Masterchef? No, Masterschif!

Disastro in cucina…per tutto il resto c’è…Masterchef

Ciao Margherita! Che bello potere avere la possibilità di parlarti! Ho 34 anni, sono di Mantova e ho una bellissima moglie e due bellissimi figli. Mia moglie l’ho conosciuta all’università e siamo sposati da 7 anni. […]

Nel tempo, ho capito che davvero avevo fatto la scelta giusta…è una donna splendida, madre esemplare, dolce, affettuosa…però Margherita….fa pena ai fornelli! Ma davvero pena! Io non ho mai mangiato niente di peggiore di quello che cucina mia moglie! Non dico che non ci metta buona volontà anzi…vedo povera che segue alla lettera le ricette sui vari siti di cucina. Guarda anche tutte le puntate di “Masterchef”, ma alla fine le pietanze sono da vomito!

Questo è un problema per me ma anche per i nostri due figli che per la loro età sono più magri di quello che dovrebbero essere…il perché è semplice: non mangiano!!!

L’altra sera sono rincasato alle 10 e dopo una giornata molto tosta l’unica cosa che volevo fare era sedermi a tavola e mangiare…tra l’altro avevo una fame boia. Ho trovato nel piatto della roba non classificabile tanto era cucinata male e così, complice la stanchezza della giornata, complice la fame, ho sbottato di brutto e quel che è peggio davanti anche ai bimbi. Col risultato che ho fatto piangere tutti!

Io Margherita amo mia moglie profondamente e lei ama me…ma questa mancanza di una benché minima dote culinaria mi spiazza anche perché grazie al mio lavoro lei può rimanere a casa tutto il giorno e io, rientrando spesso tardi, ho bisogno di trovare un piatto almeno decente da mangiare. Certo, potremmo permetterci di andare sempre al ristorante ma secondo me non è giusto né salutare…

Tu che sei donna cosa consiglieresti a me uomo per aiutare mia moglie a migliorare da questo punto di vista? Marco

Ahaha, caro Marco! Purtroppo parli con la persona sbagliata! Conta che io sono una pessima cuoca…sono persino stata capace una volta di bruciare un uovo sodo! Questo per varie ragioni: col mio lavoro, ho avuto sempre poco tempo per applicarmi a imparare a cucinare. Secondo, soprattutto nel periodo televisivo della mia carriera, vivevo in un’enorme casa dove c’erano anche i miei genitori e a sfamare me, il papà e mio marito pensava la mia mamma!

Pensa che se dovessi andare io a Masterchef, lo ribattezzerebbero subito Master Schif!

Ora però torno seria, perché leggo, tra le righe e non, che per te rappresenta un vero problema. E posso benissimo comprenderlo.

Non fartene una colpa se per una volta hai sbottato (per la fame, per la stanchezza) e non pensare che uno sbottamento possa aver traumatizzato i tuoi figli! Capita, anche a Masterchef!!!…succede e ok (se non succede troppo spesso!).

Non mi scrivi come ha reagito tua moglie oltre al pianto. Non mi dici anche se tua moglie è consapevole dei suoi limiti culinari.

Ma il fatto che i tuoi figli siano sottopeso per – almeno per quello che sostieni – il modo di cucina re di tua moglie, forse è davvero venuto il momento di fare il punto della situazione. Potresti anche tu aiutarla a capire dove avviene l’inghippo in cucina: negli ingredienti che sceglie? Nella quantità? Nella cottura? O in cosa?

Mi piace molto quando scrivi che, pur avendo le possibilità economiche, non vuoi sempre andare al ristorante…questo fa molto “voglia di stare in famiglia”,  e voglia “di non avere una vita troppo facile e troppo comoda”!

Però potresti usare le tue sicuramente meritate risorse economiche per pagare un corso di cucina a tua moglie o una persona che la affianchi per insegnare almeno i primi rudimenti del “mestiere”. Penso che a questo punto sia imprescindibile.

Cosicché oltre a migliore come cuoca, potrete un giorno cucinare qualcosa assieme. Questo vi unirà ancora di più a tavola e…nella vostra unione!

Un forte abbraccio. Margherita

Scrivetemi su info@zetatielle.com , risponderò ad ognuno di voi!!!

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Margherita Fumero
Margherita Fumero
Attrice teatrale televisiva e cinematografica. Allieva di Macario, ha lavorato per anni in coppia con Enrico Beruschi. Tra le sue partecipazioni più famose: Drive In di Antonio Ricci e Camera Cafè nel ruolo della stagista Wanda. Dice di sè: Descrivermi? Io? Già è difficile descrivere una persona che si conosce da diverso tempo, figuriamoci se stessi, ma...ci proverò! Anche perché non è così scontato che un individuo si conosca in tutte le sue sfaccettature, nonostante sia in “compagnia di se stesso” da tutta una vita. Infatti, ci sono parti di noi che ci sfuggono, altre che sono sotterrate negli strati più profondi del nostro animo, oppure altre che semplicemente non vogliamo vedere. Io, complice il lavoro che faccio, ho dovuto scavare dentro di me, anche per fare arrivare al pubblico l'emozione che deriva dall'essere in una particolare situazione. In più – e lo dico per chi non conosce la mia formazione – ho frequentato l'Accademia di arte drammatica, non di “arte Comica”! Fu Macario che mi consigliò di dedicarmi al comico, attraverso la frase che cito in tutte le interviste dove mi chiedono dei miei esordi: “con quella faccia lì, devi far ridere”, mi disse. Tuttavia, non si deve pensare che essere attori comici significhi per forza conoscere solo il lato divertente della vita; anzi! Si dice che i più grandi comici della storia siano stati dei depressi; un po' come i clown che, in alcune scuole di mimo e recitazione, vengono presentati come personaggi in realtà tristi. Io, in realtà, a parte qualche triste e naturale accadimento – come quelli che la vita riserva più o meno ad ognuno di noi – non posso sicuramente dire che sia o sia stata una persona infelice. Al contrario: la mia “voglia di far ridere” deriva da quella serenità che ho sempre respirato in famiglia. Mia mamma Luisa era un po' come me: ironica, sorridente e con la battuta pronta. Il mio papà Gino era più riflessivo, più incline alla saggezza, ma sempre sereno. Io ho fatto un bel frullato di queste caratteristiche, ci ho aggiunto quello che la natura mi ha regalato attraverso il temperamento et voilà: signore e signori, questa è la Fumero! Una signora buffa ma dignitosa; un soggetto autoironico ma profondamente rispettoso degli altri; una donna che può interpretare mille personaggi, pur rimanendo sempre se stessa. Una persona che finge sul palcoscenico ma che è profondamente vera nella vita reale.