Diritto all’oblio per i medici con una “bad web reputation”

Da adesso, i medici con una brutta reputazione sul web potranno richiedere il diritto all’oblio e cancellare le informazioni critiche, scorrette o false. A fornire il servizio è la Consulcesi, un’azienda specializzata nel fornire supporto legale e assicurativo ai professionisti sanitari italiani.

Ma cos’è il diritto all’oblio?

Diritto all’oblio

Tutto quello che arriva nel web ci rimane per sempre. Anche i dati cancellati, i profili social aperti e poi chiusi, insomma, ogni informazione è stata salvata da qualcuno che può ributtarla in internet, malgrado il diretto interessato l’abbia rimossa.

E’ la dura legge del web.

Per qualcuno può essere molto deleterio. Pensate a una persona coinvolta, ad esempio, in indagini di natura criminosa. Tutto quello che riguarda quella persona, articoli, commenti o foto, fa giri enormi e rimbalza sotto forma di post sui profili, sui blog e notizie sui giornali del web. Il nome e il volto di quella persona saranno per sempre associati a quel fatto, anche nel caso risulti poi estraneo ai fatti.

Il Garante sulla Privacy definisce così il diritto all’oblio:

Il diritto cosiddetto “all’oblio” (art. 17 del Regolamento) si configura come un diritto alla cancellazione dei propri dati personali in forma rafforzata. Si prevede, infatti, l’obbligo per i titolari (se hanno “reso pubblici” i dati personali dell´interessato: ad esempio, pubblicandoli su un sito web) di informare della richiesta di cancellazione altri titolari che trattano i dati personali cancellati, compresi “qualsiasi link, copia o riproduzione” (si veda art. 17, paragrafo 2 del Regolamento).

Ha un campo di applicazione più esteso di quello di cui all’art. 7, comma 3, lettera b), del Codice, poiché l’interessato ha il diritto di chiedere la cancellazione dei propri dati, per esempio, anche dopo revoca del consenso al trattamento (si veda art. 17, paragrafo 1 del Regolamento) (fonte garanteprivacy.it).

Un servizio in sostegno dei medici

L’argomento è particolarmente interessante per i professionisti, soprattutto quelli sanitari.

Secondo quanto indicato dall’azienda Consulcesi, solo il 10% dei medici ha una web reputation “pulita”, cioè non inquinata da informazioni lesive per la loro immagine. Significa che il 90% dei medici appaiono nei motori di ricerca con recensioni negative dovute magari a recriminizioni, o commenti ingiuriosi o, peggio, fake news sul loro conto. Senza considerare coloro i cui dati sono stati trattati illecitamente.

Esistono poi anche i casi di medici che purtroppo sono incappati in qualche incidente professionale. Errori del tutto umani e che magari sono stati poi corretti in corsa.

In ogni caso, sono tutte situazioni che possono compromettere la carriera e che una volta arrivati sul web sono alla portata di chiunque.

Il periodo che stiamo vivendo, inoltre, aggiunge occasioni positive e negative, per la credibilità sul web di un medico. Il delicato equilibrio con i contesti sanitari attuali fanno si che siano proprio loro la categoria più esposta ai pericoli del web, tra critiche, accuse e recriminazioni.

Il diritto all’oblio, peraltro già riconosciuto dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, è un servizio offerto a tutti quei medici che desiderano la rimozione di contenuti critici, falsi o scorretti.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”