Direttiva Bolkestein e stabilimenti balneari: perchè non piace

Cos’è la Direttiva Bolkestein e perchè non piace ai gestori degli stabilimenti balneari – De Meo (Forza Italia – Gruppo PPE): “Pieno sostegno al Governo, affinché si applichi nel rispetto di tutti i suoi principi e obiettivi”

Finalmente arrivano le belle giornate e le coste italiane cominciano a prepararsi per accogliere i tanti turisti che godranno delle nostre spiagge e dei nostri mari ma, tra gli addetti ai lavori, si torna a parlare anche di Direttiva Bolkestein.

Come ha sottolineato l’Onorevole Salvatore De Meo, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo e membro di Forza Italia appartenente al Gruppo PPE, la direttiva ha obiettivi chiari e mira a promuovere la competitività delle imprese, la creazione di posti di lavoro, la valorizzazione ambientale e il miglioramento della qualità della vita. Ma, allo stesso tempo, evidenzia che l’attenzione è stata focalizzata esclusivamente sulla questione della concorrenza, ignorando altri aspetti importanti della direttiva.

De Meo ha evidenziato che il governo italiano sta attualmente negoziando con la Commissione europea per definire un percorso coerente con la direttiva, tenendo conto delle specificità delle coste italiane e delle aziende balneari che operano da decenni. Ha sottolineato che il governo italiano ha evidenziato alla Commissione che non c’è una vera e propria scarsità della risorsa, consentendo quindi la possibilità di nuove concessioni per promuovere la crescita sociale ed economica. Infine, ha espresso disaccordo con la richiesta della Commissione di dettagli “qualitativi” sulla risorsa, ritenendo che ciò non sia richiesto dalla direttiva e che entri nel merito di competenze degli Stati membri.

Ma cerchiamo di capire meglio l’argomento.

Cos’è la Direttiva Bolkestein

La Direttiva Bolkestein, formalmente nota come Direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno, è una legge dell’Unione Europea che mira a promuovere la libera circolazione dei servizi all’interno del mercato unico europeo. La direttiva prende il nome dal Commissario europeo Frits Bolkestein, che ne ha proposto l’adozione.

In particolare, si concentra sulla liberalizzazione dei servizi, che costituiscono una parte significativa dell’occupazione e dell’economia europea. La direttiva è stata recepita in Italia attraverso il Decreto Legislativo n. 59/2010.

Quali sono gli obiettivi?

Lo scopo principale della Direttiva Bolkestein è quello di eliminare le barriere che ostacolano la libera circolazione dei servizi tra gli Stati membri dell’Unione Europea, al fine di promuovere la crescita economica, la competitività e l’occupazione.

Gli obiettivi specifici includono la semplificazione delle procedure amministrative per le imprese che forniscono servizi, la riduzione della burocrazia e il miglioramento dell’integrazione economica tra i paesi membri. La direttiva mira inoltre a garantire la protezione dei consumatori e dei lavoratori e a promuovere la qualità e l’efficienza dei servizi offerti all’interno dell’UE.

Alcuni punti chiave:

  • Eliminazione delle barriere: La direttiva mira a rimuovere le barriere che ostacolano la libera circolazione dei servizi tra gli Stati membri, come le restrizioni amministrative e burocratiche.
  • Principio del paese d’origine: Introduce il principio del paese d’origine, che consente a un fornitore di servizi di operare in un altro Stato membro secondo le leggi e le regolamentazioni del proprio paese d’origine, anziché quelle del paese ospitante.
  • Semplificazione amministrativa: La direttiva promuove la semplificazione delle procedure amministrative per le imprese che forniscono servizi, riducendo la burocrazia e facilitando l’accesso ai mercati esteri.
  • Protezione dei consumatori e dei lavoratori: Nonostante promuova la liberalizzazione dei servizi, la direttiva include disposizioni per proteggere i consumatori e i lavoratori, garantendo che i servizi forniti rispettino gli standard di qualità e sicurezza.
  • Applicazione nei singoli Stati membri: Gli Stati membri sono tenuti a recepire la direttiva nella propria legislazione nazionale, garantendo la sua attuazione e applicazione sul proprio territorio.

In merito al settore turistico-alberghiero italiano, la recezione della Direttiva Bolkestein ha comportato l’introduzione di regole e normative per promuovere la libera circolazione dei servizi turistici all’interno dell’Unione Europea, inclusa la gestione dei diritti di superficie per le attività sulla costa.

Perchè la direttiva Bolkstein preoccupa i gestori italiani

Seguendo la direttiva, di fatto, l’Italia dovrebbe revocare tutte le licenze concesse agli stabilimenti balneari e mettere le coste a disposizione di una nuova gara d’appalto, aperta a imprenditori nazionali e internazionali.

Con un esempio pratico, la famiglia Parodi (nome di fantasia), titolare storica degli stabilimenti balneari “Il molo del turista” (altro nome di fantasia), con regolare concessione della durata di vent’anni, in corso di validità, tramandata nel tempo da tre generazioni, dovrebbe di fatto lasciare la struttura messa in piedi negli anni, con tutti gli annessi e connessi (cabine, sdraio, chiosco eccetera) e lasciare che quell’attività possa essere rilevata dall’imprenditore tedesco che fa un’offerta più bassa.

La revoca di tutte le licenze concesse agli stabilimenti balneari sul demanio pubblico e l’organizzazione di una nuova gara d’appalto per mettere le coste a disposizione, come previsto dalla Direttiva Bolkestein, certo garantirebbe una maggiore concorrenza e apertura del mercato nel settore balneare., ma comporta conseguenze significative e richiedere un’attenta pianificazione e gestione.

Se l’Europa vede solo vantaggi, come una maggiore diversificazione degli operatori balneari, l’innovazione nel settore e una potenziale riduzione dei costi per i consumatori, l’Italia vede crisi e perdita di posti di lavoro per i gestori attuali degli stabilimenti balneari, nonché la necessità di garantire la tutela dell’ambiente e la qualità dei servizi offerti.

E non finisce qui. Perchè la direttiva si estende anche ai plateatici e agli ambulanti.

Cosa sta facendo l’Italia

A parte il fatto che stiamo pagando da anni multe salatissime all’Europa per mantenere l’autonomia di gestione delle coste, la proposta è quella di lasciare le coste già sotto concessione agli attuali gestori e mettere a disposizione dell’Europa, e quindi far rientrare nelle regole dettate dalla direttiva Bolkestein, tutte quelle coste italiane ancora libere e non destinate.

La presenza a Bruxelles di una delegazione dei balneari associati a Assobalneari, Efebe, Federturismo Confindustria, La Base Balneare con Donnedamare, in contemporanea alla manifestazione di Roma, è stata un’utile occasione per ribadire l’interesse di tutti per una corretta applicazione della direttiva Bolkestein, superando pregiudizi e strumentalizzazioni che non hanno sicuramente giovato all’Italia.

Stabilimenti balneari - foto di gruppo dei rapppresentanti con al centro l'onorevole De MEo

La dichiarazione dell’onorevole Salvatore De Meo

La direttiva ha obiettivi chiari e precisi con cui l’UE intende promuovere e favorire una maggiore competitività delle imprese, la creazione di un maggior numero di posti di lavoro, una valorizzazione ambientale, un miglioramento della qualità della vita” – dichiara l’on. Salvatore De Meo, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo.

Purtroppo questi obiettivi sono stati “soffocati” solo ed esclusivamente dal tema della “concorrenza”, che in realtà nella direttiva viene richiamata solo nel caso in cui ci sia la “scarsità” della risorsa.

Oggi – continua l’on. De Meo – siamo nel bel mezzo di una procedura di infrazione e il nostro governo sta interloquendo con la Commissione europea per definire e condividere un percorso coerente con la direttiva e che consideri le peculiarità delle coste italiane e delle oltre 15 mila aziende che vi operano da decenni in piena legittimità.

Per la prima volta – dichiara ancora l’on. De Meo – il governo italiano ha portato all’attenzione della Commissione un elemento importante per la definizione del percorso negoziale nella procedura di infrazione, dimostrando che allo stato attuale in Italia non c’è la scarsità della risorsa, consentendo quindi ulteriori e nuove concessioni con cui poter realizzare gli obiettivi di crescita sociale ed economica indicati nella Bolkestein. Sinceramente non condivido la replica della Commissione che addirittura chiede un dettaglio “qualitativo” della risorsa, non richiesto in alcun modo dalla Direttiva, entrando nel merito di un atto di competenza di uno Stato membro.

Forza Italia, a Roma e a Bruxelles – conclude l’on. De Meo – continuerà a sostenere l’azione del Governo affinché si proceda all’applicazione della direttiva nel rispetto di tutti i suoi principi e obiettivi“.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”