Massimiliano Rosati: Un chitarrista nel Tempio delle Macchine Analogiche

Massimiliano Rosati è uno dei più grandi chitarristi italiani. Dal palco del Festival di Sanremo, alle colonne sonore cinematografiche, da Amici di Maria De Filippi ai tour teatrali, fino ai dischi prodotti all’R.&B. Recording Studio di Civitavecchia, Roma. Un tempio delle tecnologie analogiche e digitali, di cui è direttore e sound engineer.

È stato in questi giorni protagonista dei suggestivi concerti all’Arena di Verona e alle Terme di Caracalla – trasmessi su Rai uno, condotti da Amadeus e Carlo Conti e con decine di ospiti – di una delle più meravigliose artiste italiane, di cui è storico musicista: Fiorella Mannoia.

massimiliano rosati e fiorella mannoia insieme sul palco durante un concerto

I fili invisibili

Io credo che esistano fili invisibili che legano – in un preciso disegno universale di cui non ci è dato modo di comprendere il senso – persone e storie apparentemente lontane tra loro.

Indifferentemente condividiate il pensiero pragmatico che il destino sia inevitabile, appartenuto a Jean – Paul Sartre, Sofocle e Shakespeare, o quello più romantico di un fato governato da leggi deterministiche, e quindi in qualche modo predeterminate, preferito da Albert Einstein, Tommaso D’Aquino e Thomas Hardy, è innegabile l’esistenza di trame sottili, che sfuggono alla nostra razionalità.

Il filo invisibile di cui voglio parlarvi oggi – che appartiene alla mia storia anche solo come lontano spettatore – lega tre maestri che ho ammirato e che ho avuto l’onore di avere come amici.

Roberto Puleo, chitarrista storico degli anni d’oro della CGD romana, amico e mentore. Il Maestro Maurizio Fabrizio, leggenda assoluta del mondo della musica, autore di brani immortali come “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini,”I Migliori anni della nostra vita” di Renato Zero, “Un emozione per sempre” di Eros Ramazzotti, “Strano il mio destino” di Giorgia e l’ospite di questa puntata di “Masterclass”, uno dei più importanti chitarristi italiani del momento, fine musicista e grande sound engineer.

Gianni Togni

Il comune denominatore di questo filo invisibile è uno degli artisti italiani più raffinati di sempre: Gianni Togni. Un musicista intrigante ed elegante, le cui canzoni sono state capaci di attraversare generazioni con grazia e stile.

L’ esordio discografico di Gianni Togni avviene negli anni ’70, ma è nel 1980 che conquista il grande pubblico con il singolo “Luna“. Il brano – con il suo testo visionario e un arrangiamento moderno e classico al tempo stesso, intarsiato da stacchi orchestrali, cambi di tempo e eleganti rivolti armonici – entra immediatamente nell’immaginario collettivo.

Debutta in classifica fiancheggiando “Video killed the radio star” dei Buggles, Una giornata uggiosa” di Lucio Battisti. E “Another Brick in the Wall” dei Pink Floyd. Per diventare nel tempo un intramontabile evergreen della storia della musica leggera italiana.

Maurizio Fabrizio

Artefice di questo capolavoro nuovamente il genio di Maurizio Fabrizio. Che nel brano, scritto da Togni e Guido Morra, suona pianoforte, tastiere, chitarre acustiche. Dirige una formazione di storici musicisti: Amleto Zonca ai sinth, Gigi Cappellotto al basso e Andy Surdi alla batteria. Suo collaboratore, alle chitarre elettriche, Roberto Puleo, con cui dividerà il palco nel successivo progetto di Angelo Branduardi.

Il filo invisibile di cui vi parlavo è l’eredità artistica del Maestro Maurizio Fabrizio e di Roberto Puleo sulla collaborazione con Gianni Togni, che viene proseguita dall’ospite che vado a presentarvi.

Su Zetatielle Magazine abbiamo il piacere di ospitare uno dei più grandi chitarristi italiani.

Massimiliano Rosati. E il suo meraviglioso studio di registrazione: L’ R.&B. Recording Studio, di Roma. 

Dove le macchine analogiche che hanno scritto la storia della musica sono ancora perfettamente operative. E nella freddezza di questa era musicale digitale, continuano a dare vita al calore di quel sound inarrivabile dei grandi dischi del passato.

Inseguito oggi da tutti i più importanti artisti e tecnici del suono del mondo.

massimiliano rosati intento a suonare una chitarra acustica

Massimiliano Rosati

Chitarrista, insegnante, songwriter, producer e sound engineer.

Anche se non siete addetti ai lavori, credo sia impossibile non abbiate mai ascoltato, magari senza saperlo, le chitarre del nostro prestigioso ospite.

Pur rimandandovi al sito ufficiale, dove rimarrete stupiti per il numero incredibile di collaborazioni, per sottolineare la sua grandezza artistica e la mia affermazione, vi anticipo qualche nome con cui Max ha suonato, in tv, nei dischi o nei live:

Gino Vannelli, Youssou n’dour, Patti Smith, Renato Zero, Massimo Ranieri, Andrea Bocelli, Clementino, Craig David, Michael Bolton. Anastacia, Boy George, Pino Daniele, Lucio Dalla, Gianna Nannini, Zucchero, Liftiba, Samuele Bersani, Antonello Venditti, Riccardo Cocciante. Francesco De Gregori, Gino Paoli, Raf, Vinicio Capossela, Loredana Bertè, Franco Battiato. Stadio, Marco Mengoni, La Rappresentante di Lista, Elio e le storie Tese, Patty Pravo, Caparezza. Tommaso Paradiso, Morgan, Anna Oxa, Luca Carboni, J-Ax, Gigi D’Alessio, Sangiovanni, Fiorello, Maneskin.

Il cinema

Le sue chitarre sono presenti in film quali “Vacanze di Natale 91” con Ezio Greggio e Cristian De Sica, “L’allenatore nel pallone 2” con Lino Banfi, “L’ultimo pulcinella” con Massimo Ranieri,Chi m’ha visto” con Beppe Fiorello. Elegantiscono le colonne sonore delle Fiction “Le ragazze di San Frediano”, con Martina Stella e Vittoria Puccini, “Una sera d’Ottobre”, con Vanessa Hessler e Gabriele Greco, “Fratelli Benvenuti”, con Massimo Boldi, Gloria Guida, Elisabetta Canalis, Massimo Ciavarro, “Anita”, con Valeria Solarino e Giorgio Pesotti, “La ragazza americana” diretto da Edwige Fenech.

Massimiliano Rosati ha lavorato in teatro con Massimo Ranieri, Gianni Togni, Max Giusti, Maurizio Scaparro, Sal Genovese (“Poveri ma belli”. “Il grande sfracello”, “Come un pesce fuor d’acqua”, “Chi nun tene curaggio”, “Bei tempi”, “Viviani Varietà”).

Ha solcato i palchi del Festival di Sanremo, come chitarrista ufficiale dell’orchestra, dei Seat Music Awards ,edizioni 2018, 2020, 2022, del Festivalbar, e di trasmissioni quali Non è la Rai, Maurizio Costanzo show, Domenica In, Tappeto Volante, Roxy Bar.

Diretto dal M° Peppe Vessicchio ha suonato nelle edizioni nove e dieci di Amici di Maria De Filippi. Ha fatto parte dell’orchestra del M° Gianfranco Lombardi in “Carramba che sorpresa” condotto da Raffaella Carrà.

Songwriter

Come Songwriter e Chitarrista ha pubblicato gli Album “Sun Fire” e “Falsopiano”,dove intervengono musicisti del calibro di Luca Trolli, Massimo Moriconi, Sergio Quarta, Javier Girotto, Michel Audisso, Tollak Ollestad, Flavio Mazzocchi, Ettore Gentile, Massimo Fedeli, Carlo Mezzanotte, Pierpaolo Ranieri.

Nella sua carriera è stato testimonial per noti marchi del settore professionale chitarristico come TGD Guitars, Utopia Custom Shop Guitars, Magnetics Pick Up, Mayson Guitars, Salvador Cortez Guitars, Richwood Guitars, Lab Audio technology Cables, La Bella Strings, Techpicks, Mezzabarba Amplification, Bruco Valve Preamps, Costalab Pedals.

Live

Da anni collabora nei live e nei dischi di grandissimi nomi del panorama italiano. Ultime sue recentissime performance “Una, nessuna, centomila” e “Fiorella & Friends” con Fiorella Mannoia.

Il doppio live di Fiorella all’Arena di Verona è stato condotto da Amadeus e trasmesso in prima serata su Rai Uno, Rai Radio2 e RaiPlay. Sul palco dell Arena, oltre a Fiorella, Maxha accompagnato con le sue chitarre Alessandra Amoroso, Annalisa, Brunori Sas, Niccolà Fabi, Emma. Achille Lauro, Elodie, Tananai, Giuliano Sangiorgi, Ermal Meta, Noemi, Big Mama. Fabrizio Moro, Paola Turci, Francesca Michielin, Samuele Bersani, Mahmood, Pierò Pelù.

“Fiorella & Friends”,il concerto per festeggiare i 70 anni dell’artista – presentato da Carlo Conti – si è tenuto sul bellissimo palco delle suggestive Terme di Caracalla. L’orchestra di Fiorella, con le chitarre di Max, ha suonato per Claudio Baglioni, Francesco Gabbani, Ligabue, Giorgia, Gigi D’Alessio, Ron, Enrico Ruggeri, Ornella Vanoni, Elodie, Paola Turci, Alessandra Amoroso, Tosca, Luca Barbarossa, Ermal Meta, Noemi, Rocco Hunt, Frankie Hi Energie. 

La collaborazione tra Fiorella Mannoia e il sound chitarristico di Massimiliano Rosati è ormai consolidata da un numero grandissimo di live e produzioni di studio. E ha dato vita negli anni, a piccoli capolavori. Come questa delicata versione di “Anna e Marco” di Lucio Dalla, tratta dal DVD “Live a te”.

Dove le chitarre di Max – supportate dai grandi colleghi musicisti diretti dal M° Pippo Caruso -fanno da protagoniste assolute nel tessuto sonoro dell’orchestrazione.

Gae & Max: il progetto Massimo Bonanno

Conosco Massimiliano Rosati da molti anni.

La chitarra è stato uno dei miei primi amori e lo strumento dei miei studi accademici. Roberto Puleo e Maurizio Fabrizio, due grandi punti di riferimento del mio percorso di autore, sono stati due grandi chitarristi, oltre che autorevoli arrangiatori.

Che piacere quindi a suo tempo conoscere un altro grande chitarrista come Massimiliano Rosati. Un professionista che aveva proseguito il loro lavoro, ed era riuscito, con la sua visione personale e il suo sound, a traghettare l’universo sonoro di Gianni Togni attraverso le successive due generazioni. In un sodalizio che dura tutt’oggi. In questi giorni è stato infatti pubblicato l’ultimo lavoro discografico di Togni, “Edizione straordinaria”, curato proprio da Max.

Ai tempi del nostro incontro, Max aveva arrangiato il progetto di un bravissimo giovane interprete, Massimo Bonanno, per cui avevo scritto degli inediti. Guidando una piccola formazione di eccelsi professionisti: Cristiano Micalizzi alla batteria (Laura Pausini, Daniele Silvestri, Loredana Bertè, Ornella Vanoni, Riccardo Cocciante, Gazebo, Christian De Sica), Massimo Guarini al basso ( Gino Paoli, Samuele Bersani, Fabrizio Bosso, Claudio Baglioni) e l’indimenticato Flavio Mazzocchi alle tastiere (Andrea Bocelli, Pino Daniele, Amedeo Minghi).

È in quella occasione che ebbi modo di conoscere per la prima volta anche il suo famoso studio, l’R&B recording studio, di Civitavecchia, Roma. E il suo meticoloso lavoro di sound engineer.

R.&B. Il Tempio della Musica Analogica

L’R.&B. Recording Studio di Massimiliano Rosati è un vero e proprio Tempio della Musica Analogica.

Nelle sue stanze sono in funzione le storiche macchine con cui sono stati suonati e incisi i capolavori con cui la mia generazione è cresciuta. Sapientemente integrate alle tecnologie digitali più attuali.

Per gli addetti ai lavori bastano pochi nomi tra tutti per capire di cosa stiamo parlando:

il Mixer D&R Orion Custumizzato da Riccardo Bruco; il registratore analogico Otari MX80 24 tracce su 2”; i reverberi Lexicon 480L e 960L; l’outboard analogico valvolare firmato Manley VoxBox, Universal Audio e Bruco Custom. Non ultimi i bellissimi Main monitor Tannoy SRM 15 perfettamente tarati e corretti dal magnifico sistema ARC Studio della IK multimedia.

Per i non intenditori, condivido la mia personale esperienza sull’importanza degli strumenti analogici.

Il Dio delle piccole cose

Con “Il Dio delle piccole cose“, scritto con Max Gazzè e Francesco Gazzè, ho avuto l’onore di partecipare, come autore, ad uno dei dischi cantautorali considerato dalla critica come tra i più importanti dell’ultimo ventennio: ” Il padrone della festa” del trio d’elite di cantautori romani Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè.

Un album che ha ricevuto le certificazioni Disco D’oro e Doppio Disco di Platino dalla Fimi, ed è stato finalista al Premio Tenco come miglior album cantautorale. Un disco storico che tra qualche giorno, il 6 Luglio 2024, sarà celebrato- nella decima ricorrenza dall’anno di pubblicazione – con una grande festa al Circo Massimo di Roma, con 50 mila biglietti venduti.

Per la realizzazione di quel disco Max, Niccolò e Daniele – eccellenze assolute del campo della musica italiana – decisero di utilizzare la strumentazione analogica con cui i Pink Floyd incisero l’album “The dark side of the moon“. E i microfoni e preamplificatori utilizzati dai Beatles negli Abbey Road Studios di Londra.

Una scelta inusuale, che – aldilà della immensa bravura dei protagonisti – mette in risalto l’importanza di alcuni tipi di tecnologie per la creazione di quei dettagli che distinguono i capolavori dai semplici lavori ben fatti. Scelte che hanno sicuramente contribuito, nel tempo, a consolidare la qualità e lo straordinario successo dell’Album.

Tecnologia digitale

Perché la verità è che la tecnologia digitale ha sostituito quella analogica per fattori come la praticità lavorativa, la sensazione di nitidezza e precisione. Ma gli appassionati di musica sanno che lo ha fatto rubando all’ascolto la gamma di armoniche e sfumature che conferiscono quella sensazione di calore e profondità. La stessa che ci permette di emozionarci ancora oggi ad ogni ascolto di dischi che appartengo alla storia.

Sono stati registrati in analogico, capolavori come “The Wall” dei Pink Floyd; “I love Supreme” di John Coltrane; “Born to Run” di Bruce Springsteen; “Thriller” di Michael Jackson; “Hotel California” degli Eagles;”Pet Sounds” dei The Beach Boys; “Exile on Main St.” dei The Rolling Stones; “Court and Spark” di Joni Mitchell.

All’ R&B di Massimiliano Rosati sono naturalmente presenti tutte le migliori tecnologie digitali, ma lavorano in simbiosi e al servizio di quelle analogiche. Alla ricerca di quel sound storico.

Gianni Togni commenta così l’esperienza di studio:

“La sala di incisione dove mi appoggio è del mio chitarrista Massimiliano Rosati. Lui è un grande appassionato del suono e con lui lavoriamo da sempre in analogico. Io sono nato con il calore restituito dai nastri. E questo tipo di sonorità piatta che oggi va per la maggiore non riesco più a sentirla. Tutti i musicisti che lavorano con noi sono sempre rimasti colpiti dalla qualità finale del suono. Il digitale è importante ma, secondo me, solo nella preproduzione”.

un collage di immagini

Masterclass. Intervista a Massimiliano Rosati.

Sono sicuro Max nasconda un suo ritratto in stile Dorian Gray da qualche parte dello studio. Ieri sera era all’Arena di Verona con Fiorella Mannoia e i suoi ospiti. Oggi mi accoglie all’ R&B con la sua consueta gentilezza, simpatia, energia positiva. Come se avesse suonato dopo cena per degli amici in una serata qualsiasi.

Qual è il tuo segreto per gestire concerti così complessi come gli ultimi appuntamenti di Fiorella? Dove oltre la protagonista principale, hai accompagnato sul palco decine di artisti diversi, ognuno con il suo stile.

“Gli studi, la preparazione, gli ascolti, e le ore di live della tua esperienza personale, diventano fondamentali a certi livelli”

“Sono i fattori che ti permettono di raggiungere gli obiettivi richiesti anche quando ti confronti con stili completamente diversi tra loro. E quando i tempi per le prove sono stati minimi. In particolare per gli appuntamenti televisivi, che implicano velocità e organizzazioni più frenetiche”.

“Alla fine, porti sul palco chi sei. La tua storia, la tua esperienza, la tua passione. Oltre il puro mestiere”.

Digitale e Analogico. Qual è il tuo rapporto con la tecnologia?

“Nei live è fondamentale il digitale”.

“Le sempre più performanti richieste degli artisti e del pubblico richiedono strumentazioni con il massimo grado di interfacciabilità e velocità di comunicazione. Sono quindi un estimatore del digitale, che permette di avere le migliori prestazioni e il miglior sound con semplicità. Lasciandomi libero di concentrarmi solo sul suono e sull’esecuzione”.

“In studio di registrazione il discorso cambia”.

“Lo studio è uno spazio dove la ricercatezza dei dettagli è quella che eleva il risultato finale. Le mie scelte da tempo prediligono le sonorità analogiche. Attraverso macchine, anche storiche, che richiedono, cura, tempo, attenzioni. Ma restituiscono poi tutto il calore appartenuto ai grandi dischi con cui sono cresciuto e che ho sempre inseguito e ammirato. Pensiero condiviso da molti colleghi e grandissimi artisti del mondo della musica, che hanno scelto di lavorare nel mio studio. In cui sono presenti tutte le innovazioni digitali che servono a migliorare i processi di lavoro, ma dove gli strumenti analogici sono i veri protagonisti, il valore aggiunto. Per un risultato finale che implica molto più lavoro, ma anche risultati sonori di grande qualità”.

roy paci in sala di registrazione

Come si svolgono le tue sessioni di studio con gli artisti?

“Musicisti e macchine sono al servizio dell’artista. Affinché possa esprimere al meglio la sua arte”.

“Molto spesso la scrittura del brano avviene insieme. Lo accompagno con una chitarra, in tempo reale, per decidere quale sarà la struttura generale. Mentre si completano testo, musica e direzione stilistica, lavoriamo in digitale, per avere la massima flessibilità su suoni, tonalità e tempi. Sperimentiamo, utilizziamo strumenti diversi per trovare gli accostamenti migliori”.

“In seguito, iniziamo a fare intervenire i musicisti che metteranno “in bella” le intenzioni iniziali. Che per esperienza personale vengono quasi sempre mantenute, perché i grandi professionisti, come Ranieri, Togni o il Maestro Maurizio Fabrizio, che citavi, si muovono molto per sensazioni oltre che per grandi competenze tecniche. E le prime cose che registri sono solitamente quelle giuste, quelle che contengono anche “l’anima” del brano. I musicisti hanno successivamente il compito di definire quelle idee, ma anche arricchirle con il loro sound e la personale esperienza”.

“Quando il brano è completato, la tecnologia analogica diventa poi fondamentale in fase di mix e mastering. Il suono “passa fisicamente” dentro macchine reali, fatte di circuiti e valvole. Macchine progettate e lasciateci in eredità da ingegneri del suono storici. Come Arthur Rupert Neve, David Manley o Bill Putnam. Quando i computer dovevano ancora nascere. E raggiungere la perfezione era una questione artigianale“.

Fiorella Mannoia & Massimiliano Rosati

Quale set di chitarre utilizzi per i live con Fiorella Mannoia?

“Due chitarre acustiche, una Mayson e una Richwood. Due chitarre elettriche, una TGD (Max Rosati Signature) e una Utopia Custom Shop (Max Rosati Signature). Utilizzo anche una chitarra classica: una Salvador Cortez.

fiorella mannoia in primo piano, vestita di scuro durante un concerto

Come le gestisci sul palco?

“Utilizzo per i concerti un Kemper, una tecnologia che offre una collezione di effetti e simulazioni di amplificatori. Una macchina già ottima di partenza, per quanto digitale”.

“Semplificando per i lettori non esperti, è un dispositivo che ti permette di “scattare un fermo immagine sonoro” della combinazione di suoni che hai trovato manualmente. Puoi memorizzare quelle impostazioni e “richiamarle” tutte le volte che ti servirà. Un’arma potente per la personalità di un musicista”.

“Adotto poi altri piccoli accorgimenti: come un pedale del volume per gestire la saturazione, un Kemper di scorta e un accordatore. Dall’uscita del Kemper entro in un preamplificatore valvolare di linea, senza controlli né guadagni”.

“In realtà i set sono in continua evoluzione. Anche se, in fondo, aldilà della tecnologia utilizzata, ricerco sempre un tipo di suono specifico. Quello che mi appartiene. Un po’ come quando nella vita ci si accorge di inseguire sempre la stessa tipologia di donna, quella che rappresenta il nostro ideale”.

Con gli artisti hai carta bianca sulla scelta delle migliori soluzioni chitarristiche?

“In studio ho il tempo di proporre soluzioni diverse. E quindi ho solitamente completa autonomia sulle migliori scelte per il brano su cui stiamo lavorando”.

“Nei live la direzione orchestrale -il sound finale che il brano dovrà avere – è deciso da un direttore artistico. Eseguiamo quindi con attenzione le sue indicazioni”.

Con Fiorella hai accompagnato decine di ospiti. Ognuno con il suo mood e la sua tonalità di esecuzione. Come si gestiscono concerti così complessi?

“Il singolo sound chitarristico scelto per ogni artista viene memorizzato e sincronizzato con lo spettacolo. Con i tempi, le luci, i click, la scaletta dei brani, appartiene a delle scelte fatte in precedenza. Come prima ti accennavo, utilizzo la versatilità delle tecnologie digitali per quelle funzioni che una volta richiedevano molto lavoro manuale e che adesso vengono pre -settate e poi memorizzate”.

“Per le tonalità – che nel caso dei recenti concerti di Fiorella, cambiano per ogni ospite – occorre tenere a mente l’obiettivo principale. Che non è saper suonare in scale diverse, (chiunque abbia un po’ di esperienza può farlo), ma preservare la bellezza del suono finale. In particolare, sulle chitarre acustiche e classiche, che per motivi costruttivi, suonano meglio in particolari modi esecutivi”.

“Per fare questo utilizzo diverse tecniche: dal semplice capotasto, a chitarre dalle accordature modificate. Nei casi più complessi ho il prezioso aiuto di un assistente di palco. Che ha il compito di prepararmi la chitarra che utilizzerò per la prossima canzone”.

“Questa figura controlla suono, impostazioni e accordatura. Per consegnarmi uno strumento già perfettamente calibrato per l’esecuzione. In modo io possa pensare solo a fare al meglio il mio lavoro senza dover pensare agli aspetti puramente tecnici”.

“Suonare mettendoci il cuore. Entrando in sintonia con il mondo sonoro dell’artista”.

massimiliano rosati in sala di registrazione

Un eterno Peter Pan

Come sempre, quando si è al cospetto di professionisti del calibro di Massimiliano, devo impormi di non rubare troppo tempo e dare un limite alle mie curiosità, che potrebbero non avere fine. In particolare, per me che ho avuto un passato da chitarrista e sognato i palchi e gli artisti con cui ha suonato.

Ringrazio Max per il tempo che mi ha dedicato e per la sua simpatia, che il suo accento romano ogni volta accentua. E per la passione che trasmette. Fattore non così scontato in questo mestiere. Che si legge negli occhi, nelle cose che dice, nel suo suono, nei dischi che produce.

Che ne fanno ai miei occhi, da sempre, un punto di riferimento indiscusso della musica italiana in studio e sul palco. Uno dei più bravi chitarristi e sound engineer italiani.

E un eterno Peter Pan.

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Gae Capitano
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Paroliere, compositore, arrangiatore e musicista italiano. Disco d’Oro – Disco di Platino – Finalista Premio Tenco – Vincitore Premio Lunezia Autori- Vincitore Premio Panchina, Resto del Carlino – Vincitore Premio Huco- Finalista Premio De Andrè – Valutazione Ottimo Mogol e Docenti Centro Europeo di Toscolano