I dieci migliori libri italiani di narrativa del 2023. Secondo noi.

A inizio anno si tirano sempre le somme di quello passato. Vorremmo farlo anche noi, ma in modo diverso In questo articolo vi vogliamo dare la nostra personale classifica di quali sono stati i dieci migliori libri italiani di narrativa del 2023. Non è la classifica dei più venduti, neanche quella dei più discussi o dei più letti. E’ semplicemente quella che, chi vi scrive pensa che siano i dieci titoli italiani che, hanno emozionato, intrigato e appassionato di più. Quelli che ci hanno fatto entrare un poco di più dentro noi stessi che ci hanno riflettere sorridere e divertire. Più semplicemente quelli che sono rimasti nel cuore.

Nella classifica dei dieci migliori libri italiani secondo noi, non esiste un primo, né un secondo né un terzo. Esistono dieci libri che vale la pena leggere. Una top ten del cuore, diciamo così.

Il Prezzo degli Innocenti, Maria Laurino

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Maria Laurino, nel libro Il prezzo degli Innocenti(Longanesi), racconta una storia agghiacciante: come il Vaticano abbia sottratto migliaia di bambini alle loro madri. La storia di un sopruso internazionale che ha devastato migliaia di famiglie. Una storia che parte dagli orfanotrofi italiani del dopoguerra fino ad arrivare all’ America di oggi. “E’ una storia che ogni donna può capire e temere: l’incubo di vivere in una società in cui una religione potente e un governo acquiescente stabiliscono la trama della tua vita”.

"La Chiesa cattolica etichettò le migliaia di bambini mandati in America prima come «orfani di guerra» e poi come «orfani», ponendoli tra le braccia aperte di coppie senza figli il cui primo requisito, per diventare genitori, era una solida devozione alla fede cattolica. La Chiesa portò avanti questo programma di adozione che pure violava la legge italiana, evidenza che il governo fece notare a un funzionario del Vaticano in numerose occasioni. Eppure il programma andò avanti. I bambini ottenevano il visto grazie a una clausola specialea ggiunta nel 1950 alla legge statunitense sui profughi, il Displaced Persons Act; intesa come gesto di generosità per trovare casa agli orfani che avevano perso i genitori durante la seconda guerra mondiale, la clausola in realtà fornì un flusso costante di bambini illegittimi da adottare, a partire dal 1951 e fino alla fine degli anni Sessanta. Ho scoperto questa storia incredibile grazie a una telefonata casuale, un sabato mattina del 2017." - da Il prezzo degli Innocenti

La compagnia del gelso , Franco Faggiani

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Un ritmo incalzante e uno stile brillante quello di Franco Faggiani nel suo ultimo libro La compagnia del gelso, Aboca Edizioni. Faggiani regala ai suoi lettori un bagaglio di conoscenze botaniche attraverso le avventure rocambolesche dei suoi personaggi. Un romanzo dai toni caldi, fatto di risate amore e nostalgia per un passato rurale.

Pier Maria Croz, professore e milanese di nascita, si è da poco trasferito alla facoltà di Scienze Forestali dell’Università di Ascoli. Vive in una villetta adiacente a quella dei proprietari di casa, l’anziano Nevio e la figlia Fosca, due abitazioni pressoché identiche, tanto che una sera Nevio, alla guida della sua mitica Panda 30, confonde gli ingressi e investe il professore. L’incidente ha però tutto il sapore di un segno del destino… Nevio infatti ingaggia Pier Maria come autista e lo coinvolge nelle bizzarre avventure della banda di ottantenni di cui fa parte.

Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi

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Ferrovie del Messico è un romanzo d’avventura, ma anche un romanzo d’amore. Evoca terre esotiche e lontane, ma è anche un omaggio al territorio di Asti. E’ un volo incredibile sulla linguistica: presente, passata, colta, dialettale e inventata. E’ un libro corale dai protagonisti marcati. Un viaggio gioiosamente drammatico che ci porta in voli pindarici tra fatti e situazioni, storie e storia, mestieri e personaggi. Il tutto a cavallo tra gli anni Venti e Quaranta. Un libro che è volato in alto solo grazie al passaparola di lettori e librai. Tanto in alto da entrare come finalista al Premio Strega 2023.

Il mio obiettivo nella scrittura, e di conseguenza in Ferrovie del Messico, è quello di raggiungere una sorta di linguaggio parlato letterato. Raccontare come se si fosse al bar, ma inserendo nel linguaggio dei significati diversi che si intrecciano tra loro. Quindi troviamo il parlato della Asti del 1944 affiancato al linguaggio aulico. Parole in disuso cui ho dato nuova linfa e parole comuni sovrautilizzate con un nuovo significato. La scelta linguistica e semantica è poi caduta anche su termini inventati, neologismi, o codici gergali come ad esempio la lingua zerga della mala, presente dall’Ottocento fino ai primi del Novecento. Volutamente inserita perchè il romanzo tratta di personaggi che sono al margine della società“. Così ci raccontava qualche mese fa Gian Marco Griffi in un’ intervista a Zetatielle Magazine,

Un posto sotto questo cielo, Daniele Scalise

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dieci migliori libri italiani La ricreazione è finita copertina

Daniele Scalise firma uno sconvolgente romanzo sulla vita di Edgardo Mortara, il bambino ebreo rapito nel 1858 da Papa Pio IX. Un posto sotto questo cielo, edizioni Longanesi è un romanzo-saggio intenso e toccante che getta nuova luce su una storia in parte dimenticata che ha ispirato anche il nuovo film di Marco Bellocchio, Rapito(uscito nelle sale il 25 maggio 2023).  il regista Marco lo ha liberamente tratto dal primo libro scritto da Scalise su questa oscura vicenda: “Il caso Mortara”, uscito nel 1997.

In Un posto sotto questo cielo, Scalise prova a esplorare per la prima volta uno spazio che va al di là della fredda ricostruzione storica. Lo spazio del dolore di un bambino di sei anni, figlio di un modesto mercante ebreo di passamanerie, che i gendarmi dello Stato pontificio strappano alla famiglia, la sera del 23 giugno 1858 a Bologna con l’ ordine del Tribunale della Santa Inquisizione, per il suo trasferimento a Roma.

I bambini si rompono facilmente, Silvia Vecchini

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I bambini di Silvia Vecchini sono così. Rischiano di rompersi, forse si sono già rotti, ma qualche volta sono così forti e precisi da saper aggiustare i grandi in pericolo, e da aggiustarsi da soli. Con la precisione della prosa e lo slancio della poesia, che aveva già mescolato in Prima che sia notte, l’autrice racconta bambini veri alle prese con situazioni più grandi di loro. Qualche volta ne escono incrinati, però vinti mai.

Mamme fragili che rischiano di sbriciolarsi, nonne arrabbiate e urlanti, adulti distratti o troppo accalorati che criticano, giudicano, sentenziano. Una bambina con una coda di sirena che stupisce la spiaggia per le ragioni sbagliate; una bambina che non parla e che i grandi cercano di estrarre dal suo silenzio ricattandola con mille tentazioni; un bambino che pesca nel lago, aspettando con pazienza di catturare il pesce più bello di tutti, che forse pesce non è; un bambino agitato dall’arrivo di un fratellino nella nuova famiglia del padre e poi capace di comporre una nuova serenità, se solo fosse vero; un bambino che si ostina a voler trovare rifugio in cima a un armadio, in ricordo di una traversata in cui qualcuno l’ha issato in alto perché la calca degli adulti compressi dentro la stiva non lo schiacciasse.

Il fuoco invisibile di Daniele Rielli

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In questo libro, Daniele Rielli racconta come nel 2013, in Puglia, e nel Salento in particolare, accada qualcosa senza precedenti: i contadini si accorgono che i loro alberi di ulivo, simbolo della loro terra nonché importante risorsa economica, seccano in tempi molto rapidi, come bruciati da un fuoco freddo. Nessuna malattia dell’ulivo fino ad allora conosciuta causa danni simili. Cominciano le analisi, arriva la risposta: è un batterio, Xylella.

L’ulivo è l’albero simbolo della civiltà mediterranea ed è ritenuto immortale, le piazze si riempiono di manifestanti che protestano contro le misure di contenimento e la magistratura mette sotto accusa gli scienziati che hanno scoperto la malattia: è la tempesta perfetta. Oggi almeno 21 milioni di ulivi – tra cui molti alberi secolari e millenari, un patrimonio insostituibile – sono morti. L’epidemia si muove inesorabile verso Nord e rimane aperta una domanda: come è stato possibile? Daniele Rielli segue questa vicenda sin dall’inizio, per anni parla con gli scienziati che studiano il batterio, incontra i negazionisti che non credono alla malattia, ascolta gli agricoltori e i frantoiani che cercano di salvare le loro aziende, studia i documenti, interroga le persone, percorre migliaia di chilometri dentro un territorio che da paradiso terrestre si sta trasformando in un gigantesco cimitero vegetale, perdendo così la sua identità più profonda.

“Mio nonno, poco tempo prima di morire, raccontò uno strano sogno. Due ulivi di una sua campagna erano completamente bruciati. Ed erano bruciati senza fiamme, come consumati da un fuoco invisibile.”

La ricreazione è finita, di Dario Ferrari

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i dieci migliori libri italiani La ricreazione è finita copertina

Marcello è un trentenne senza un vero lavoro. Per spirito di contraddizione, partecipa a un concorso di dottorato in Lettere, e imprevedibilmente vince la borsa. Entra così nel mondo accademico e il suo professore, un barone di nome Sacrosanti, gli affida come tesi un lavoro sul viareggino Tito Sella, un terrorista finito presto in galera e morto in carcere, dove però ha potuto completare alcuni scritti.

La ricreazione è finita è un’opera che si presta a significati e interpretazioni molteplici. Un narrato in cui si stratificano il genere del romanzo universitario – imperniato dentro l’artificioso e ossimorico mondo dell’accademia -, con il romanzo di formazione; il divertimento divagante sui giorni perduti di una generazione di provincia, con la riflessione, audace e penetrante, sulla figura del terrorista; e il romanzo nel romanzo, dove l’autore cede la parola all’autobiografia del suo personaggio. Questo libro racconta la storia di due giovinezze incompiute, diversissime eppure con una loro sghemba simmetria.

La bambina nel vento di Luca Crippa e Fabrizio Onnis

Dalla notte dei Cristalli al processo di Norimberga ai medici nazisti. Una straordinaria storia vera che resterà nella memoria e nel cuore. Di grandissimo valore civile e impossibile da dimenticare.«Racconto di quando ero una “bambina nel vento” perché non accada più a nessun bambino di sentirsi colpevole solo perché esiste». Hedy Epstein

Hedy è una ragazzina come tante. Ha una vita tranquilla in un piccolo paese tedesco, una famiglia affettuosa. Poi, un mattino, un professore le punta una pistola alla tempia davanti ai suoi compagni e le ordina di non tornare mai più a scuola. La colpa di Hedy è di essere ebrea. È il 10 novembre 1938, la mattina dopo la Notte dei Cristalli. I genitori riescono per un soffio o a farla fuggire in Inghilterra, appena prima che la catastrofe della Seconda guerra mondiale li travolga.
Otto anni dopo, si apre in Germania la stagione dei processi ai criminali nazisti. In quei giorni una bella ragazza arriva a Berlino. Anche se indossa una divisa americana, il suo è un ritorno. A riportarla in patria è una missione precisa: lavorerà al processo di Norimberga contro i medici accusati di aver condotto esperimenti disumani sui prigionieri dei campi di sterminio. Si calerà nell’orrore dei lager, tra i documenti in cui la lucida follia burocratica del Reich ha archiviato i propri delitti, per ricercare le prove della ferocia nazista oltre i volti imperturbabili dei ventitré accusati. Ma accanto alla missione ufficiale, Hedy Epstein ne ha una personale, difficilissima: scoprire notizie dei suoi genitori, le cui tracce si perdono di fronte ai cancelli di Auschwitz. Si accorgerà presto che il suo compito è ancor più arduo e doloroso di quanto potesse immaginare.
Hedy, però, non ha intenzione di arrendersi: non può ignorare l’urlo di quel vento in cui risuonano le voci care delle persone amate. Voci che le chiedono di non essere dimenticate. Lei, che di quel vento si sente figlia, non avrà pace finché non lo avrà placato.

Chi porta le ombre, di William Raineri

Tra presente e passato, un mosaico inquietante e misterioso, un appassionante noir velato di ironia. Chi porta le ombre è l’oper prima di uno dei più noti e premiati pubblicitari italiani che rompe tutti gli schemi e lascia con il fiato sospeso.

Novembre 1950.

Imbrigliata in un sottile reticolo di bruma, la Val Tenebrina sorge su un altopiano punteggiato da una miriade di cascine. Un luogo incantato di verde su cui si posano pigre le case di Mugno, il centro abitato. Ogni mattina, Benito Pietra – trentenne alto ed elegante, un bel paio di baffi neri e il profumo di sapone anche nei giorni feriali – prende la sua moto Guzzi e attraversa le campagne inseguendo i ricordi di una vita che non c’è più. Un mondo di guerra e di sangue, di agguati e imboscate tra partigiani e nazisti, un mondo in cui Benito aveva un altro nome, quello con cui è diventato leggenda, quello per cui la gente di Mugno ancora si ferma e si toglie il cappello: Comandante Olmo.

Ciò che la gente del posto non sa è che per uomini come Olmo certe battaglie non finiscono mai e certi conti rimangono in sospeso per sempre. Per questo, dietro un’esistenza all’apparenza tranquilla, fatta di ricordi di perduti amori e lavoretti da pochi spicci, c’è ancora il vecchio Comandante, che continua a fare quello che faceva in montagna durante la guerra: seguire le tracce, restare nell’ombra, colpire e scappare. Anche lui, però, ha un segreto inconfessabile che è deciso a conservare fino alla fine dei suoi giorni.

Tutto cambia quando su un giornale locale compare la notizia di tre suicidi avvenuti rispettivamente a Rovigo, Treviso e Verona. A togliersi la vita sono stati alcuni ex funzionari e gerarchi fascisti che, prima di uccidersi, hanno ingerito dell’olio di ricino. Ce n’è abbastanza per attirare l’attenzione del tenente dei carabinieri Enrico Carraro e del suo fedele braccio destro Giannelli, che iniziano a indagare. Ciò che emerge è una storia inaspettata e imprevedibile, che rompe tutti gli schemi e ci lascia con il fiato sospeso…

Una brava madre di Elisabetta Cametti

Una madre può essere luce o buio assordante. Non ci è concesso scegliere chi ci dona la vita. Qualcuno nasce in un abbraccio, qualcun altro all’inferno.

Fabrizio Ravizza e Aria si sono incontrati solo una volta. Lui è un editore di successo, appartenente a un’importante famiglia milanese, lei una tatuatrice molto seguita sui social, che vuole cancellare il proprio passato. Pochi giorni dopo quell’incontro, Fabrizio svanisce senza lasciare traccia. Della sua storia si occupa Giorgia Morandi, la conduttrice del programma televisivo che ha colmato il vuoto istituzionale in tema di persone scomparse. Per lei ogni caso è una missione, ogni vita un enigma da risolvere. E non si ferma alle apparenze, nemmeno quando la famiglia di Fabrizio sostiene che si sia allontanato volontariamente. Aria viene trovata accanto al cadavere di un uomo, in una stazione di servizio abbandonata. Impugna l’arma del delitto e confessa l’omicidio.

Ha evidenti disturbi della personalità e si sospetta che abbia ucciso altre volte: i media la soprannominano “la serial killer dell’inchiostro”, la procura la considera un soggetto socialmente pericoloso. Ma Annalisa Spada, capo della Squadra Mobile di Milano, non crede nella sua colpevolezza. Due casi paralleli. Due strade lastricate di bugie, tradimenti e verità inconfessabili. Un unico segreto, taciuto per oltre trentacinque anni. Elisabetta Cametti, una delle massime esperte di true crime in Italia, affonda gli artigli nelle pieghe più oscure della mente criminale. E ci mostra che il male è ovunque. Anche qui e ora.

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".