Ettore Majorana : il mistero del genio scomparso

17 luglio 1938, Domenica del Corriere. “Ettore Majorana, ordinario di Fisica all’università di Napoli, è misteriosamente scomparso. Di anni 31, metri 1.70, snello, capelli neri, occhi scuri, una lunga cicatrice sul dorso di una mano. Chi ne sapesse qualcosa è pregato di scrivere”. È l’inizio ufficiale di un giallo all’italiana: senza soluzione.

Questo è ciò che dice la cronaca. In realtà Ettore Majorana, probabilmente, ha compiuto la scelta dell’ uomo “giusto”. Scomparendo da un sistema , da un meccanismo, una politica che lo stava distruggendo. Lui, il fisico, l’enfant prodige, che a quattro anni già parlava di radici quadrate. Lui che lavora con Enrico Fermi a quella che poi sarà la bomba atomica , non ci sta. Quando capisce che la sua fisica , la scienza a cui aveva donato la vita, doveva servire per togliere la vita agli altri, compie lui una scelta di vita: scompare. Nascondendosi dal potere e dalla “folle” modernità.

Ettore Majorana voluto da Segrè e osannato da Fermi

Ettore Majorana diventa un caso tra scienza e mistero. L’ enigma Ettore Majorana, che scompare nel nulla in una notte di primavera, arriva irrisolto anche ai giorni nostri. Uomo di scienza , ma anche di grandissima sensibilità, progetta e pone in atto la sua volontaria volatilizzazione. La fuga da sé verso l’oblio più profondo. Che nessuno, fin ora è ancora riuscito a chiarire.

Spinto a studiare Fisica dal futuro premio Nobel Segrè, si laurea con la tesi “Teoria quantistica dei nuclei radioattivi”. Majorana resta comunque sempre un corpo estraneo in un esemble di geni, i cosiddetti ragazzi di via Panisperna, dal nome della via della facoltà di Fisica. Tanto da essere soprannominato dai suoi colleghi il grande inquisitore. Ettore Majorana rimane però un fisico assoluto, paragonato da Enrico Fermi a Galileo Galilei e Newton.

Enrico Fermi
La cattedra di Fisica Nucleare a Napoli. Majorana ha 31 anni

Passano gli anni , Majorana raccoglie sempre più consensi fino ad arrivare, a soli trentun’ anni, alla nomina cattedra di Fisica Nucleare a Napoli nel gennaio del 1938. Ma le poche persone, a lui vicine, si accorgono che cela, già da un anno, tra le pareti della sua testa un malessere nuovo. Forse aveva decifrato nel corso delle conferenze tenute con scienziati di tutta Europa, verso quale strada sbagliata si stesse dirigendo la scienza. La sua scienza. L’ anno che precede la cattedra di Napoli è il piu buio. Respinge, barricandosi nella sua casa qualunque visitatore. E probabilmente cova dentro di sè i germogli della fuga.

25 marzo 1938 non vestitevi di nero

La docenza Universitaria dura meno di tre mesi perché la sera del 25 marzo esce dall’albergo Bologna in cui alloggia e si imbarca, poco dopo le 22.30 su un piroscafo della Tirrenia diretto a Palermo. Qui finisce la storia dell’uomo Ettore Majorana e inizia la sua leggenda. Prima di partire scrive due lettere. Una al collega Antonio Carrelli: “…Ho preso una decisione che era ormai inevitabile. Non vi è in essa un solo granello di egoismo, ma mi rendo conto delle noie che la mia improvvisa scomparsa potrà procurare a te e agli studenti...”.

L’altra alla famiglia: “Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero. Se volete inchinarvi all’uso, portate pure, ma per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi“.

appinti originali di Majorana
Il mare mi ha rifiutato

Carrelli il giorno successivo riceverà anche un telegramma “Non allarmarti. Segue lettera. Majorana“. A ruota una nuova missiva, appunto: “Spero che ti siano arrivati insieme il telegramma e la lettera. Il mare mi ha rifiutato e ritornerò domani all’albergo Bologna, viaggiando forse con questo stesso foglio. Ho però intenzione di rinunziare all’insegnamento. Non mi prendere per una ragazza ibseniana perché il caso è differente“. L’albergo Bologna però non rivide mai più l’illustre ospite. Majorana era sparito. Nel nulla.

L’inchiesta parte immediatamente e appura che Majorana ha regolarmente comprato il biglietto di ritorno: Palermo – Napoli. Nessuna prova però della sua presenza sull’imbarcazione di rientro. La notizia arriva negli uffici di Benito Mussolini, che supplicato dai familiari dello scomparso, ordina che il fisico venga cercato in ogni dove: vivo o morto. Anche qui senza alcun esito. Nel frattempo Ettore Majorana inizia a trasformarsi in un fantasma.

Scomparso!

Qualcuno dice di averlo visto sul Tirrenia poco dopo l’approdo a Napoli. Qualcun altro lo segnala nei vicoli della stessa città. Fiumi e fiumi d’inchiostro. Risultato: Majorana non si fece mai più vivo. Il corpo non fu mai ritrovato. Neppure nelle acque del Mediterraneo che viene setacciato in lungo e in largo.

Si è discusso molto sulle ragioni che hanno portato il grande fisico a far disperdere le sue tracce. L’ipotesi più sostenuta, e caldeggiata a suo tempo anche da Leonardo Sciascia ,vedrebbe Majorana intuire che il processo delle ricerche della fisica teorica, sarebbe stato sfruttato per la creazione di una nuova arma di distruzione di massa.

la bomba nucleare Little Boy di cui Majorana temeva la costruzione
Le ipotesi della fuga

Stiamo parlando chiaramente della bomba atomica che sarebbe stata tragicamente inaugurata nell’agosto del 1945 su Hiroshima e Nagasaki. Il fisico Erasmo Recami, nel suo saggio Il caso Majorana suggerisce, pur non annullando l’ipotesi del fisico scosso dall’impatto violento di distruzione che i suoi studi avrebbero portato, che Majorana sia caduto in preda a un profondo esaurimento nervoso. Esaurimento che lo avrebbe portato ad autoannullarsi in un confino volontario.

Un altra ipotesi di stampo complottista, vedrebbe Majorana rapito dai nazisti per alcune informazioni privatissime cui avrebbe avuto accesso durante un suo soggiorno in Germania. Assoldato, quindi, nella realizzazione dell’ Impero del Terzo Reich che sarebbe dovuto durare un millennio, ma che non arrivò ai tre lustri.

Il monastero di Serra San Bruno

Un’ultima, suggestiva tesi, confermata da Rolando Pelizza, allievo di Majorana, vedrebbe il fisico dar concretezza alla sua intenzione di nascondersi dal mondo con la chiusura nel Monastero Certosino di Serra San Bruno in Calabria. Un luogo mistico in cui si dice che tra le sue mura abbia trovato conforto anche Paul Tibbets, il pilota che sganciò la prima bomba atomica dela storia: Little Boy su Hiroshima.

Voci su voci, anche se Rolando Pelizza dichiara di aver intrattenuto rapporti con Majorana fino a tutto il 1958, Inoltre pare che il fisico stesso abbia prelevato , dopo la sua scomparsa, stipendi a lui ancora dovuti dall’Università. Cinque anni dopo la scomparsa viene dichiarata, in ogni modo, la morte presunta. Majorana, in fuga diventò vivo per la morte e morto per la vita, di pirandelliana memoria.

2011 compare un testimone. L’inchiesta si riapre

L’interrogativo sulla scomparsa di Majorana percorre i decenni senza novità di spicco fino al 2011. Anno in cui la Procura di Roma riapre l’inchiesta. Il tutto a seguito della testimonianza di Francesco Fasani, meccanico emigrato dall’Italia al Venezuela. Fasani dichiara di aver conosciuto, intorno alla metà degli anni Cinquanta, un certo riservatissimo e restio a farsi fotografare, specie dagli Italiani, signor Bini. L’inchiesta in realtà è poi archiviata nel 2015, lasciando viva l’ipotesi che Majorana fosse in vita, esattamente in Venezuela, tra il ’55 e il ’59. Ad oggi il giallo non è ancora stato risolto. O forse, semplicemente, è stato risolto con una scomparsa volontaria di cui, rispettando la volontà di Majorana, è bene tacere.

Al mondo ci sono varie categorie di scienziati; gente di secondo e terzo rango, che fan del loro meglio ma non vanno molto lontano. C’è anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande importanza, fondamentali per lo sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni, come Galileo e Newton. Ebbene, Ettore era uno di quelli. Majorana aveva quel che nessun altro al mondo ha…

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte e Cultura. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla realizzazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva. Cura dal 2024 la.promozione della fondazione Sergio Bonfantini e dal 2021 la promozione della Fondazione Carlo Bossone. .Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “ del dottor Ravazzani. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Ha curato per il Comune di Collegno 2 mostre d'arte di respiro nazionale nel 2021 e nel 2022 con circa 90.000 visitatori. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".