Per la rubrica “33 giri di ricordi”, meglio se in vinile: recensione e retrospettiva dell’album “A Berlino…va bene” di Garbo del 1981.
1981
Ronald Reagan succede a Jimmy Carter come Presidente degli Stati uniti d’America.
Polonia: il Primo Ministro polacco Józef Pińkowski si dimette e viene sostituito dal Generale Wojciech Jaruzelski.
Italia: durante una perquisizione i finanzieri scoprono una lista di iscritti alla loggia massonica P2.
13 maggio: mentre attraversa Piazza San Pietro a bordo della papamobile, Papa Giovanni Paolo II, viene ferito gravemente da colpi d’arma da fuoco sparatigli dal terrorista turco Mehmet Ali Ağca, legato al gruppo dell’estrema destra turca dei Lupi Grigi.
Il 2 giugno muore in un incidente stradale a 31 anni il cantautore Rino Gaetano.
Nasce negli USA il canale televisivo musicale MTV.
22 ottobre: Stefano Baldi e Susanna Cambi, due fidanzati di 26 e 24 anni, vengono uccisi a colpi di pistola, dopo essersi appartati in auto, in cerca di intimità. L’arma utilizzata per commettere il delitto è la stessa che ha ucciso con le stesse modalità, due giovani a Scandicci il 6 giugno dello stesso anno. È il quarto duplice omicidio del cosiddetto Mostro di Firenze.
La Juventus vince il suo diciannovesimo titolo. Capocannoniere del torneo è stato Roberto Pruzzo (Roma) con 18 reti.
Alice vince il trentunesimo Festival di Sanremo con “Per Elisa”, brano scritto dalla stessa cantante, insieme a Franco Battiato e Giusto Pio.
Up the line
Nel 1981, l’Italia sta vivendo una fase di grande fermento musicale e sociale. Sul piano culturale, i giovani cercano nuove forme di espressione e si avvicinano a generi come la new wave e il post-punk, che trovano un’eco nel contesto italiano. Band e artisti nazionali iniziano a sperimentare con sonorità provenienti dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti, dove nomi come Joy Division, David Bowie, e i primi Depeche Mode tracciano le nuove direzioni della musica contemporanea.
In questo clima di innovazione e di ricerca nasce “A Berlino…va bene” di Garbo. Un disco che si pone come manifesto di un’Italia desiderosa di internazionalizzarsi, rimanendo però ancorata alle proprie tradizioni.
Garbo
Renato Abate, conosciuto come Garbo, è un giovane milanese affascinato dalla scena musicale d’oltremanica e dall’atmosfera cosmopolita di Berlino, città simbolo di rottura e di sperimentazione. Garbo, ispirato dal fermento artistico europeo, inizia a comporre musica con una visione originale, che unisce il gusto per le atmosfere cupe e sintetiche con testi che riflettono il malessere giovanile.
Prima della pubblicazione del suo disco d’esordio, Garbo è un nome emergente, ma privo ancora di una vera identità musicale riconosciuta. La sua capacità di creare atmosfere rarefatte e testi densi di significato segna però già una direzione chiara.
Moncalieri, agosto 1981
Ho incontrato Garbo una volta sola, tanti, ma proprio tanti anni fa, all’inizio della carriera.
Agosto del 1981, stadio Comunale di Moncalieri: concerto di Franco Battiato, il tour di “Patriots”, con Giusto Pio nel line-up. Il Sommo Maestro presentava in anteprima, con la base, due canzoni dal nuovo album, “Che è quasi pronto e si intitolerà La voce del Padrone”: “Bandiera bianca” e “Cuccuruccucu”.
E un giovane esordiente a fare da supporter, Garbo, appunto.
Rimasi colpito da quel ragazzo poco più grande di me, con le idee chiare, simpatico e disponibile che, proprio come me era “stufo di quei cantautori noiosi e tristi, che arrivano sul palco col bottiglione di vino e la chitarra acustica e…basta perché poi divento polemico”.
Rimasi colpito da quella musica che sapeva tanto di oltremanica, “sta per uscire il mio primo album che si intitola non casualmente, A Berlino…va bene”, e che rappresentava qualcosa di mai sentito prima, di assolutamente geniale, da parte di un artista italiano.
Non ci siamo più incontrati da allora, ma ho seguito passo passo la sua carriera, se posso permettermi, mai abbastanza celebrata.
Mi piacerebbe incontrarlo, adesso, dopo tanti anni: sono sicuro che avremmo tante cose di cui parlare.
A Berlino…va bene
Il disco d’esordio “A Berlino…va bene” esce appunto nell’autunno del 1981, e il titolo già evoca l’atmosfera sospesa e magnetica della capitale tedesca, divisa tra due mondi. Garbo sceglie Berlino come simbolo di una realtà moderna e al contempo alienante, dove è possibile riflettere sui temi dell’alienazione e dell’inquietudine esistenziale. Con questo album, Garbo porta in Italia un suono innovativo che unisce synth ipnotici, chitarre cupe e testi enigmatici, ispirati alla poetica della new wave.
Il singolo principale, che dà il titolo all’album, rappresenta alla perfezione questo spirito: un racconto sospeso, che esplora emozioni e sensazioni di spaesamento. Le canzoni si snodano attraverso atmosfere fredde e minimali, ma lasciano trasparire un senso di libertà e di ricerca individuale che attira l’attenzione dei giovani dell’epoca.
L’uscita di “A Berlino…va bene” segna un momento di svolta nella carriera di Garbo e lascia un’impronta duratura sulla musica italiana. L’artista milanese riesce infatti a imporre uno stile unico, introducendo il pubblico italiano a sonorità internazionali che, fino a quel momento, sembravano lontane dalla scena nostrana. Con il suo stile distaccato e i suoi testi introspettivi, Garbo incarna un nuovo modo di fare musica: intellettuale, complesso, e profondamente personale.
Dopo l’uscita dell’album, Garbo consolida la sua immagine di “cantautore della new wave italiana” e continua a sperimentare nei lavori successivi, mantenendo sempre viva la sua ricerca artistica. Negli anni, si afferma come uno degli artisti più rappresentativi della scena alternativa, diventando un punto di riferimento per le generazioni future.
Fotografie
Nonostante non sia un album di successo commerciale immediato, “A Berlino…va bene” si rivela un disco seminale per molti artisti italiani degli anni ’80 e ’90. L’album è presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia alla posizione numero 55, e diventa un cult per gli appassionati del genere e segna l’inizio di un percorso che porta Garbo a sviluppare una discografia coerente e significativa. Le atmosfere malinconiche, la poetica urbana e il sound sperimentale di questo disco risuonano ancora oggi e restano un’ispirazione per artisti contemporanei.
Grazie a Garbo e al suo lavoro pionieristico, la new wave italiana acquista una voce propria, capace di confrontarsi con il panorama musicale internazionale, rendendo “A Berlino…va bene” un album simbolo e una testimonianza della voglia di rinnovamento culturale degli anni ’80 in Italia.
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