Controlli in aeroporto: l’assurda storia di Michela affetta da IPF

Nella Giornata Mondiale del Turismo, raccontiamo l’incredibile storia di Michela, affetta da fibrosi polmonare idiopatica e della sua spiacevole avventura durante i controlli in aeroporto.

Domani 27 settembre è la Giornata Mondiale del Turismo, un “fenomeno sociale, culturale ed economico che implica il movimento di persone verso luoghi o Paesi al di fuori del loro consueto ambiente per scopi personali o professionali”, come lo definisce l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO). Un’occasione di scambio sociale, di arricchimento culturale e di superamento delle diseguaglianze, ma prima ancora un diritto, alle vacanze, stabilito dalla stessa Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Ma non sempre è così: Michela, ultrasettantenne affetta da fibrosi polmonare idiopatica (IPF), una malattia rara che rende necessari supporti per la respirazione, nel suo viaggio di ritorno in Italia da Berlino avrebbe dovuto utilizzare un concentratore di ossigeno ma ha vissuto invece una situazione rischiosa per la sua condizione, come la donna ha denunciato anche conuna lettera indirizzata all’Ambasciata d’Italia a Berlino, all’Istituto Superiore di Sanità, al Ministero della Salute e al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

La storia di Michela

Aeroporto di Berlino, giugno 2023: Michela passa i controlli in aeroporto, quelli di routine e la sicurezza la ferma togliendogli lo zainetto con il concentratore. Durante i controlli gli addetti alla sicurezza maneggiano il dispositivo. Michela, per l’agitazione oltre che per l’impossibilità di utilizzare il concentratore, comincia ad avere una saturazione che scende sotto il livello di guardia, provocandole uno stato di malessere che può portare a una crisi respiratoria. Michela prova a far capire l’importanza del concentratore ma è inutile. Quando finalmente recupera il suo dispositivo, le cannule nasali per respirare sono fuori uso e di conseguenza non può usare l’ossigeno non solo per tutto il volo, ma anche il tragitto per tornare a casa.

L’ultimo anno – commenta Stefano Pavanello, Vicepresidente dell’Unione Trapiantati Polmone Padova, associazione di pazienti che fa parte dell’Alleanza Malattie Rareè stato costellato da troppi episodi in cui malati rari con diverse problematiche si sono visti privare la loro sacrosanta libertà di movimento, in particolar modo per quanto riguarda gli spostamenti in aereo. Episodi avvenuti non solo all’estero ma anche nel territorio italiano, soprattutto nella tratta che lega lo stivale alla Sardegna. Tutto ciò è inammissibile: la vita dei malati rari è in balia di incertezze che ne rendono la quotidianità molto difficile. La burocrazia e l’impreparazione delle compagnie aeree non può aggiungersi a questa lista”.

Il feedback di Berlino

Attualmente alla lettera di denuncia di Michela ha risposto solo l’Ambasciata d’Italia a Berlino che si è attivata e ha contattato l’aeroporto tedesco che, a propria volta, ha assicurato che le varie ditte operanti nell’infrastruttura sono istruite e sensibilizzate sul tema dell’assistenza alle persone con ridotta mobilità. L’aeroporto ha inoltre riportato che la richiesta dell’Ambasciata di verificare quanto accaduto è ora al vaglio della polizia federale tedesca, la Bundespolizei, che ha competenza sui controlli.

La Bundespolizei, a propria volta, ha comunicato all’Ambasciata che, in base alla ricostruzione dei fatti, non sembrano esserci anomalie nella procedura dei controlli in aeroporto e ha escluso che l’apparecchio abbia subito danni nel corso di quest’ultimo. Ha inoltre riferito che Michela, in occasione dei controlli in aeroporto, avrebbe prodotto documenti in italiano, incomprensibili agli operatori e che solo il traduttore interpellato per la vicenda, ha chiarito che si trattava della descrizione del dispositivo. Infine, la polizia federale tedesca ha assicurato che dell’episodio si terrà conto nei corsi interni di addestramento.

Quello che più di tutto vorrei mettere in luce, e che ho scritto anche in replica all’Ambasciata – conclude il suo racconto Michelaè la necessità di fare formazione non solo per prestare attenzione a chi ha un impedimento motorio, visto che si parla di carrozzina, ma anche alla delicatezza dei dispositivi medicali, come può essere un concentratore, un ventilatore, una macchina per la tosse o qualsiasi altro dispositivo che non deve essere manipolato e quindi reso inservibile, come è successo a me con il concentratore di ossigeno e le cannule che devono essere sterili per poter essere usate”.

Non solo Michela

Quella di Michela è solo una delle tante vicende vergognose che regolarmente arrivano all’attenzione di Osservatorio Malattie Rare e non solo. La famiglia di Marco è stata lasciata a terra all’aeroporto di Francoforte perché mancava la necessaria assistenza per imbarcare il figlio maggiore, di 13 anni, con disabilità. Su questo è intervenuta anche l’On. Ilenia Malavasi (PD) con un’interrogazione parlamentare. E poi Daniele, ingegnere affetto da SLA a cui Ryanair ha negato l’imbarco su un volo Cagliari-Venezia a causa della necessità di utilizzare a bordo il suo respiratore. Ma non si tratta solo di criticità sul trasporto aereo.

Tra gli episodi incresciosi più recenti c’è anche quello di Anita Pallara, presidente dell’Associazione Famiglie SMA. Malgrado avesse avuto la garanzia di poter partecipare ad un’escursione in barca (in provincia di Lecce), al momento di salire a bordo il personale ha negato l’accesso dal personale di bordo.

Cosa dice la normativa

Eppure una normativa che tutela i diritti delle persone con disabilità esiste. L’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, ad esempio, afferma il principio di non discriminazione, mentre l’articolo 26 stabilisce che l’UE “riconosce e rispetta il diritto delle persone con disabilità di beneficiare di misure intese a garantirne l’autonomia, l’inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità”.

La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, poi, riconduce la condizione di disabilità all’esistenza di barriere ambientali e sociali e impone agli Stati membri di eliminare tali ostacoli. Viene quindi superato il concetto di “accessibilità” come semplice eliminazione delle barriere architettoniche e al centro vengono posti i concetti di dignità, autonomia individuale, eguaglianza, accessibilità, inclusione nella società e accettazione della disabilità come parte della diversità umana, diventando dunque i principi cardine attorno a cui ruota il testo convenzionale.

La dichiarazione del Direttore dell’Osservatorio Malattie Rare

È evidente che a livello internazionale le leggi ci siano, basti pensare alla recente approvazione del Regolamento europeo sul Trasporto ferroviario di persone con disabilità. Tuttavia non sempre sono pienamente rispettate, come è stato dimostrato dal caso di Michela e da tutti gli altri citati. Anche lo stesso Forum Europeo sulla Disabilità ha da poco ribadito che i diritti per il trasporto aereo di queste persone devono essere sempre garantiti – afferma Ilaria Ciancaleoni Bartoli, Direttore di Osservatorio Malattie Rare.

Una legislazione ‘di partenza’ esiste, ma tutto il lavoro spetta poi al singolo Paese che deve recepire quanto stabilito a monte, e poi ad ogni compagnia di trasporti che deve metterla in pratica: questo implica che la stessa norma possa  essere applicata in modi differenti, causando confusione e rischi per la salute. Le difficoltà maggiori al momento ci sono con i voli aerei, per la peculiarità del mezzo di trasporto e perché esistono tante diverse compagnie.

Occorre quidi che i diversi aeroporti italiani si coordinino, e che vi sia poi un lavoro di confronto anche con gli enti aeroportuali degli altri Paesi, almeno a livello UE, per una interpretazione chiara delle norme e per implementare percorsi dedicati, e quindi la formazione degli operatori, che garantiscano un’esperienza di imbarco e volo pari a quella di tutti i passeggeri”.

“Parallelamente, ampliando lo sguardo dal solo trasporto a tutta l’esperienza di fruizione delle opere d’arte e del paesaggio del nostro Paese, che è diritto di tutti i cittadini, auspichiamo che la proposta di legge n.997 sul turismo accessibile e la partecipazione delle persone con disabilità alle attività culturali, turistiche e ricreative, che ha come primo firmatario l’On. Gianluca Caramanna (FdI) ed è approdata alla Camera dei Deputati lo scorso 15 marzo, possa compiere in tempi il più possibile veloci l’iter per la sua approvazione. Sarebbe un tassello importante nel miglioramento di una situazione sulla quale c’è ancora tanto da fare”.

Lo scorso anno, intanto, si è insediato presso l’ENAC – Ente Nazionale per l’Aviazione Civile il Tavolo Tecnico Permanente per la Tutela dei Diritti dei Passeggeri con Disabilità e a Ridotta Mobilità.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”