#iorestoacasa. Non è già un mestiere facile di suo, in questi giorni poi, richiede il massimo della professionalità e dell’impegno. Alcuni hanno poco più di vent’anni, altri sono prossimi alla pensione. Sta di fatto che tutti hanno una famiglia che li aspetta a casa, sta di fatto che tutti sono figli di una mamma. Sono le forze dell’ordine e personale sanitario, esercito, carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili, prefetti, medici infermieri, oss, che i questi giorni sono chiamati ad un impegno pari a quello degli stati di guerra. Gli eroi del Coronavirus.
L’immagine della copertina di questo articolo dice davvero tutto. L’opera è dell’artista Franco Rivolli ed è stata regalata dai carabinieri al personale sanitario. Un dono dal significato profondo e intenso. Commovente e impressionante.
Forze dell’ordine
Turni straordinari, nessun congedo e soprattutto siate cordiali con la gente. Più o meno è quello che è stato chiesto a chi ci protegge. E così è. Visibili, ma silenziosi, si aggirano per le nostre strade, rispondono con cordialità ed estrema gentilezza a chi chiede informazioni. Aiutano le persone a orientarsi nel mare di notizie che sommergono i media e che a volte creano confusione nella gente. Le pattuglie sono ovunque. Invitano le persone a rientrare a casa e lo fanno con il tatto e l’educazione che si riserva a una madre o a un figlio. Con tatto e umanità si rivolgono a chi sosta impruentemente su una panchina o davanti a un luogo pubblico.
Non oso pensare come possono essere stati sollecitati nel mantenere l’ordine la notte dell’assalto ai supermercati.
Non oso pensare a quanto per primi siano esposti al pericolo di contagio e non oso pensare a quanto il senso del dovere supererà la propria persona, in caso di necessità medica.
Il loro lavoro in questo momento è delicato quanto un intervento chirurgico, perchè la loro presenza massiccia su tutto il territorio è un’immagine che fa venire un brivido lungo la schiena. Ricordo gli anni di piombo, per carità, situazione completamente diversa, ma credetemi, l’impatto ottico emozionale è lo stesso. All’epoca il nemico poteva essere un innocuo bidone della spazzatura che poteva saltare in aria e sterminare una piazza. Il pericolo invisibile era ovunque. La percezione oggi, è la stessa, solo che il pericolo può essere il passante che sta sul tuo stesso marciapiede o la donna che sta prendendo l’autobus affianco a te.


Il personale sanitario
Stanno lavorando giorno e notte, stanno dando tutte le loro energie per affrontare e contenere le emergenze, per rassicurare chi ha semplicemente paura, per portare un sorriso su un volto sgomento. Svolgono le loro funzioni in condizioni estreme, mancano di tutto, soprattutto di serenità e riposo. Stanno lanciando appelli che sono diventate preghiere e suppliche. Oramai è virale il video di quell’anestesista pugliese che chiede di amare chi vi sta vicino. Loro sono i primi ad essere esposti al contagio e a non potere fermarsi. E’ di qualche ora fa la notizia della morte per insufficienza respiratoria, di Roberto Stella, Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese.
Eppure è semplice ciò che spiegano. #iorestoacasa. Più semplice di così.
Se ci ammaliamo tutti insieme il sistema sanitario collasserà di sicuro e non potranno far fronte a tutte le necessità.
Stanno murando reparti di ospedali per attrezzarli a sale di terapia intensiva. Anche perchè non c’è solo il coronavirus, ma gli incidenti, gli infarti, i casi di immunodepressione, i casi di… La lista è lunga e in tempi di ordinaria amministrazione tutto è fattibile. In un momento di emergenza nazionale, è già più difficile. Estremamente difficile.
#iorestoacasa
No, non deve essere facile. Gli italiani sono difficili da gestire, sono restii alle regole e soprattutto alle rinunce. Piano piano però stanno entrando nell’ottica e cominiciano a comprendere.
Si tratta di una quindicina di giorni. 15 giorni, il periodo di una vacanza. Forzata, è vero. Ma cerchiamo di essere positivi, non al coronavirus, ma alla vita. 15 giorni per tutelare la nostra salute e quella degli altri.
E’ il momento in cui la solidarietà deve abbattere ogni barriera. Ci è chiesta solo un pò di comprensione e pazienza. Non è difficile. Non è difficile.
Un plauso e un sentito ringraziamento a Forze dell’Ordine e personale sanitario per tutto quello che stanno facendo. Grazie ragazzi.
#iorestoacasa.

