L’Alchimia di Milano, ristorante tra sacro e profano

Milano come tappa intermedia di un viaggio di lavoro.

Ho ancora il tempo di cenare e decido di entrare a L’Alchimia, in Viale Premuda 34.

Non conosco questo ristorante perciò entro senza alcun pregiudizio né aspettativa.

Il migliore degli approcci…

L’Alchimia, la location…

L’atmosfera è dolce, avvolgente, un posto elegante e raffinato che non mette soggezione, anzi ti accoglie come il più atteso e gradito degli ospiti ed è così che inizio a comprendere L’Alchimia, la fusione tra sensazioni diverse perfettamente in armonia tra loro.

Parquet a terra, soffitto a travi e qualche mattone a vista. Tavoli in legno massello, nudi, senza tovaglie. Luminoso di giorno e con luci soffuse la sera.

Poiché rivendico con orgoglio il capriccio tutto femminile di poter decidere in pochi secondi di buttarmi con l’elastico da un ponte (l’ho fatto) o impiegare tre giorni per scegliere il colore dello smalto (ho fatto anche questo), ho sempre uno slancio di gioia incontenibile quando scopro che i menu sono brevi, pensati e non banali.

Scelgo la degustazione, voglio un po’ di tutto, non so resistere.

Gli interni del ristorante L'Alchimia, dei divanetti a semi cerchio su un lato del corridoio, con tavolini apparecchiati, e divani dritti lungo la parete sull'altro lato

…il menu…

Il Pane è fatto da loro, ed è tanto buono da boicottare ogni miglior proposito di stare a dieta. Le materie prime di assoluta qualità e freschezza.

Abbandono ogni regola convenzionale che quasi impone di citare i piatti, descriverne le consistenze, i tempi di cottura un po’ andati o un po’ indietro, un po’ troppo a sinistra o troppo a destra.

A L’Alchimia si mangia benissimo, il servizio è ottimo, preciso, gentile, non esageratamente formale ma per nulla invadente. L’atmosfera è gradevole per trascorrere una serata così facilmente bella che quando arrivi alla fine sei dispiaciuto di dover andar via e non solo per la qualità del cibo, ma per come ti sei sentito bene…

…e il buon vino

Ha una cantina incredibile, per impatto estetico e varietà di etichette, 600 referenze tra l’Italia e il resto del mondo. Bollicine italiane e francesi e vini nostrani e d’Oltralpe

Tra sacro e profano

Come già detto, non citerò i piatti, ma una curiosità si. Il particolare intrigante è che trovo interessanti i percorsi di abbinamento, ma soprattutto le degustazioni che vanno dal classico alla fantasia dello Chef.

Chef Giuseppe Pastorino

Concludo citando lo chef, Giuseppe Postorino, che viene a presentarsi con modi gentili, quasi dimessi, e allora chiudo il cerchio del L’Alchimia, perché lo chef non è affatto dimesso, è garbato come i suoi piatti, ha lo sguardo gentile e determinato, come i sapori che trovi nelle sue creazioni.

Sono tornata una seconda volta, partendo apposta dalla mia città, volevo essere sicura di non essermi sbagliata.

E’ stato addirittura meglio.

Ah dimenticavo…stella Michelin 2020 dopo solo un’anno di attività…

Potete trovare ulteriori informazioni sul sito ufficiale del Ristorante L’Alchimia.

L'Alchimia,  chef Postorino del Ristorante L'Alchimia di Milano, vestito con divisa da cuoco bianca, capelli neri corti, barba corta e baffi
Executive Chef Giuseppe Postorino – Ristorante L’Alchimia di Milano
almadarte
almadarte
Almadarte esprime la mia passione per tutto il bello che la vita ci regala. L’arte, il teatro, la musica, il cibo, la poesia. La bellezza è una qualità che diventa sensibile alla prima impressione, l’anima l’apprende e riconosciutala, l’accoglie e in un certo modo le si accorda. 43 anni studi classici, amante dell’arte figurativa in modo particolare, desiderosa di apprendere e curiosa di ogni forma di cultura, osservatrice attenta dell’arte culinaria fa suo il motto di George Bernard Shaw “non c’è amore più sincero di quello per il cibo”