“Lorenzo 1994”: attraverso gli anni ’90 con Jovanotti

Per la rubrica “33 giri di ricordi”, quelli che hanno segnato un’epoca, recensione e retrospettiva dell’album “Lorenzo 1994” di Jovanotti.

1994

Il presidente degli USA Bill Clinton e il presidente russo Boris Yeltsin firmano gli accordi del Cremlino con i quali si impegnano a fermare il puntamento pre-programmato dei missili nucleari verso gli obiettivi di ciascun paese e provvedono allo smaltimento dell’arsenale nucleare in Ucraina.

A Oslo viene rubato dalla Galleria Nazionale il famoso dipinto L’urlo di Edvard Munch. Viene ritrovato tre mesi dopo (nel 2004 viene rubata dal museo Munch un’altra delle quattro versioni esistenti, tre delle quali in quest’ultimo museo).

Lo schieramento di centro-destra guidato da Silvio Berlusconi vince le elezioni, sconfiggendo il centro-sinistra dei Progressisti e la coalizione di centro del Patto per l’Italia, e dando inizio a una nuova fase politica italiana: la Seconda Repubblica.  

Seattle (Washington, USA), 5 maggio: il leader della band Nirvana, Kurt Kobain, muore nella sua casa, ucciso da un colpo di fucile. Si tratta ufficialmente di suicidio. Il suo cadavere è scoperto l’8 aprile.

1° maggio: alla curva del Tamburello, tratto di pista dell’Autodromo enzo e Dino Ferrari di Imola, si schianta la Williams di Ayrton senna. Il pilota brasiliano morirà alle 18:40 all’Ospedale Maggiore di Bologna.  

22 novembre: vengono identificati i componenti della Banda della Uno bianca: si tratta di poliziotti guidati dai fratelli Savi.

Il Milan vince il suo quattordicesimo titolo, il terzo consecutivo. Capocannoniere del torneo Beppe Signori (Lazio) con 23 reti.

Aleandro Baldi con “Passerà” vince il 44° Festival di Sanremo.

People from Cecchetto

Lorenzo Cherubini è uno dei tanti “figli” del produttore, deejay, discografico, presentatore e tutto quant’altro fa spettacolo, Claudio Cecchetto.

Come ampiamente raccontato nello speciale trasmesso in TV (se lo avete perso, potete vederlo in streaming su RaiPlay), l’artista romano fa parte di quella nidiata di artisti “creati” nel vero senso della parola, dal talent scout veneziano.

Amadeus, Fiorello, Gerry Scotti, Fabio Volo, Leonardo Pieraccioni, sono alcuni dei nomi usciti dalla fucina di Radio Deejay prima e Deejay Television dopo, passando per Radio Capital. Senza dimenticare Sandy Marton, Sabrina Salerno, Tracy Spencer e gli 883.

Personaggi che hanno creato un nuovo modo di fare televisione, radio e spettacolo in genere.

Punta di diamante, forse “figlio” prediletto, Jovanotti, per il quale il buon Cecchetto prevedeva e forse sognava una carriera da presentatore, tanto da vedere il lui, parole dello stesso Lorenzo: “Il nuovo Pippo Baudo”.

No grazie. Sono onorato, ma preferisco fare musica”. La risposta.

Jovanotti for President

Leggenda vuole che inizialmente il nome d’arte scelto da Lorenzo sia “Joe Vanotti”, ma il tipografo a cui commissiona una locandina promozionale per una serata in discoteca commette un refuso scrivendo “Jovanotti”. Un refuso che porterà fortuna.

Ed è subito “Gimme five”, “La mia moto”, “Vasco”, “E’ qui la festa?”, “Ciao mamma”: una serie di successi stratosferici che da un lato fanno la felicità del pubblico più disparato, dall’altra fanno storcere il naso a quelli più “saputi” e “imparati”. Quelli che Guccini descrive come “critici, personaggi austeri, militanti severi”.

Poi l’incontro con Saturnino, non solo eccelso bassista, e la musica cambia, girndo decisamente verso la world music, comunquesempre interpretata in chiave hip hop e funky.  Lorenzo dimostra maturità e voglia di migliorarsi, intraprendendo un discorso più “cantautorale”, come ha detto sui stesso nel programma TV: “Si trattava di ricostruire un personaggio. Personaggio che il pubblico vedeva come un cartone animato”.

Una tribù che balla” e “Lorenzo 1992” sono il preludio al masterpiece.

Lorenzo 1994

L’album è posizionato al 5° posto nella classifica dei 100 migliori album italiani secondo Rolling Stone.

Pubblicato appunto nel 1994, album segna un momento cruciale nella carriera di Jovanotti, o di Lorenzo Cherubini, se preferite.

Una fusione esplosiva di generi musicali che spaziano dal rap al pop, dall’hip-hop alla dance, con tocchi di reggae e influenze latine. Questa mescolanza di stili è stata una mossa audace per l’artista, ma è stata accolta con entusiasmo dai fan e dalla critica, consolidando ulteriormente la sua reputazione come pioniere della musica italiana contemporanea.

Uno degli elementi distintivi di “Lorenzo 1994” è il suo ritmo incalzante e le sue liriche contagiose. Jovanotti si fa strada attraverso le canzoni con un mix di flow rapido e melodie orecchiabili, creando un’atmosfera che cattura l’energia e lo spirito dei giovani degli anni ’90. Brani come “Penso positivo“, “Piove” e “Serenata Rap” sono diventati inno della generazione, con testi che parlano di speranza, amore e di come affrontare le sfide della vita con ottimismo e determinazione.

Ma “Lorenzo 1994” non è solo divertimento e leggerezza. L’album offre anche momenti di riflessione e introspezione, come nella traccia “Io ti cercherò“, dove Jovanotti esplora temi di ricerca interiore e di connessione umana. Questa profondità emotiva aggiunge una dimensione extra alla sua musica, dimostrando la sua capacità di trasmettere emozioni complesse attraverso le sue canzoni.

Gente della notte

Anche dal punto di vista della produzione, “Lorenzo 1994” si distingue per la sua innovazione e avanguardia. Jovanotti e il suo team di produzione hanno sperimentato con suoni e tecnologie all’avanguardia dell’epoca, creando un’esperienza sonora avvolgente e coinvolgente che continua a resistere alla prova del tempo.

A distanza di tre decenni dalla pubblicazione, “Lorenzo 1994” continua a essere un punto di riferimento nella storia della musica italiana contemporanea.

Il resto (tra tour negli stadi, libri, colonne sonore, polemiche), è storia.

Leggi anche:

Zucchero “Sugar” Fornaciari: la consacrazione di “Oro, incenso e birra”

Vasco Rossi pubblica “Bollicine” e nasce il mito

Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera

“Buon compleanno Elvis”: il sogno americano di Luciano Ligabue

“Figli delle stelle”: Alan Sorrenti porta in Italia il Los Angeles Sound

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.