Donne sole contro tutti – Il cinema delle bellissime ma infelici

La bellezza purtroppo non equivale alla felicità, come le splendide ma sole donne dei film di cui parleremo oggi sanno molto bene.

La solitudine è una malattia che ci affligge tutti, al di là della nostra ricchezza, religione, sesso e background culturale.

Spesso gran parte del problema viene da avere intorno persone che non ci capiscono, inoltre pretendendo anche di darci consigli di vita.

Ma essere solitari ed essere soli non è la stessa cosa, come purtroppo molte persone non vogliono o non possono capire.

Infatti, è facile che gli altri giudichino velocemente chi non vive esattamente secondo gli standard canonici della società moderna.

Non c’è bisogno di essere una donna ribelle per essere trattate come tale, ma solo perseguendo la propria libertà personale è sufficiente per infastidire certe persone.

Guardando alle donne sole protagoniste dei film di oggi, questo vi apparirà quanto mai evidente mentre al contempo vi godrete dei bei momenti di cinema.

Perciò mettiamoci in un angolino e spiamo per qualche ora la vita di queste bellissime signore, forse potremo anche imparare qualcosa dalle loro storie.

Doppio amore (2017)

Doppio Amore 2017 film Donne sole contro tutti

Come prima esperienza femminile e solitaria partiamo da una giovane ragazza di Parigi, la quale ha un umile lavoro da impiegata in un museo.

Oltre alla solitudine, quello che disturba profondamente la sua vita sono dei dolori improvvisi e inspiegabili che attanagliano il suo ventre.

Purtroppo, dopo molti esami e visite mediche nessuno riesce a spiegare la causa del suo male. A quel punto lei si convince che l’origine di tutto possa essere psicosomatica, così decide di consultare uno psichiatra.

Le numerose sedute con questo giovane e affascinante dottore hanno effetto e lei inizia a sentirsi meglio, riuscendo finalmente a essere un pò felice.

Infatti, la terapia funziona anche più del dovuto, visto che la ragazza finisce per innamorarsi del suo psichiatra e andare a vivere con lui.

Dopo il breve idillio iniziale, però, la coppia inizia a scivolare nella apatia e l’indifferenza e i dolori di prima tornano a tormentarla.

Così decide di cominciare una nuova terapia con qualcun’altro, convinta che il suo uomo sia troppo coinvolto emotivamente per poterla aiutare di nuovo.

Frugando tra le sue foto e alcuni documenti per casa, scopre l’esistenza di un fratello gemello di cui lui non le ha mai parlato.

Organizzando un incontro, scopre con sorpresa che anche lui è un affermato psichiatra e inizia quindi a frequentarlo, prima come paziente e poi diventando la sua amante.

I due fratelli sono estremamente diversi tra loro, in quanto uno è un amante gentile e premuroso mentre l’altro è un presuntuoso arrogante sessualmente sadico e dominante.

Eppure quest’ultimo sembra riuscire a darle più piacere rispetto all’amore appassito con il suo compagno, perciò la ragazza dovrà decidere quale dei due può veramente renderla felice.

Doppia cura a metà prezzo

Ovviamente, il tema portante di un film come Doppio Amore è quello della doppiezza ambigua dell’anima e il cuore umano.

Il regista François Ozon come sempre tratta la sessualità dei suoi personaggi in modo aperto e senza vergogna.

Non a caso in moltissime situazioni piazza al centro della scena il corpo nudo di Marine Vacth, attrice e modella francese dalla bellezza molto delicata e particolare.

Questo personaggio sarebbe piaciuto senz’altro al grande Alfred Hitchcock, sebbene notoriamente egli preferisse le bionde, in questo caso avrebbe senz’altro fatto una eccezione.

Impareremo tutto sulle sue manie e paure e come lei sia in cerca di un porto sicuro per i suoi sentimenti che forse non esiste.

Le due facce di questa donna emergono nell’amore verso questi due uomini, così diversi seppur così identici.

A seconda dell’amante con cui si trova lei diventa più arrogante e snob, oppure invece sottomessa e umile quasi annullando sè stessa.

E’ assolutamente strepitosa l’interpretazione di Jérémie Renier, capace di essere due personaggi opposti nel comportamento seppur uguali nei gesti e il modo di parlare.

Lavorando su sottigliezze meno evidenti, mette il suo talento nei silenzi e gli sguardi gelidi di chi ama la stessa donna senza riuscire a capirla.

Semplicemente perfetto è il lavoro del regista nell’estetica e i ritmi della storia, seminando le risposte per capirla all’interno della stessa.

Ad esempio, fate caso, sono numerose le inquadrature con i personaggi riflessi negli specchi, specie quando sembrano pensare altro rispetto a ciò che stanno dicendo.

La donna è sola e indifesa solo apparentemente, tra due uomini che sembrano quasi prendersi gioco di lei con disinteresse.

Ma ovviamente c’è ben altro in serbo per chi si lascerà affascinare arrivando fino alla fine, dove il conflitto tra l’anima e il corpo si mescolano come nei migliori film di David Cronenberg.

Personal Shopper (2016)

Personal Shopper 2016 film Donne sole contro tutti

Cambiamo completamente genere di film, pur restando nella bellissima Parigi in compagnia di una donna altrettanto sola come la precedente.

Come da titolo, la protagonista è una personal shopper, ovvero si occupa di comprare abiti e gioielli alla moda per una famosa celebrità che non ha tempo per lo shopping.

Per chi non lo conosce può sembrare un lavoro puerile e quasi stupido, eppure ha una grossa responsabilità perchè si tratta sempre di articoli molto costosi e delicati.

Completamente diversa è invece l’attività che svolge nel suo tempo libero, della quale infatti lei non parla molto volentieri.

La ragazza è una sensitiva che purifica le case che si suppone siano infestate, cercando di placare gli spiriti inquieti guidandoli verso la pace.

Tuttavia non riesce a parlare con il fantasma della persona che più desidererebbe, ovvero il fratello morto pochi mesi prima per una grave malattia.

Anche lui era un sensitivo e lei crede che grazie al loro potere possano restare in contatto anche oltre la morte.

Una presenza la segue ogni giorno costantemente, mentre lei cerca di capire se sia uno spirito maligno o solo una anima perduta in cerca di aiuto.

Allo stesso tempo, un misterioso ammiratore le invia continuamente messaggi, cercando di sedurla e dandole appuntamenti in alcune camere di albergo.

Lei ricambia le sue avance più per noia che per reale desiderio, finchè non capisce che l’uomo potrebbe essere molto pericoloso.

Mentre il suo piccolo mondo di ricchezza e snobismo le crolla addosso, deve infine lasciare la città prima che sia troppo tardi.

Un thriller horror fantasy alla moda e controtendenza?

Come nel solito stile sottile e intuitivo di Olivier Assayas, potremmo dire che la trama di Personal Shopper sembra a tratti quasi non esistere.

Ad esempio non saprei nemmeno dirvi esattamente di che genere di film si tratta. E’ un thriller? Un dramma esistenziale? Una storia di fantasmi? In realtà è un pò di tutto questo e molto altro ancora.

In questo susseguirsi di eventi, dialoghi e situazioni; seguiamo la protagonista passo per passo come fosse una semplice ragazza qualunque.

Tra tanti dubbi, possiamo invece dire con certezza che questo ruolo è la migliore consacrazione del giovane talento di Kristen Stewart.

L’attrice si stacca per sempre dalla sua fama di teenager innamorata dalla saga di Twilight, dimostrando di saper recitare con classe, minimalismo e tanta eleganza.

Infatti, in questo film interpreta una donna molto diversa, una ragazza che paradossalmente è sola e perduta nella città più romantica del mondo.

Tramite lunghi e inininterrotti piani sequenza, Assayas spoglia gli strati emotivi della protagonista uno dopo l’altro, lasciando la sua fragile emotività in balia di forze misteriose.

Le scene di tensione sono poche, saggiamente dosate nei momenti più importanti della storia, arrivando in alcuni momenti fino all’horror soprannaturale.

Molte delle scelte narrative non sono mai veramente chiare, come l’identità dello stalker o del fantasma che la perseguitano, lasciando a noi la libertà di scegliere la verità.

Posso quindi capire le molte persone che non hanno apprezzato il film, definendolo confuso o inconcludente.

Ma solo se loro hanno la stessa cortesia nei miei confronti che, proprio per gli stessi motivi, lo ritengo un altro straordinario pezzo nella filmografia di un regista più unico che raro.

In Darkness – Nell’oscurità (2018)

In Darkness 2018 film Donne sole contro tutti

Dopo due donne dalla vita di riservata e sofferente solitudine, arriviamo a una giovane ragazza fisicamente isolata dal resto del mondo.

Infatti, la protagonista di questo film è una giovane musicista di Londra, rimasta cieca dopo un tragico attacco durante la guerra del Kosovo.

Nonostante il suo handicap, riesce comunque ad avere una carriera di successo al pianoforte, entrando in una delle orchestre più stimate della città.

Tuttavia il destino è in agguato per stravolgere la sua vita, cambiando tutto in una notte con il brutale omicidio della sua vicina di casa.

Per la polizia è l’unica testimone, anche se ovviamente non può aver visto nulla, ma può sempre essere in grado di aiutarli nelle indagini grazie al suo udito altamente raffinato.

La storia prende una piega pericolosa quando capisce che la vittima, che era anche una sua cara amica, potrebbe essere stata uccisa da un pericoloso criminale di guerra serbo.

Preoccupato che la ragazza possa incastrarlo, l’uomo incarica uno dei suoi migliori agenti di sorvegliarla notte e giorno per capire le sue intenzioni.

L’agente però sorveglia la donna così strettamente che finisce per innamorarsi di lei, preoccupandosi a sua volta che il suo capo possa dargli l’ordine di ucciderla.

Ma anche la ragazza non è così innocente e indifesa come sembra, portando avanti in segreto un suo piano per vendicarsi dei criminali che le hanno rovinato la vita fin da bambina.

L’amara poesia della solitudine

In Darkness è un film enigmatico che svela la sua trama un poco alla volta, proprio come la bella protagonista Natalie Dormer.

L’attrice interpreta una donna giovane ma già tormentata dalla vita, completamente sola nell’oscurità dove vive fin da bambina.

Seppure apparendo inizalmente delicata come un fiore di rara bellezza, anche lei sfodera la sua grinta col passare di minuti.

Soltanto quando la barra del pericolo supera la soglia di sicurezza, arriviamo a capire il perchè di certe sue scelte, come la riluttanza ad aiutare la polizia.

Altrettanto bello e ambiguo è il giovane Ed Skrein, killer al soldo dell’assassino che invece di fare fuori il testimone finisce per innamorarsene.

Anche lui è un lupo solitario come lei, siccome per loro è impossibile una vita comune di famiglia, amicizie e lavoro come tutti gli altri.

L’amore tra i due outsider è minacciato però dal crudele Jan Bijvoet, criminale di guerra al comando di un esercito di fedeli soldati pronti a tutto per proteggerlo.

Nonostante la trama scorra senza particolari esitazioni, credo che il colpo di scena più grande dividerà inevitabilmente l’opinione del pubblico.

La sorpresa è davvero al limite di una forzatura che non tutti riusciranno ad accettare, ma è anche intuibile da numerosi indizi disseminati precedentemente.

Sicuramente resta un film con diverse imperfezioni, tra cui la regia troppo patinata di Anthony Byrne, che in mia opinione aveva bisogno di essere più carnale e crudele.

Il regista svolge comunque un lavoro dignitoso, ma paga la sua esperienza prevalentemente televisiva, lontana dallo stile e i ritmi dello schermo cinematografico.

Ma il personaggio della la donna sola e forte riesce a stupire e appassionare, nonostante una trama già ampiamente vista altrove, restando in memoria come una delle migliori interpretazioni femminili degli ultimi anni.

Per quanto vi riguarda, voi preferite essere soli o solitari? Qualunque sia la risposta, vi invito come sempre sul mio sito per altri numerosi consigli di cinema:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!