno delle loro stanze.

Pyramidion dello Scriba Reale Ramose Nuovo Regno, XIX dinastia, Regno di Ramesse II (1279 –1213 a.C.) Deir el-Medina foto per gentile concessione Museo Egizio

Il sarcofago di Khonsuirdis e il corredo di Nefertari

Molti i tesori nascosti provenienti in gran parte dalle collezioni del Museo Egizio, che sono presentati al pubblico in occasione dell’esposizione. Tra questi il sarcofago antropoide di Khonsuirdis e il celebre corredo della regina Nefertari proveniente da una delle più belle tombe della Valle delle Regine.

Ai reperti originali si uniscono alcuni contenuti multimediali che intendono ampliare le informazioni e le conoscenze che gli oggetti stessi ci tramandano. Di particolare impatto l’installazione curata dal Museo Egizio e realizzata appositamente per la rassegna di Vicenza, che svela per la prima volta i segreti del famoso Papiro della tomba del faraone Ramesse IV, estremamente fragile e perciò non trasportabile.

Due i nuclei tematici nei quali si articola l’installazione: il primo guida il visitatore alla comprensione del papiro, spiegando cosa vi sia scritto e rappresentato; il secondo, dal carattere poetico e narrativo, mette in luce la relazione tra il ciclo solare e il ciclo vita-morte, particolarmente significativa per la costruzione della tomba.

Sarcofago della Signora della Casa Tariri
Epoca Tarda, XXV dinastia (722 – 655 a.C.) per concessione museo egizio torino

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo è diviso in due ampie sezioni. La prima illustra la vita terrena e la creazione dei capolavori millenari arrivati a Vicenza attraverso tre capitoli. Deir el-Medina e l’occidente di Tebe racconta la più importante città d’Egitto all’inizio del Nuovo Regno, l’antica Tebe (oggi Luxor) e il piccolo villaggio degli operai.

Le statue di Ramesse II, della dea Meretseger, della dea Sekhmet, il naos di Seti I, i frammenti e gli altri oggetti esposti narrano la fondazione e la particolare dimensione religiosa di questi due siti. La creazione del microcosmo presenta un focus sulla costruzione delle tombe, sulla loro struttura e decorazione, riportando strumenti, attrezzi e papiri con piante di edifici e studi di disegno.
Lo splendore della vita si sofferma sulla vita quotidiana della comunità, raccontandone le attività e le credenze religiose. Tra scene dipinte sulle pareti di ricche tombe, stele e ostraka decorati, oggetti di lusso e rarissimi strumenti musicali, come una lira proveniente dal Louvre.

La vita dopo la morte

La seconda e ultima tappa s’intitola La vita dopo la morte e si concentra sulla rappresentazione dell’aldilà e della sua simbologia attraverso i corredi delle tombe e i sarcofagi, i manufatti infaience turchese. Come, ad esempio, la coppa del Louvre o gli ushabti del faraone Seti I, statuette di piccoli servitori che avrebbero dovuto alleviare le sue fatiche nell’aldilà, o la straordinaria mummia con sarcofago di Tariri.
La rassegna è accompagnata da un ampio catalogo Marsilio Arte cui hanno preso parte alcuni dei maggiori studiosi ed egittologi internazionali.

sarcofago di donna messo in orizzontale

I patrocini e i partner

La mostra è ideata e promossa dal Comune di Vicenza e dal Museo Egizio, con il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Vicenza, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. La promozione e l’organizzazione sono curate da Marsilio Arte, che ne pubblica il catalogo. I partner dell’esposizione sono Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia – Vicenza, Fondazione Giuseppe Roi, AGSM AIM, Confindustria Vicenza, LD72, Beltrame Group ed Euphidra.