Dio è fuori moda, è superato. Povero Dio…o poveri noi senza più un Dio?

“Povero Dio”, il nuovo singolo di Mariella Nava. Un brano che è una sublime riflessione sulla Fede e sulla Fiducia.

Dio è fuori moda, Dio non serve più, ora che l’uomo è Dio e gioca con la vita pensando di dominarla. Dio è un concetto sorpassato perchè la razionalità ha il sopravvento e non c’è più bisogno del timor di Dio, perchè tutto è legittimo nel nome del dio Danaro, che a calci ha buttato giu dalla croce quel Dio scomodo che ci ricorda di un passato in cui l’essere umano aveva una coscienza. Povero Dio…quanto sta soffrendo in silenzio, piangendo per la nostra superbia.

Il capro espiatorio perfetto perchè silenzioso e invisibile. Ma all’occorrenza diventa il baluardo a cui fare riferimento per incutere ancora terrore e giustificare l’odio, buttando giù bombe sulle teste dei “senzaDio” da punire, solo per la loro diversità o la loro povertà. Povero Dio…

Un Dio che assiste trasfigurato al delirio di onnipotenza di chi comandando il mondo si sostituisce a Dio e gioca con la vita dei popoli come si gioca ai dadi.

Un Dio comodo per fare una guerra ma facilmente ridimensionato quando si tratta di parlare di pace. Un Dio che non ci serve più, ma che ci ricordiamo di imprecare o pregare all’occorrenza. Povero Dio…

Non sono riflessioni sparse generate da una crisi mistica, ma indotte dall’ascolto dell’ultimo brano scritto da Mariella Nava.

Non nominare il nome di Dio

“Dio non parla più agli uomini” o siamo noi a non avere più orecchio e cuore per sentire la sua voce?

E non importa come lo chiamiamo, Dio, Allah, sempre Dio è. Unico e solo, triste e disperato dal profondo degli abissi all’alto dei cieli. Povero Dio…buttato via in una frase, perchè l’uomo è talmente vigliacco da non prendersela con se stesso ma con Dio.

Un Dio che teniamo nascosto sotto la maglietta, che preghiamo da soli nel buio della notte perchè se di giorno ci sentiamo Dio, nel freddo della nostra solitudine è ancora la nostra unica speranza.

Mariella Nava

Un cuore, una penna. Un talento naturale che è riuscita a scrivere pagine di musica indimenticabili. Non si può fare una “bio in pillole” quando parliamo di pietre miliari della musica italiana. Però si può far emergere quel lato privato, quel silenzio dell’anima che vive in un’artista, raccontando quello che nella quotidianità del suo essere umana fa per aiutare le persone.

Mariella è parte attiva della lotta contro la violenza sulle donne, ad Amnesty e all’Anmil. Non si risparmia mai nel prendere parte sia personalmente che con il suo lavoro artistico, a tutte quelle iniziative che necessitano sostegno e solidarietà. La Suoni dall’Italia è l’etichetta discografica indipendente che ha fondato per quei validi talenti cheva scoprendo girando per l’Italia. E’ ormai una passione-missione la sua, quella di prendersi carico di questi artisti e instradarli sulla via del successo.

Spesso sentiamo colonne sonore per campagne pubblicitarie di noti brand, senza sapere che è lei l’autrice. Terminata l’emergenza Coronavirus, Mariella tornerà in sala di registrazione per terminare i suoi progetti discografici. “Povero Dio” è un’anticipazione dettata dall’urgenza del periodo storico unico che stiamo vivendo a livello mondiale.

Povero Dio - Mariella Nava nella foto seduta guarda e sorride

Povero Dio

Ci sono modi e modi di fare una recensione, ma ci sono casi in cui per dare la giusta luce ad un brano, nessuno meglio del suo autore può farlo. Si può solo dire che una poesia come “Povero Dio” poteva scriverla solo un’anima sensibile ed elevata come quella di Mariella Nava, che ci regala un’ennesima perla musicale. Vi lascio alle immagini del video, di straordinario impatto e bellezza, e alle parole di Mariella.

Povero Dio è una canzone che mi è nata apposta per venire allo scoperto in questi giorni. Sembra che voglia parlare solo di Dio, di qualsiasi Dio, anche del mio, ma in realtà parla di noi, di tutti noi, di quello che siamo diventati. Una riflessione che ci ha sorpreso con la forza e il fragore inaspettato di un tuono prepotente in un silenzio e in un vuoto, in un fermo obbligato che abbiamo dovuto vivere”. Più che un commento, questo di Mariella Nava assomiglia a una preghiera.

Un Dio che non aveva più spazio in questo mondo che andava di corsa, ma che è tornato di moda in tempi di coronavirus, come un vecchio look rispolverato, perchè quando arriva l’ombra della Signora con la falce, la gente allora si ricorda di avere un Dio a cui ricorrere, come un jolly a scala quaranta.

Si è creato lo spazio per sentirlo, cercarlo e forse trovarlo insieme all’opportunità di considerare tutti i nostri veri punti deboli, alla nostra inopportuna esagerata frenesia che ci spingeva e consumava. Fede è fiducia e noi l’avevamo persa e, chissà, forse ritrovata proprio quando, perfino per pregare, bisognava essere distanziati e soli con se stessi”.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”