Paolo Amati: una vita tra Cinema e Musica

Uno sguardo retrospettivo agli anni 80, testi confidenziali, un sound ricercato e accattivante. Questi gli elementi principali del mondo sonoro di Paolo Amati. Racchiusi nell’album “Io contro me” di prossima pubblicazione e anticipato dai nuovi singoli, tra cui “Dove eravamo rimasti”. Un progetto in cui convergono tutte le sue esperienze di musicista e producer, con centinaia di live e produzioni legate al mondo del cinema.

paolo amati sul palco, circondato fa fumo e luci colorate, intento a suonare il basso

Nel 1993 Gianni Morandi, sull’onda del successo dell’album e del singolo “Banane e Lampone” calcò i palchi di tutta italia con il tour “Morandi Morandi“. Soprannominato “I concerti dell’autobus“, per l’originale scenografia, curata da Maurizia Narducci, che ricostruiva sul palcoscenico l’ambientazione di una piazza. Con al centro un enorme autobus, tra una edicola e una panchina, dove erano posizionati strumenti e musicisti.

La band, il cui nome “Motore” rappresentava idealmente il cuore della forza motrice dello spettacolo, era formata da giovani musicisti che negli anni a seguire si sarebbero distinti nelle personali carriere: Ezio Zaccagnini alla batteria (Geoff Westley Ranieri, Syria, Endrigo, De Andrè) Alessandro Gwis al pianoforte (Massimo Ranieri, Sergio Endrigo, Syria, Lucio DallaTony Pujia alla chitarra (Biagio Antonacci Gianni Togni, Gino Paoli, Samuele Bersani).

Ai cori la bravissima Barbara Cola, che accompagnerà Morandi sul palco di Sanremo del 1995 come solista femminile nell’indimenticabile duetto di “In amore“.

“Morandi Morandi”, con la sublime regia di Ombretta Colli, replicò al Palace Theatre di New York, al Maple Leaf Garden di Toronto, per concludersi nel Maggio 1994, dopo 270 date in tutto il mondo, in una grande serata di celebrazione al Teatro Regio di Parma.

Sul palco, a completare la formazione della band, il basso e le chitarre di Andrea Amati e Paolo Amati. I nostri ospiti di Masterclass di Zetatielle Magazine, la rubrica dedicata alle eccellenze della musica italiana.

L’occasione per parlare di questi grandi Maestri è la pubblicazione discografica del nuovo Album di Paolo Amati, che – tra le molteplici attività di musicista e produttore – porta avanti il suo personale progetto di cantautore.

i fratelli paolo e andrea amati

Amati Bros: dagli esordi al cinema

Nei primi anni 90, dopo gli studi musicali, Andrea e Paolo Amati iniziano la loro attività di arrangiatori per Flavia Fortunato, Stefania La Fauci, Pupo, Marco Adami, Mietta.

Firmano insieme a Biagio Antonaccii successi di “Giovane amante mia” e “La regina dell’ultimo tango” per Gianni Morandi. Sono presenti al Festival di Sanremo 1998 come compositori e arrangiatori del brano “Come il sole” con i Percentonetto. Nel 1999 lavorano al doppio album “30 volte Morandi“, che contiene “Canzone libera” scritta da Eros Ramazzotti e il duetto di Morandi con il soprano francese Emma Shapplin, nel brano “Vento”.

Dai primi anni 2000 si specializzano nella realizzazione di musiche per film, iniziando una collaborazione con il M° Bruno Zambrini, uno dei più importanti compositori italiani di tutti i tempi.

Impossibile non aver ascoltato le loro composizioni, legate a film che fanno parte dell’immaginario collettivo.

Dai cinepanettoni di Boldi & De Sica, “Natale in India”, “Natale in crociera”, “Natale in Sudafrica“. Per quest’ultimo realizzano la cover di “Zangalewa“, che Shakira porterà al successo come la nota “Waka Waka“. La loro firma sonora è presente in “Nessuno mi può giudicare“, con Paola Cortellesi, “Gladiatori di Roma“, “È nata una star” con Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo,Ma tu di che segno sei“, “Notte prima degli esami oggi“, “Natale a Miami“, “Merry Christamas”, “Bodyguards”, “Femmine contro maschi” e “Pazze di me“, con i loro grandi cast di attori, Claudio Bisio, Serena Autieri, Fabio De Luigi, Nicolas Vaporidis, Lucia Ocone, Nancy Brilli, Flavio Insinna, Luca Argentero, Chiara Francini, Giorgio Faletti, Francesco Mandelli, Loretta Goggi, Giorgio Panariello, Carolina Crescentini

“Pazze di me” contiene anche la deliziosa cover di”Cocco e Drilli” cantata da Margherita Vicario e arrangiata dal maestro Zambrini, il grande compositore con cui continueranno a scrivere e arrangiare successi. Tra cui le recenti “Cose infinite” e “Semplicemente complicata” per il film “La mia banda suona il Pop“, con Christian De Sica, Massimo Ghini, Diego Abatantuono, Angela Finocchiaro, Anna Ammirati, diretto dal regista Fausto Brizzi. 

AP beat, le attività discografiche

APbeat è il nome della music label e società di edizioni musicali di Andrea e Paolo Amati.

La APbeat vanta di una Music Library di altissima qualità. Si occupa di arrangiamenti per discografia, corti, pubblicità, documentari, multimedia, TV e cinema. Negli anni innumerevoli i progetti prestigiosi curati dalla loro esperienza di musicisti e producer.

Uno tra i più importanti è quello della band Tree Gees – dedicata ai Bee Gees, e ai 40 anni di successi mondiali dei fratelli Gibbs – in cui Paolo Amati è bassista sul palco e autore di inediti. Con Alex Sammarini, frontman del gruppo, moltissimi gli appuntamenti prestigiosi di cui la band è stata protagonista. Tra questi il brano “Sweet embrace” inserito nella colonna sonora del film “Holiday” del regista Edoardo Gabbriellini, presentato al Toronto Film Festival.

the tree gees tribute band ufficiale italiana dei bee gees

Il Maestro Andrea Amati

Prima di occuparci degli ultimi lavori discografici di Paolo Amati, e del suo ultimo singolo, uscito in questi giorni, non posso esimermi dal condividere con voi un aneddoto legato al mio percorso d’autore, che probabilmente neanche il nostro ospite principale, Paolo, conoscerà.

Alla fine degli anni 90 ero un giovane autore alla ricerca del mio spazio discografico. I dischi d’Oro e di Platino erano ancora sogni inarrivabili nel cassetto.

Gli unici interlocutori per noi, scrittori di canzoni quasi sconosciuti, erano le figure editoriali legate alle Major. Ma erano difficili da contattare. Ancor di più, era complesso giudicare se il materiale da portare alle audizioni fosse, al di là della propria autostima, realmente competitivo.

Quindi – in un tempo dove social e web non esistevano ancora – si era tutti disperatamente alla ricerca di informazioni, contatti e consigli. Merce rara.

Uno dei pochi Maestri che mi dedicò tempo e attenzione fu proprio Andrea Amati. Ascoltò i brani, mi disse il suo parere su dove intervenire e mi consigliò quali figure, secondo la sua esperienza di professionista già affermato, avrebbero potuto essere interessate al mio lavoro.

Oggi ricordo con affetto sia la sua gentilezza che le sue osservazioni tecniche. Che cerco ancora di utilizzare quando scrivo.

Approfitto quindi dell’occasione di questo articolo – che attraverso il lavoro cantautorale di Paolo ci fa rincontrare – per ringraziarlo nuovamente. Per quell’attenzione che, allora, ha avuto un valore immensamente grande. Perché disinteressata e basata semplicemente sul rispetto, sulla professionalità e l’amore che Andrea ha per questo mestiere.

E’ giusto ricordare a tutti gli aspiranti artisti che l’ambiente dello spettacolo è sicuramente complesso e popolato da ogni specie e sottospecie di personaggi. Ma esistono anche grandi professionisti che si rivelano splendide persone. E a volte si ha la fortuna di incontrarle.

immagine da un concerto

Il Maestro Paolo Amati

Incredibilmente, in mezzo a mille prestigiosi progetti, Paolo Amati è riuscito nella sua carriera a trovare il tempo e il piacere di curare il suo personale lavoro di cantautore.

Polistrumentista e pioniere delle tecnologie dei primi computer musicali e delle strumentazioni  da studio di registrazione degli anni 80, affina il mestiere di autore e produttore collaborando alle produzioni di artisti italiani, tra cui Tony Bungaro. Uno dei nostri cantautori più raffinati, che ci regalerà gemme preziose come “Guardastelle” (Sanremo 2004) e diventerà uno degli autori più ricercati in Itali,  firmando bellissimi brani per Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni, Malika Ayane, Antonella Ruggiero, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Lara Fabian, Marco Mengoni, Emma Marrone, Giusy Ferreri.

Il produttore di Bungaro, Alessandro Blasetti, sarà fondamentale per l’incontro con Gianni Morandi, di cui Paolo Amati diventerà musicista nella band, autore e produttore di studio.

Una collaborazione durata dieci anni. Che Paolo ricorda con affetto, con queste parole:

Gianni è un artista straordinario. Mi ha insegnato cose che vanno oltre i concetti di musica. Per esempio a imparare a “Sentire”, durante i concerti, il calore delle luci dei grandi fari dei palazzetti dello sport. Sapersi muovere su un grande palcoscenico è una cosa importante quasi quanto saper suonare uno strumento. Un live è fatto anche, e soprattutto, di questi dettagli. Il pubblico nota tutto: magari l’errore strumentale può passare più inosservato del non saper cogliere la luce che illumina il giusto punto nel giusto istante. In cui devi farti trovare per rendere lo spettacolo ancora più bello. O del non saper enfatizzare con il linguaggio del corpo un passaggio musicale. Gli insegnamenti più rari che devo a Gianni sono stati quelli che solo chi ha vissuto sul palco per tutta una vita può darti”.

Il mondo sonoro pop di Paolo Amati si incrocia con il lavoro di produttore per il cinema con l’APbeat.

“Forse il segreto del nostro lavoro è stato portare, con mio fratello Andrea, la nostra esperienza del mondo del pop nel Cinema. Un universo sonoro dove è possibile anche sperimentare. Per il brano “Quiereme”, scritta con il Maestro Zambrini – il grande autore che ha firmato evergreen come “In ginocchio da te”, “La bambola” “non son degno di te – ho cantato in lingua spagnola, non propriamente la mia, ma il risultato è stato ugualmente interessante“.

“Il brano, inserito nei titoli di coda di “Natale in crociera”, con i suoi 25 milioni di euro di incasso al botteghino, ha portato il nostro stile e la nostra firma nel mondo. Con la mia interpretazione di “Dolce vita” di Ryan Paris, remixata dal famoso DJ Bob Sinclar e inserita in “Vacanze di Natale a Cortina”, ci siamo ritrovati come APbeat nelle classifiche mondiali di musica dance. Il cinema mi ha insegnato che tutto può succedere”.

I progetti di Paolo Amati arrivano fino ai giorni nostri con il nuovo album “Io contro me” di cui sono stati anticipati i singoli “Ho deciso”, “Le cose che non mi sono detto” e il nuovo brano, pubblicato in questi giorni, “Dove eravamo rimasti”.

Ho sentito l’esigenza di scrivere queste canzoni non per diventare famoso, ma per mettermi in gioco. Per i testi mi sono affidato alla collaborazione di Andrea, che è il filosofo di famiglia. Con la stessa fiducia con cui Lucio Battisti lasciava libera creazione a Pasquale Panella per le canzoni scritte insieme. I brani sono introspettivi e, come suggerito dal titolo dell’Album, a volte sono riflessioni tra me e me, allo specchio. Deja-vù di chi sono stato e chi sono oggi”.

L’album “Io contro me” è viaggio emozionale, partito dai singoli “Le cose che non mi sono detto” e “Ho deciso”. Con “Dove eravamo rimasti”, ho ricordato gli anni ‘80 attraverso storie di amore, amicizia e nostalgia, in un tempo in cui il walkman e le espadrillas colorate erano il simbolo di una generazione. Ricordi che diventano foto che, nella mente di chi li ha vissuti, non sbiadiranno mai“.

un collage di immagini relative a cartelloni cinematografici

Masterclass: il mondo sonoro di Paolo Amati

“Le cose che non mi sono detto”

[…] “Sei forte”, me lo hanno detto in tanti / Ma non ci ho mai creduto in me / Non so il perché / Il tempo che ho perso ed ho sprecato non l’ho cronometrato / Ma credo ormai sia andato / E quanti numeri non ho mai chiamato / A quanti squilli non ho mai risposto /Per soggezione o forse timidezza / Qui mi sono perso / E dopo una due tre quattro cinque sei sette settimane a non uscire di casa / Mi passa anche la voglia di mangiare, di suonare, di sognare, di trovare una via d’uscita / Però…in tutte le storie poi c’è sempre un però / Lo so, mi basti tu per poi trovare la via / Tu es la vie… Tu es la vie… […]

Ho molto ammirato questo brano di Paolo Amati appena uscito. Perché di ottima fattura, leggero e intelligente al tempo stesso. E credo ben rappresenti il suo sound. La produzione è ricercata e conoscendo la APbeat non v’erano dubbi. In questa canzone, loop ritmici in stile Subsonica, sinth analogici e cori, formano un tappeto sonoro su cui la voce di Paolo, professionale e dal timbro gradevole – che quasi sembra voler rimanere un passo indietro, per dare spazio a concetti e musica – costruisce immagini poetiche e al tempo stesso quotidiane.

Frasi come “Le foto che non ho mai vissuto” e “Correggo compiti che non ho mai fatto” suggeriscono riflessioni sulle scelte mancate e sulle opportunità perse. Il passato, bello e nostalgico, traspare in transizioni leggermente ironiche, come “Il tempo che ho perso, credo sia andato“. Le immagini della canzone passano effettivamente come in una sorta di film, alternando momenti di difficoltà del protagonista “Settimane senza uscire di casa” e quelli in cui tutto si risolve con un tocco di speranza “Mi basti tu per poi riprendere la via“.

“Dove eravamo rimasti”

[…] Dove eravamo rimasti? / Tre gettoni per un interurbana / “Stai tranquilla mamma poi ci sentiamo…ho finito i soldi” / Come eravamo… Ti ricordi? / Le espadrillas colorate ed i tuoi Persol persi all’alba dentro un bar / Con la tua vespa un po’ ammaccata correvamo il lungomare / “Quelle foto sai, non sbiadiranno mai”… / Dove eravamo rimasti? / Sto pensando a quando di innamorasti / del mio amico, quello che era un po’ stronzo, quello con la moto […] Come eravamo…/ Io illuso, un po’ sognante ed incantato / tu eri bella come non ti ho detto mai […]

Ad un brano così coinvolgente manca solo il film a cui fare da colonna sonora.

un collage di immagini

Deja-vù degli anni 80, treni, gettoni, chiamate interurbane, espadrillas colorate, il lungomare e le vespe ammaccate. Sinth Bass, loop elettronici, contaminazioni in stile Battiato (nella versione più pop del maestro dei maestri). Un tocco di disincanto e poesia alla Italo Calvino e un po’ di ironia e giochi di parole alla Daniele Silvestri. Cori professionali, cambi di tonalità ricercati nella struttura armonica e melodica – una sorta di leitmotiv stilistico di Paolo – e produzioni di grande livello.

In “Dove eravamo rimasti” ci sono tutti gli elementi principali dello stile di Paolo, basato su melodie accattivanti, un sound retrò e moderno al tempo stesso, e testi confidenziali e introspettivi.

L’analogia stilistica più immediata dell’universo sonoro è quella con la produzione di Tommaso Paradiso e i The Giornalisti.

Sono matrici comuni le sonorità pop, l’utilizzo di strumenti analogici e batterie elettroniche, le tematiche personali ed emotive, l’utilizzo di frame letterari capaci di arrivare all’ascoltatore ed evocare storie visive.

Anche se il repertorio di Amati è più colto e ricercato da un punto di vista letterario e musicale, i punti in comune con la produzione Tommasiana sono molti. E menzionati come punto di forza.

Perché Tommaso Paradiso è un artista che ha saputo arrivare al grande pubblico con un linguaggio semplice e immediato. Ed è da molti – il maestro Alberto Salerno in primis, una delle eccellenze storiche del mondo autorale – considerato uno dei grandi autori degli ultimi decenni.

L’anello di congiunzione e diversificazione tra i due artisti, Paolo Amati & Tommaso Paradiso, è il senso letterario delle canzoni.

Mentre Paradiso rimane confinato in testi elementari che sembrano presenti solo per fare da cornice necessaria alle musiche, le canzoni di Amati sollevano con delicatezza ricordi, concetti, dubbi e domande che lasciano un senso compiuto . Muovono elementi che in qualche modo appartengono a tutti. Ogni brano è un viaggio dove l’interprete si mette a nudo in prima persona, ma in fondo i veri protagonisti siamo noi. Perché gli stessi dubbi esistenziali raccontati, in qualche momento della nostra storia, sono appartenuti anche a noi. 

Una sorta di filosofia quotidiana, nascosta in ogni brano. Che assolve il difficile compito di “lasciare qualcosa del racconto” pur mantenendo quella sorta di leggerezza spensierata richiesta alle canzoni pop.

Rimaniamo curiosi in attesa di ascoltare il progetto completo di “Io contro me”. Che i primi singoli pubblicati fanno presagire come un momento di alto respiro musicale e buona energia in un panorama italiano musicale attualmente senza sorprese.

Perché il mondo sonoro di Paolo Amati non è così scontato. Nelle sue canzoni si percepiscono sia l’esperienza del grande musicista e producer, con centinaia di produzioni alle spalle, ma anche quella purezza d’animo e voglia di mettersi in gioco che appartengono alle anime pure e agli artisti veri. Quelli con la A maiuscola.

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Gae Capitano
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Paroliere, compositore, arrangiatore e musicista italiano. Disco d’Oro – Disco di Platino – Finalista Premio Tenco – Vincitore Premio Lunezia Autori- Vincitore Premio Panchina, Resto del Carlino – Vincitore Premio Huco- Finalista Premio De Andrè – Valutazione Ottimo Mogol e Docenti Centro Europeo di Toscolano