Massimiliano Pani: intervista al principe dei producer

Lei è la più grande interprete nella storia della musica italiana, con 150 milioni di album venduti. Lui è Massimiliano Pani, figlio di Mina Anna Mazzini e Corrado Pani, uno degli attori più carismatici dell’ultimo periodo d’oro del cinema e teatro d’elite, quello di Visconti, Strelher, Ronconi. Producer, musicista, arrangiatore, autore, direttore artistico della PDU.

Massimiliano Pani, intervistato da Gae Capitano per Zetatielle Magazine, è un principe del mercato discografico. Per modi, competenza ed eleganza. Una esperienza professionale unica, forgiata con le massime eccellenze tecniche e umane che, da sempre, collaborano al meraviglioso mondo sonoro di una leggenda: Mina.

massimiliano pani in primo piano indossa una giacca scura e ha i capelli corti brizzolati

Nel luglio del 2016, Rai uno inaugurava – con ospite Vasco Rossi – il programma “Supereroi”.

Un format intelligente e alternativo, dove – in un’automobile immaginaria e uno scenario da cartoon – i protagonisti venivano intervistati per conoscere le loro storie inedite. E scoprire quali figure erano state per loro un riferimento. I supereroi, appunto, della loro infanzia e adolescenza.

Ideatori e conduttori del programma, il giornalista Vincenzo Mollica e il discografico Massimiliano Pani.

Ospiti come Fiorello, Carlo Verdone, Gigi Proietti, Renato Zero, Fiorella Mannoia, Marco Mengoni, Paolo Conte, Renzo Arbore, Caterina Caselli, Ivano Fossati, elessero, per gli appassionati di musica e storie come me, il programma ad un vero e proprio cult indimenticabile.

Se qualcuno mi chiedesse quali sono stati i miei miti personali, tra questi ci sarebbe sicuramente il nome di Massimiliano Pani. Di cui ho sempre ammirato l’eleganza, i modi cortesi, la scrittura, la grandissima professionalità.

In uno dei miei, ormai consueti, incontri per proporre brani a Mina, Massimiliano ha voluto regalarmi il piacere di rispondere ad alcune mie curiosità sul suo mondo discografico.

E su quello di Mina. Che condivido con voi.

Un appuntamento davvero speciale per Masterclass, la rubrica di Zetatielle Magazine dedicata alle eccellenze della musica italiana. Perché oggi parliamo di eccellenze tra le eccellenze.

Vere e proprie leggende.

un collage di immagini delle copertine degli album di mina

Massimiliano Pani è un produttore, compositore e arrangiatore italiano.

Affina la sua esperienza collaborando con musicisti del calibro di Toots Thielemans, Franco Ambrosetti, Brian Auger, Danilo Rea, Massimo Moriconi, Roberto Gatto, Maurizio Gianmarco, Alfredo Golino, Gabriele Comeglio, Antonio Faraò, Ugo Bongianni.

La sua formazione di musicista, curata inizialmente dai maestri Mario Robbiani e Celso Valli, viene impreziosita dalla collaborazione con il famoso Maestro, direttore d’orchestra e arrangiatore, Gianni Ferrio.

Come autore, firma canzoni di successo in Spagna, Francia e Italia, lavorando con autori di riconosciuto livello come Valentino Alfano e Giorgio Calabrese (Charles Aznavour, Gino Paoli, Luigi Tenco, Umberto Bindi, Ornella Vanoni).

Con Piero Cassano dei Matia Bazar (Ramazzotti, Milva, Fausto Leali, Sergio Dalma) firma i brani di Mina E va bene ti voglio. Devi dirmi di sì, Comincia tu, Rose su rose, Sotto il sole dell’Avana, Cosa manca, Anima nera, Sei o non sei.

Come compositore lavora al fianco dell’arrangiatore e orchestratore Franco Serafini (Vangelis, Zucchero), con cui realizza colonne sonore originali per film, fiction e sceneggiati Tv per Mediaset. Medusa, Ara Endemol, RAI, e spot pubblicitari per Barilla, Fiat, Scavolini, TIM, Tassoni, Smart, Unicredit, Wind telecomunicazioni.

E ancora…

Tra i lavori, alcuni firmati con il maestro Serafini, ricordiamo Chiara e gli altri (Fiction, Canale 5), Da cosa nasce cosa, del regista Andrea Manni(colonna sonora, 1997). Sei forte maestro (Fiction, Canale 5), VIvere (Fiction, Canale 5), La terza stella (Fiction, Canale 5), Terapia d’urgenza (Fiction, Canale 5). La banda dei Babbi Natale, del regista Paolo Genovese (colonna sonora, 2010), Universitari, molto più che amici, del regista Federico Moccia (colonna sonora, 2013). Italia da stimare, Natale da Stimare (Rai Uno 2016) Supereroi (Rai Uno, 2016-2017).

Per la televisione, conduce e partecipa ai programmi e alle manifestazioni Gelato al limone (1996), David di Donatello (1996), Telethon (1996), Premio Recanati (1997). Telesogni, Festival di Sanremo (1997), Salone del Libro (1997), Europa Mon Amour (1998), È stato solo un flirt (2012), Techetechetè (2015), Supereroi (2016-2017).

In qualità di esperto, partecipa alla giuria del Festival di Sanremo (2016) e dal 2010 al 2017 fa parte del cast di Ti lascio una canzone, condotto da Antonella Clerici. Dividendo il palco della giuria con Fabrizio Frizzi, Stefania Sandrelli, Francesco Facchinetti, Orietta Berti, Pupo, Cecilia Gasdia, Chiara Galeazzo, Lorella Cuccarini.

Dal 2011 al 2015 diventa membro del consiglio di amministrazione di SUISA consorella Svizzera della SIAE.

In veste di produttore, compositore e arrangiatore, si rivela nel tempo un versatile musicista in studio di registrazione, occupandosi con maestria di produzioni stilistiche diverse.

Da Celentano a Ivano Fossati, da Fabrizio De Andrè agli Audio 2, da Monica Naranjo a Renato Zero. Moltissimi sono gli artisti che hanno scelto di affidare il loro materiale discografico alla sua esperienza. Maturata ai massimi livelli produttivi mondiali, seguendo l’eccellenza delle produzioni e dei musicisti, nell’ambito dei progetti dell’etichetta di famiglia: la PDU svizzera.

Dall’album Kirye, del 1980, inizia ad occuparsi –in qualità di produttore e arrangiatore– del marketing, della distribuzione, della comunicazione e della produzione artistica della più bella voce femminile italiana di tutti i tempi.

La leggendaria Mina

Mina in primo piano, i capelli lunghi e scuri, indossa un vestito scuro senza spalline

Massimiliano Pani, il principe della discografia

Di Massimiliano Pani ho sempre ammirato tre rare qualità: la filosofia di vita, la professionalità, la gentilezza.

La filosofia di vita perché crescere artisticamente nella luce di due figure così importanti come Corrado Pani, uomo dal grande carisma, straordinario attore, e uno degli ultimi belli del cinema d’elite, e Mina, personaggio iconico, unico e innovativo, una delle voci più belle mai esistite – rischiava di essere complicato.

Massimiliano poteva diventare uno dei tanti figli d’arte che – la storia insegna – (e recentemente anche Amici di Maria De Filippi), difficilmente riescono poi nella realtà a eguagliare brillantemente chi li ha preceduti.

Lui ha scelto di non avere come obiettivo professionale le carriere, forse irraggiungibili, delle titaniche figure dei suoi genitori. Ma ha intrapreso una strada di formazione personale. Operando, con umiltà, al seguito (e successivamente al comando) dei più grandi professionisti del settore della musica. Per diventare un insigne professionista, una voce autorevole del mercato discografico, un elegante uomo di spettacolo.

Ne ho sempre ammirato la professionalità.

Perché Massimiliano Pani è un produttore con un obiettivo difficilissimo: curare il materiale sonoro di una leggenda.

Quando Mina Mazzini pubblica una canzone, tutto il mondo ha gli occhi puntati su di lei. E le produzioni devono essere ineccepibili. Camei di bellezza in grado di competere a livello internazionale e sfidare la prova di resistere al tempo.

Infine, ma in realtà al primo posto, ho sempre apprezzato la sua gentilezza.

Perché Massimiliano Pani è davvero un principe dell’ambiente discografico. Una delle persone più cortesi e disponibili incontrate nella mia esperienza d’autore.

Non è un particolare così scontato. In un ambiente, e in un mondo, dove tutti urlano più forte per farsi ascoltare e usano ogni mezzo per emergere – la sua competenza, unita ai modi gentili, sono sempre stati per me esempi da seguire.

Un codice per muoversi nel mondo: la gentilezza come modo di porsi nella vita e una professionalità basata sul proprio lavoro e sui risultati concreti.

massimilani pani in primo piano, indossa una giacca blu e ha un microfono nella mano sinistra

Mina & Massimiliano Pani: la possibilità di un sogno

Vorrei spendere un ultimo pensiero personale sulla mia grande ammirazione per Mina & Massimiliano Pani.

Aldilà di quella, ovvia, per una interprete che ha scritto la storia della musica italiana e per un producer raffinato.

Un punto di vista di cui nessuno mai parla. Ma che ritengo straordinario.

Mina è la cantante italiana per eccellenza. Il sogno di ogni autore è poter scrivere una canzone per lei.

Una voce polimorfe, eccezionalmente tecnica. Dalla pasta sonora caleidoscopica, sorprendente, bellissima.

La sua grandezza è anche legata all’essere un personaggio paradigmatico e innovatore, che ha riscritto le regole del canto in Italia. Da sempre icona nell’immaginario collettivo e all’apice della notorietà e delle classifiche. Oggi con Angelina Mango e Annalisa, quindi sempre attualissima. Inutilmente imitata e mai imitazione di nessuno.

Con il suo stile, la sua personalità e la sua – ancora ineguagliata – bravura, è una firma sonora riconoscibile in tutto il mondo.

Mina è anche sempre stata una pioniera del pensiero sociale e discografico.

Dagli esordi della sua carriera, ha sempre dato spazio agli autori di canzoni, riconoscendone il valore prima di tutti. Un gesto unico.

Lei e Massimiliano Pani ascoltano chiunque proponga una canzone e scelgono per i dischi quelle che ritengono più belle, indifferentemente siano state scritte da Ivano Fossati o da un autore sconosciuto.

Dare la possibilità reale a tutti di poter ambire alla realizzazione di un obiettivo così importante, è un gesto umanamente speciale, lungimirante, fuori dal comune.

In qualche modo anche storico.

Pensateci un attimo: il mondo solitamente non funziona così.

Immaginate di scrivere a Bill Gates e ricevere il suo parere personale sulla vostra candidatura in Microsoft. Di chiedere a Miss Universo (o a George Clooney, per il pubblico femminile) di uscire a cena, e avere una cortese risposta sulla possibilità si possa organizzare. O di voler giocare la finale di un mondiale e sentirvi rispondere “Entra in campo e mostraci come giochi“.

Per usare le parole di Massimiliano “Mina pensa sempre e solo al pezzo. Non a una questione di marketing o discografia. Se pensa il brano sia forte, lo interpreta“.

Nella vita reale non va solitamente così. Ma Mina e Massimiliano Pani, – dedicando, negli anni, il loro tempo a migliaia di provini- hanno regalato, e continuano a donare, a tutti gli autori di canzoni la possibilità di questo sogno.

E questo credo davvero vada molto al di là della grandezza di una delle cantanti più incredibili che abbiamo mai avuto, e della professionalità di un discografico rinomato come Massimiliano Pani.

il figlio di Mina in primo piano

Massimiliano Pani. L’intervista

Massimiliano mi riceve con la sua consueta cortesia. La location sullo sfondo luminoso è una delle stanze della PDU. Un tempio per gli appassionati di musica. Immagino le grafiche moderne alle pareti, la tecnologia d’avanguardia, il moog usato da Lucio Battisti e il prezioso pianoforte Steinway&Sons Grancoda da concerto, costruito per il maestro Arturo Benedetti Michelangeli.

Particolari che appartengono alla storia di un luogo musicale magico, in cui sono nati tanti capolavori.

Inizio con una prima curiosità personale. Nel programma scritto e condotto da te e Vincenzo Mollica per la Rai, hai sempre chiesto ai tuoi ospiti quali fossero i loro supereroi. Qual è stato il tuo?

“Artisticamente, sicuramente Ivano Fossati. Che ho avuto come ospite in trasmissione e con cui ho avuto il piacere di lavorare. In particolare, in occasione della registrazione dell’album Mina-Fossati. Un disco molto bello, perché loro sono due fuoriclasse assoluti. Come musicista è stato un onore poter lavorare a questo Album che unisce due giganti della musica. Anche perché Ivano per l’occasione ha scritto delle cose meravigliose”.

Donald Trump & Robert Kiosaky, nel loro libro “Il tocco di Mida” del 2012, esprimono il concetto – alla base del successo di molte aziende ­mondiali – di scindere il legame tra il prodotto e il suo creatore, sostituendolo con un marchio che lo rappresenti. Mina, anni luce avanti come pensiero, nel 1978 aveva già applicato questa strategia allontanando il suo personaggio dalle scene pubbliche e trasformando la sua arte, per l’immaginario collettivo, in una “Voce”.

“Sì. Il pensiero di Mina si è rivelato negli anni precursore di concetti di marketing che l’industria discografica non aveva mai immaginato”.

“Si è allontanata dalle scene all’apice della sua carriera, quando ha percepito, prima di tutti, che la comunicazione – affidata in primis alla televisione – stava cambiando. E ha rivoluzionato il rapporto artista-pubblico, lasciando in primo piano il fine ultimo del processo artistico, in questo caso la voce e la musica, allontanando dai riflettori la sua immagine”.

“Nonostante la sua volontà di scomparire è da sempre una artista onnipresente. Non la vedi dal vivo ma è sempre in tv con i suoi filmati storici. È al cinema con le sue colonne sonore. Ritrovi la sua voce nelle pubblicità. Arrivi a lei esclusivamente attraverso l’emozione del suono della sua voce”.

Una sottrazione di immagine pubblica che è appartenuta anche ai suoi Album.

“Per le copertine dei suoi album – Ti conosco mascherina, Attila, Canarino Mannaro, Mina-Celentano, Piccolino – ha evoluto questo concetto assumendo di volta in volta le sembianze di una papera, una scimmia, un alieno, una donna barbuta, un culturista. Quando il termine avatar non era ancora di moda”.

“È stata la prima a giocare con la sua immagine. Una idea immaginifica che ha avuto vent’anni prima di Madonna e trenta prima di Lady Gaga, che l’adorano. Le sue copertine sono diventate storia. Grazie anche al tocco speciale di un artista come Mauro Balletti. Che le ha rese vere e proprie opere d’arte”.

“Ogni scelta rivoluzionaria da lei intrapresa è stata premiata dal tempo. Mina, prima che per la voce, ha vinto su tutti i campi per la sua visione e la sua intelligenza”.

Mina è riconosciuta come la più grande cantante bianca.

“La sua immagine nel mondo è associata alle eccellenze italiane. Come la Ferrari, Federico Fellini, Sofia Loren. E a differenza di molti, continua a essere una artista produttiva e contemporanea. Mentre altri sono rimasti cristallizzati in una determinata epoca”.

massimiliano pani in primo piano

Merito anche di una voce paragonabile a un prezioso Stradivari. 

“È innegabile lei abbia in dono il grande strumento della sua voce. Ma soprattutto ha una grande intelligenza musicale nell’usarla”.

“Ha sempre avuto la mentalità di un musicista: un artista che utilizza uno strumento fisico -nel suo caso la voce- per tradurre le emozioni dalla sua anima al pubblico”.

“Ascolta musica tutti i giorni e ha una cultura musicale immensa, senza filtri e pregiudizi alcuni, che le permette di cantare ogni genere. Nella sua vita si è confrontata con il Rock e il Funky, la Bossa Nova e il Bolero, le Ballad d’amore e i Cantautori, lo Swing e il Calypso, lo Standard Jazz e la Canzone Napoletana”.

“Un’interprete pura. Per questo sempre davanti a tutti”.

Curiosità strettamente tecnica: una voce eccezionale come la sua ha bisogno di riverberazione?

“Solo per una questione di equilibrio generale. Il minimo necessario affinché sia correttamente inserita nel tessuto sonoro dell’orchestrazione”.

Una interprete del suo livello ha ammirazione per altri artisti?

“Sicuramente tutti i grandi interpreti internazionali con cui è cresciuta e si è formata stilisticamente. Ma lei ascolta anche Madame e Blanco, con cui ha deciso di incidere persino un brano, “Un briciolo di allegria”.

In Mina sembrano convivere un’artista dalla sensibilità fuori dal comune e una leader dalla fredda visione manageriale.

“È la persona più straordinaria che io conosca. La sua percezione del mondo è la più acuta e moderna mai incontrata. Ma quando canta esiste solo la Mina artista”.

“Quella emozionata ed emozionale. Che mette davanti a tutto la sua arte”.

“Immagina che non ha conservato nessuno dei tanti premi e riconoscimenti ricevuti nella sua carriera. Che vanno dalla Targa Tenco ai dischi d’oro, al biglietto autografo di Paul McCartey, con i complimenti per la sua versione di Michelle”.

“Solitamente in un artista è più forte il personaggio pubblico di quanto lo siano l’uomo o la donna reali. Mia madre invece è un antidiva. Molto più affascinante come persona vera, rispetto a ciò che ha fatto”.

Trovo inconcepibile che non ricopra qualche ruolo istituzionale legato alla musica o quello di direttore artistico di qualche manifestazione importante.

“Il coinvolgimento di Mina come direttore artistico è stato discusso in molte occasioni e in molti progetti. L’eventualità non si è mai concretizzata perché – fino ad ora -sono mancati i presupposti necessari per armonizzare gli aspetti puramente artistici -a cui lei dà assoluta precedenza – con quelli legati a dinamiche diverse e prioritarie per alcuni. Come, per esempio, quelle televisive”.

un collage di immagini di mina

Recentemente il gruppo svedese degli ABBA ha utilizzato degli avatar nel loro ultimo spettacolo, per creare un ponte diretto con il pubblico, svincolato dalla percezione del tempo che passa. Tu e Mina avete mai pensato a questa tecnologia per accontentare il pubblico che la vorrebbe rivedere sul palco sin dal 1978, quando ha deciso di non esibirsi più dal vivo?

“Mia madre è sempre stata una pioniera della comunicazione; quindi, monitoriamo le novità che la tecnologia digitale offre e lasciamo ogni possibilità aperta”.

“Per Dilettevoli Eccedenze 2, la collana che raccoglie alcuni brani di Mina introvabili, con la direzione creativa di Eugenio Di Fraia e il Laboratorio dell’università IULM di Milano, abbiamo realizzato il videoclip di Abban-dono, utilizzando rappresentazioni grafiche create dall’IA”.

“In realtà, grazie a programmi come Techetechetè, Rai 5, Rai Storia, e continui filmati di repertorio, è da sempre una delle artiste mediatiche più presenti”.

Essere il produttore artistico di una delle cantanti più famose al mondo comporta un grande lavoro dietro le quinte. Esiste un segreto per poter creare sempre lavori di altissima qualità, moderni e al tempo stesso eterni?

“Cura minuziosa dei dettagli, passione, e una serie di collaboratori fidati. La filosofia di base della nostra etichetta discografica, la PDU”.

PDU: un nome che significa qualcosa di preciso?

“È l’acronimo di “Produzione Dischi Ultrafonici”. Un nome inventato da mia madre. Che voleva rappresentare lo spirito moderno di una piccola etichetta che sfidava le grandi major discografiche dell’epoca”.

Perché? E come?

“Nel 1967 la discografia era alle prime armi. Molti si improvvisavano imprenditori per sfruttare il filone d’oro della musica di quegl’anni. Personaggi carismatici in alcuni casi, ma anche un po’ maliziosi. Venivano penalizzati, ingiustamente, proprio gli artisti da cui questi guadagni provenivano. Come mia madre, molto giovane e senza particolare interesse per gli aspetti economici”.

“Il modo fu un’altra delle sue visioni imprenditoriali: decise di essere indipendente. Con mio nonno Giacomo crearono uno studio di registrazione e fondarono un’etichetta. Per produrre e distribuire da soli i dischi”.

“Oggi sembra un percorso naturale. Tra l’altro poi imitato da decine di artisti. Ma all’epoca era un salto nel buio. Una scelta coraggiosa che non tutti avrebbero fatto”.

Anche per questo i tuoi genitori sono stati in qualche modo dei ribelli. Anime inquiete che per arte, visione, modernità – e per amore – hanno infranto regole nelle loro vite. Tu però sei il ritratto dell’equilibrio. E non hai seguito direttamente la loro strada artistica.

“È semplicemente il mio carattere e il mio modo di pormi. Dopo tanti anni di spettacolo e lavoro, qualche tratto volutamente misurato, si sarebbe rivelato”.

“Per la mia vita, ho realizzato da ragazzo che non avrei mai eguagliato il genio di mamma e la personalità di papà. Quindi ho rinunciato subito al confronto e scelto altri percorsi”.

Corrado Pani. Un padre carismatico. Bambino prodigio, doppiatore di film della Disney, giocatore di Rugby di serie A. E infine grande attore.

“Lui era un uomo intelligente, di grande fascino, dalla personalità fortissima. Un uomo che aveva una veduta personale della vita. Proprio seguendo lui in teatro mi resi conto che ero più interessato alle musiche che alle figure degli attori”.

corrado pani in primo piano e un particolare, gli occhi, del viso di mina

La chiacchierata giunge al termine

Quando si parla di Mina e del mondo di un grande producer come Pani, il tempo sembra sospeso e le curiosità potrebbero essere infinite.

Ringrazio di cuore Massimiliano per il suo tempo e la sua consueta gentilezza. E prima di salutarci ricevo un regalo inaspettato:

“Mina ed io ci tenevamo a dirti che ascoltiamo i tuoi inediti volentieri, perché sono scritti bene. Indifferentemente che vengano poi scelti, o no, per essere inseriti nel disco”.

Sorrido come un bambino, ringrazio timidamente, e faccio la figura dell’imbranato. Perché sono parole che, per me, valgono una vita di sogni.

Mina e Massimiliano Pani. Anche l’umiltà di questi piccoli, meravigliosi gesti, ne fanno una leggenda e un principe.

Dello stesso autore:

Giorgia Bazzanti: “Rossa come le streghe” Feat. Michele Monina

Luigi Antinucci & Il Circolo dei Cantautori

Roberto Puleo. Il mondo della musica perde uno dei più importanti chitarristi italiani

Fabrizio Griffa & Sandro Fiorio: ”L’Antica Officina dei Miracoli”

Sanremo 2024: le pagelle “Masterclass” di Gae Capitano

La musica che gira intorno: “Masterclass” di Sanremo 2024

Paolo Amati: una vita tra Cinema e Musica

Gae Capitano
Gae Capitanohttps://gaecapitano.it/
Paroliere, compositore, arrangiatore e musicista italiano. Disco d’Oro – Disco di Platino – Finalista Premio Tenco – Vincitore Premio Lunezia Autori- Vincitore Premio Panchina, Resto del Carlino – Vincitore Premio Huco- Finalista Premio De Andrè – Valutazione Ottimo Mogol e Docenti Centro Europeo di Toscolano