“Making movies” la consacrazione dei Dire Straits

Per la rubrica “33 giri di ricordi”: recensione e retrospettiva dell’album “Making movies” dei Dire Straits.

La Storia non è solo quella che si studia sui libri di scuola. E’ storia tutto ciò che ha contribuito al nostro sviluppo sociologico e che ha segnato gli eventi culturali. Ogni contesto storico è stato accompagnato dalla musica, colonna sonora che ha “battuto il tempo” e raccontato in modo indelebile la storia, fissandola a colpi di note nella nostra memoria. Nasce così la rubrica “33 giri di ricordi”, la musica che ha fatto la storia.

Proseguono gli appuntamenti con i 33 giri di ricordi, quelli che hanno segnato un’epoca: oggi parliamo di “Making movies” dei Dire Straits.

1980

Il Presidente USA Jimmy Carter annuncia il boicottaggio alle Olimpiadi di Mosca.

Vittorio Bachelet, vicepresidente del CSM e docente universitario, è assassinato dalle Brigate Rosse all’interno dell’Università di Roma.

Comincia l’esodo di Mariel: il presidente cubano Fidel Castro, concede la possibilità, ai cubani che vogliono andarsene, di abbandonare l’isola dal porto di Mariel. Il numero di esuli raggiungerà la cifra di 125.000 persone nei mesi successivi.

Iran: con un incidente aereo nel deserto di Tabas, fallisce il blitz voluto da Jimmy Carter, per liberare gli ostaggi americani a Teheran.  

New York: quattro colpi di revolver, sparati dallo squilibrato Mark Chapman, uccidono l’ex-Beatle John Lennon.

Toto Cutugno vince il Festival di Sanremo con “Solo noi”.

L’Inter vince lo scudetto, capocannoniere Roberto Bettega con 16 reti.

I Los Angeles Lakers vincono il campionato NBA battendo nei play off i Philadelphia 76ers.

Sultans of swing

In uno studio di registrazione a basso costo, Basing St. Studios, a Londra, nel giugno del 1977, un insegnante di letteratura appassionato di chitarra, Mark Knopfler, suo fratello minore David, un amico di quest’ultimo, John Illsley  ed un batterista, Pick Whiters, con un’unica esperienza professionale come membro dei Primitives, il gruppo di Mal (naturalmente prima di “Furia cavallo del west”), incontrato per caso in un pub, in piena epoca “punk” registrano un album di rock’n’roll classico, infarcito di venature blues e country, che risulta del tutto fuori moda e in controtendenza rispetto ai canoni dell’epoca.

Solo un anno dopo, con la ripubblicazione del singolo “Sultans of swing” il gruppo, Dire Straits, otterrà il meritato successo.

Probabilmente senza David Bowie, che quasi contemporaneamente pubblica “Heroes”, e senza i Dire Straits, non avremmo avuto modo di tramandare ai posteri la “musica anni ’80”.

Il “punk” era ormai uno sbiadito ricordo e stava per nascere la “British Invasion” che caratterizzerà un decennio intero.

Making movies

La storia d’amore tra i fratelli Mark e David finisce, e dalle macerie di questo rapporto, nasce la struttura maestosa del nuovo progetto.

“Making Movies” è un vero e proprio masterpiece, sotto tutti i punti di vista: artistico, musicale e stilistico. Un album dai suoni caldi e dai ritmi incalzanti: un’armonia perfetta tra poesia e musica.

Il disco abbandona alcune caratteristiche blues e country che hanno caratterizzato i primi due album della band, e punta dritto su un rock più puntuale e incisivo. Ma non solo. Per la prima volta, il nuovo leader indiscusso, decide di completare il suono, utilizzando le tastiere.

Il prescelto è Roy Bittan, tastierista della E Street Band di Bruce Springsteen, soprannominato “The Professor”: tecnicamente superbo, con i suoi tappeti sonori, riesce ad esaltare ulteriormente il virtuosismo chitarristico di Mark Knopfler, portando nuova linfa alla band.

Risultato: oltre 8 milioni di copie vendute, di cui oltre 700.000 in Italia dove raggiunge la prima posizione (mantenendola per 14 settimane), primo disco dei Dire Straits a raggiungere le vette delle classifiche mondiali.

Sette tracce, tutte di valore assoluto, tre delle quali (quelle del lato “A” del vinile), saranno scelte come singoli.

Dire Straits - il particolare dell'etichetta di un disco in vinile

Tunnel of love

Un intro riarrangiato sulla base di “The Carousel Waltz”, un giro di piano elettrico mai sentito in precedenza, e poi un’esplosione di ritmo, che colpisce come un pugno nello stomaco: la chitarra protagonista assoluta, assecondata dalle tastiere e sostenuta da una batteria in uptempo, che non lascia tregua.

Un breve romanzo in musica: la storia di due ragazzi che si incontrano per caso al luna park, scoprono di amarsi, ma a fine serata si lasciano, complice la paura di soffrire ancora.

Un testo molto poetico, al servizio di una musica che è poesia: una chitarra, come già sottolineato, protagonista assoluta, che ride e urla, nella prima parte del brano, piange e sussurra, nella seconda.

Uno stacco strumentale tremendo, ormai passato alla storia, tra schitarrate e rullate, nel bel mezzo della canzone, che è diventato il banco di prova di tutti i batteristi, di tutte le tribute band, sparse per il mondo.

Un videoclip “original ‘80”, che è praticamente uno short movie, dove la canzone diventa colonna sonora, in una perfetta sincronia tra immagini, musica e parole.

Romeo & Juliet

La pop ballad per eccellenza, probabilmente la più bella canzone d’amore mai composta.

Diversamente dalla tragedia scritta da William Shakespeare, il tema centrale richiamato dal titolo è l’amore perduto o non corrisposto. Il protagonista della canzone rappresenta il prototipo dell’innamorato sincero, i cui sentimenti sono stati traditi oppure non vengono ricambiati.

Disse lo stesso Mark Knopfler al riguardo: “Nella canzone, la figura di Romeo è intesa in senso ironico: si rende ridicolo perché quando una ragazza non ne vuole sapere, non c’è niente da fare. Anche se il suo cuore è infranto, ha un lato divertente. Ricordo anche di aver sorriso all’impaccio di Romeo mentre stavo scrivendo il brano: in un certo senso si rende ridicolo, ma questo fa parte della vita”.

L’arpeggio di chitarra resofonica, ormai fa parte della storia della musica.

Skateaway

La tastiera è protagonista assoluta del brano, che racconta, in modo quasi cinematografico, una ragazza che viaggia con disinvoltura sui roller, attraverso una convulsa metropoli, ascoltando incessantemente musica dal proprio walkman, estraniandosi così dalla realtà.

La canzone viene ricordata anche per via di Jayzik Azikiwe (12 maggio 1958 – 31 gennaio 2008), protagonista del videoclip, figlia del presidente della Nigeria Nnamdi Azikiwe, che è stata musicista, modella, poetessa, ed attivista in varie organizzazioni umanitarie. 

Money for nothing

This is the Dire Straits rock’n’roll orchestra”: così Mark Knopfler presentò la band al concerto di Torino, il 1° luglio 1981. Gli spalti del vecchio Stadio Comunale erano pieni da scoppiare, che neanche Bob Marley, Michael Jackson e David Bowie sono riusciti a tanto.

Segno di una popolarità in crescita esponenziale, nonostante tre soli album pubblicati tra il 1982 e il 1991, dopo “Making movies“, ovvero: “Love over gold”, “Brothers in arms” e “On every street”.

Al termine del world tour, nel 1992, il gruppo, rimasto di fatto con due soli membri originali, il fondatore e John Illsley, interrompe l’attività in maniera definitiva: Mark Knopfler, poco incline fin dagli esordi, alle regole del music business, decide di concentrare le proprie forze su una carriera solista, che gli permetta di sperimentare nuovi percorsi musicali, continuando a suonare dal vivo, ma su una scala ridotta.

Dirà lo stesso leader al riguardo: “Negli ultimi anni eravamo diventati una struttura gigantesca: durante i tour mi capitava di mangiare con persone del nostro staff che non conoscevo nemmeno, mentre a me sarebbe piaciuto stare un po’ a casa con i miei figli e dedicarmi a ciò che so fare meglio, ossia scrivere canzoni. Considero i Dire Straits come un luogo meraviglioso da visitare, ma non in cui fermarsi per viverci”.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.