Le dimensioni non contano?

Le dimensioni sono importanti?

Non è necessario addentrarsi nella sfera sessuale per parlare di dimensioni, il titolo è piuttosto un invito a guardarsi attorno e notare se qualcosa non ha “per caso” cambiato le dimensioni originali. Si tratta di prodotti che consumiamo abitualmente ma che da un momento all’altro cambiano il proprio aspetto, non si tratta solo di packaging ma di un vero e proprio rimpicciolimento: vale sia per le confezioni che per il peso; per il numero di biscotti, fazzoletti usa e getta e tanti altri articoli. Questo fenomeno in economia viene definito “shrinkflation”, si tratta di un termine inglese che fonde due parole: shrinkage (restringimento) e inflation (inflazione). Shrinkflation indica quindi un processo attraverso cui vengono ridotte le dimensioni dei prodotti mantenendo il prezzo invariato o in alcuni casi addirittura aumentandolo.

Quanto questo fenomeno è visibile? Chiedete alle vostre nonne -sicuramente consumatrici più attente- con quanti morsi si consumava un noto biscotto gelato, tanto per citare uno spot pubblicitario di inizi anni ’90. La prima volta che mi sono accorta di questa tendenza stavo tirando fuori dalla sua confezione un gelato con stecco, da allora ho prestato molta più attenzione a tutti i prodotti e con rabbia ho purtroppo constatato che quei gelati non erano gli unici ad aver subito modifiche relative alla loro quantità.

Ma se per un gelato, o per una bevanda forse è più facile accorgersi del “restringimento”, lo stesso non si può dire per il numero di biscotti contenuti in un pacco, oppure il numero di patatine. In Italia, secondo le rilevazioni Istat, la pratica di rimpicciolire le confezioni, senza ridurre i prezzi, viene applicata soprattutto su alcuni prodotti come: zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi.

quali sono le motivazioni che spingono le aziende a questo tipo di comportamento?

È una pratica di business astuta per combattere i costi alti e potenziare i guadagni senza far salire i prezzi, i consumatori infatti sono molto sensibili all’aumento di questi ultimi, per questo motivo è più facile apportare modifiche alla quantità delle merci.

Il rimpicciolimento non concerne solo i prodotti all’interno dei supermercati, anche nei ristoranti si sta assistendo a una riduzione di quantità, per quanto riguarda per esempio i dessert; in questo caso però la motivazione potrebbe essere diversa e trovare il consenso dei fruitori. Vi ricordate le lattine minuscole della CocaCola? Il prodotto subì un notevole restringimento che però attirò il consumatore attento alla salute, colui che sceglie volontariamente di ridurre il consumo di un determinato articolo. Questo meccanismo lo possiamo applicare ai dessert: se la quantità è inferiore il senso di colpa lo sarà altrettanto.

Se vi state chiedendo come difendersi da questo fenomeno dovrò deludervi: in nessun modo. In Italia l’Unione Nazionale Consumatori ha proposto di mettere a sistema controlli periodici sulle dimensioni (confezione e contenuto) e sui prezzi dei prodotti. Solo così si otterrà un monitoraggio che ci renderà più consapevoli, oppure una volta scoperto il trucchetto il consumatore perderà fiducia nell’ azienda.Ma voi sareste disposti a rinunciare a quel gelato che vi piace tanto?

Alessia Martino
Alessia Martino
Dice di sé: "Una speaker, un’attrice laureata in comunicazione e marketing, figlia del mare, una viaggiatrice pubblicista, un’appassionata di gare di moto innamorata poco segretamente di Valentino Rossi. Le dissero che nella vita sarebbe potuta diventare qualsiasi cosa, così ha scelto di esserne tante, non solo una...”