Greed, il film maledetto in proiezione al Cinema Massimo

Per la rassegna “Torino Città del Cinema 2020. Un film lungo un anno”, in proiezione al cinema Massimo di Torino, la pellicola “Greed” di Eric Von Stroheim

Greed è uno di quei film che fanno la storia di Hollywood. Ispirato al romanzo McTeague di Frank Norris, è meglio conosciuto come uno dei “film maledetti” della storia del cinema. La sua realizzazione è parte delle tante leggende di Hollywood. La pellicola è un adattamento del regista Erich von Stroheim e di Joseph Farnham. Girato in luoghi reali, talvolta in condizioni climatiche proibitive, è il risultato di un incredibile sforzo produttivo. Rispecchia l’idea rivoluzionaria di un cinema capace di coinvolgere lo spettatore in un’esperienza fino ad allora completamente inedita. Erich von Stroheim amava definirsi “L’uomo che amate odiare”. Autore maledetto e visionario mal tollerato dai produttori di Hollywood, è invece una delle intelligenze più acute della storia del cinema. Von Stroheim ha saputo proiettare la settima arte verso la compiuta maturità. Greed, ne è l’esempio più affascinante.

Greed, una scena del film in bianco e nero, con un signore e una sgnora a braccetto, vestitoìi in abiti del 1920

I numeri di Greed

Ci vollero ben nove mesi di riprese per la sua realizzazione, e 470.000 dollari, cifra davvero esorbitante per l’epoca (1924). La versione integrale aveva una durata di circa sette ore, pari a 42 bobine. Considerato inoltre, che è un film muto, era davvero una pellicola inacettabile per la Goldwyn. A malincuore, il regista realizzò una versione tagliata, 24 bobine, corrispondenti ad una durata di circa quattro ore. Con l’aiuto regista Rex Ingram e del montatore Grant Whytock, si arrivò una pellicola ditre ore.

La definitive version fu il frutto di un ulteriore taglio e montaggio. Ridusse il film a 10 bobine, cioè 108 minuti di proiezione, incontrando però l’ira e il disaccordo di Eric Von Stroheim. E’ la versione che è arrivata a noi e che circola ancora oggi, dove però i tagli di interi personaggi e episodi, hanno penalizzato non di poco l’opera cinematografia che la bellezza del film. Le parti tagliate dalla pellicola vennero quasi tutte distrutte, e fanno di Greed uno dei più celebri film perduti di Hollywood.

Malgrado tutti gli adattamenti, il film fu un flop clamoroso, scarsi incassi e aspre critiche. Ma nonostante ciò, nel tempo, è stato enormemente rivalutato e giudicato uno dei film chiave della storia del cinema. Nel 1999, la casa dententrice dei diritti, la Turner Entertainment, ha cercato di restaurare la pellicola inserendo le poche parti recuperate e realizzando una versione di quattro ore e mezza.

Torino Città del cinema 2020: appuntamento al cinema Massimo

Il 12 febbraio, al Cinema Massimo di Torino, Sala Cabiria, sarà una serata speciale. Infatti, il film Greed sarà proiettato e sonorizzato dal vivo. Un’impresa quasi titanica quanto il film, poichè non era mai stata commissionata una partitura originale. Ad eseguire la colonna sonora di Greed, un sofisticato ensemble di virtuosi della chitarra che si alterneranno sul palco suonando in solo o in duetti, trii e quartetti.

Xabier Iriondo (Afterhours), Stefano Pilia (Afterhours), Paolo Spaccamonti e Asso (Vinicio Capossela, PJ Harvey), insieme al sassofonista Luca Mai (Zu) e il batterista Paolo Mongardi (Fuzz Orchestra, Zeus!), interpretano le immagini di Stroheim offrendo agli spettatori un’esperienza suggestiva e unica.

L’iniziativa fa parte di Torino Città del Cinema 2020. Un film lungo un anno. La rassegna è un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino

Ingresso euro 10.00 (intero)/8.00 (ridotto)/5.00 (studenti universitari)

almadarte
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Almadarte esprime la mia passione per tutto il bello che la vita ci regala. L’arte, il teatro, la musica, il cibo, la poesia. La bellezza è una qualità che diventa sensibile alla prima impressione, l’anima l’apprende e riconosciutala, l’accoglie e in un certo modo le si accorda. 43 anni studi classici, amante dell’arte figurativa in modo particolare, desiderosa di apprendere e curiosa di ogni forma di cultura, osservatrice attenta dell’arte culinaria fa suo il motto di George Bernard Shaw “non c’è amore più sincero di quello per il cibo”