Morandi attraverso l’obiettivo del fotoreporter di Epoca Mario De Biasi. Una mostra fotografica che presenta una straordinaria serie di ritratti non posati dell’artista nel suo ambiente domestico. Foto d’Epoca, nel vero senso della parola, realizzate nel 1959.
È l’aprile del 1959 quando Mario De Biasi, inviato da Enzo Biagi, giovane direttore della rivista “Epoca”, si reca in via Fondazza 36 per realizzare un reportage su Giorgio Morandi. Noto per il carattere schivo e la ritrosia verso qualunque forma di esposizione della sua persona, l’artista chiede di essere fotografato tra le mura di casa. Nel salotto in cui si accoglievano gli ospiti, rigorosamente in giacca e cravatta.
Le foto d’Epoca, ritratti in maniche di camicia
Il servizio ci restituisce un Morandi non in posa, che non assume atteggiamenti innaturali o forzati, rientrando perfettamente in un genere che De Biasi aveva già sperimentato, quello dei ritratti di personaggi famosi colti nella loro quotidianità, per i quali aveva coniato la definizione: “ritratti in maniche di camicia”. Assistiamo così a situazioni di domestica routine, tra libri da sfogliare come fonte di piacevole erudizione, l’immancabile sigaretta tra le dita e il caffè servito dalla sorella Maria Teresa, che riesce a strappare un raro sorriso al sempre composto e austero Morandi.
Anche De Biasi non ha, come nessun altro fotografo, la possibilità di ritrarre l’artista al lavoro nello studio, nell’atto sicuramente più identitario, quello del dipingere, né può includere nei suoi scatti il cavalletto, i pennelli, la tavolozza, i colori e gli oggetti protagonisti della ricerca artistica di Giorgio Morandi. Cosicché, scatto dopo scatto, dà vita ad una sequenza di primi piani intensi e fortemente espressivi di uno stato d’animo meditabondo e accigliato insieme. De Biasi riesce a penetrare la roccaforte di quell’appartamento e a far conoscere attraverso i suoi scatti l’aspetto originale di quella stanza, che Morandi scelse come set fotografico, e che oggi non esiste più.
De Biasi e Morandi , il fotografo e il maestro
Le sue immagini trasmettono appieno quel “senso di sobrio, misurato, decoroso agio borghese” di cui scriverà Arnaldo Beccaria nel 1963. Pochi mobili di foggia ottocentesca color noce scuro tirati a lucido incorniciano la figura di Morandi. La luce calda di un lampadario chandelier si sparge ovunque creando un’atmosfera particolarmente suggestiva grazie ai riflessi e ai giochi di luce creati dalle gocce in cristallo e De Biasi sembra esserne affascinato.
L’esposizione, curata da Lorenza Selleri e Silvia De Biasi – figlia del fotografo e responsabile dell’Archivio paterno – rimarrà visibile fino al 5 febbraio 2023 negli spazi di quella che fu la dimora-studio del maestro bolognese.
Casa Morandi
Casa Morandi, in via Fondazza 36 a Bologna, è la dimora-studio dove il maestro bolognese ha vissuto e lavorato dal 1933 al 1964. Prima di allora la famiglia risiedeva al n. 38.
L’originale dimora dove il maestro bolognese ha vissuto e lavorato ha dato il benvenuto al pubblico il 17 ottobre 2009. I vasi, le bottiglie, le conchiglie e i modelli di studio hanno ritrovano il loro posto nell’atelier e nel ripostiglio, ricostruiti per apparire così come erano ai tempi in cui viveva l’artista. Accanto al mobilio, ai suppellettili di famiglia e a parte della collezione di opere di arte antica appartenuta a Morandi, rivive parte della cospicua donazione che Carlo Zucchini, garante della casa museo, ha generosamente donato alla città.