Lezioni di infanzia da una madre nera, ovvero il razzismo nel 2020

(traduzione in inglese al fondo dell’articolo -English version at the end of the article)

Devono essere lontani i tempi in cui Richard E. Waits era solo “little Richard” per la sua mamma. Lontani ma non troppo, visto che la sua infanzia è ancora simile, purtroppo, a quella di tanti bambini di oggi. Lezioni di infanzia che ricorda ancora oggi. Il luogo dove è cresciuto, è conosciuto come la terra dei sogni e della libertà. Sono i gloriosi Stati Uniti d’America. Il paese degli Human Rights. E allora perchè questi diritti umani sono ancora soffocati da un ginocchio bianco?

Ora c’è la tecnologia che permette di testimoniare un’amara verità che troppe volte è stata negata. Ma non basta. Non bastano il licenziamento dei quattro poliziotti e neanche l’arresto di quello che ha abusato del suo distintivo. A Minneapolis la sofferenza diventa rivoluzione e la città è data alle fiamme. Una reazione esagerata, o forse sarebbe meglio dire esasperata. E’ incredibile sentire parlare nel 2020 ancora di Black Power e di razzismo.

Purtroppo non si può e non sono giustificabili gli atti vandalici, gli sciacallaggi e le razzie. Ho superato i cinquanta e scene come quelle pensavo fossero parte di un passato superato dall’arrivo di internet, della globalizzazione e di un presidente nero. Invece no. Il razzismo è ancora un fenomeno consolidato ed esteso. Il disprezzo per il colore della pelle, per la diversità sessuale, per la condizione sociale, è ancora motivo di violenza, di supremazia e di stupida superbia. Alla faccia della XIV emendamendo “nessuno Stato priverà alcuna persona della vita, della libertà, o della proprietà e garantisce le stesse protezioni e leggi per tutti“.

Lacrime nere (black tears)

E allora cosa c’entra Richard con gli avvenimenti di Minneapolis? Richard non c’entra nulla, ma anche lui ha superato i cinquanta, come me, e si ricorda bene di quando era bambino.

Richard E. Waits è un attore di Broadway e avremo modo di parlare di lui e della sua bravura artistica. Ma oggi Richard è solo un uomo che soffre e che piange lacrime nere perchè non è un rivoluzionario, è un uomo di fede, ma soprattutto, Richard è una black life, una vita nera, vissuta da nero, in un mondo di bianchi. E ricorda cosa gli raccomandava la sua mamma con le sue lezioni di infanzia, quando era solo un bambino. Un bambino nero in mondo di bianchi. Ho visto il suo video su instagram e ho pianto.

Ho sentito il bisogno di tradurre le sue parole, che sono un pugno nello stomaco, un pugno di pace e di rassegnazione. Una disarmante testimonianza di un “dark side of the moon” di quelle 50 stelle che oggi brillano un pò meno.

E la lezione d’infanzia che lui ha imparato da piccolo, è una lezione per tutti noi, perchè in questo mondo tutti potremmo essere George Floyd.

Lezioni di infanzia da una madre nera

Una lezione che ho imparato quando ero solo un ragazzo. Se per caso fossi mai fermato dalla polizia, fai attenzione a non fare nessun movimento improvviso e tieni sempre in tasca un quarto di dollaro per poter telefonare a casa. Ed io rispondevo “cosa???” Tu devi essere sette volte migliore di ogni altra persona bianca solo per essere considerato alla pari. “cosa???” Non comportarti come se la fuori non ci fosse nessuno. Tu hai una casa e una famiglia che ti ama.”cosa?” Tu sei solo come l’erba sotto il culo degli altri bambini “cosa???…Posso essere soltanto un bambino, per favore?” La mia vita conta, le vite dei neri contano”.

https://www.instagram.com/p/CA27xAVjkiG/

Childhood Lesson From a black mother, that is racism in 2020

Must be a long time ago when Richard was just “little Richard” to his mom. Actually, not so far because it’s so similar to the childhood of other many kids today. The place where he is grown is knows as the land of freedom and dreams. It’s the glorious country of United States of America. The Human Rights’ country. So, why those human rights are still suffocated by a white knee?

Now the technology testifies a bitter truth that too many times is denied. But it’s not enough. It’s not enough that the four policemen are fired, neither the arrest of the one that abused of his police badge. In Minneapolis the sufference became revolution and the city is burning. An excessive, or better, an exasperated reaction. In 2020, it’s incredible hear about racism and Black Power. Not longer.

We’re getting reports of sporadic looting and unfortunately it’s unjustifiable the acts of vandalism and raids. I’m over fifty and scenes like this are part of a past that i thought was passed by internet, globalisation and with the arrival of a black President. Instead is not. Racism is still an established and widespread phenomenon. Contempt for skin color, for sexual diversity, for the social condition, is still a cause of violence, supremacy and stupid pride So much for the XVI Amendment ” No State shall make or enforce any law which shall abridge the privileges or immunities of citizens of the United States; nor shall any State deprive any person of life, liberty, or property, without due process of law; nor deny to any person within its jurisdiction the equal protection of the laws”.

Black Tears

So what does Richard have to do with what happened in Minneapolis? Nothing. He have nothing to do with, but also Richard, like me, it’s over fifty and he remember well when he was just a child.

Richard E. Waits is a Broadway’s actor and we will talk about him and his artistic talent, but today Richard is just a man in pain and that cries black tears, because he is not a revolutionary man. He is a man of faith, but most of all Richard has a black life in a white world. And he remember somethig that his mother used to say when he was child. A black child in a white world. I’ve seen his video on Istagram and I’ve cried. I felt the need to translated his word that are like a blow to the stomach, a peace and resignation blow. A disarming witness of a “dark side of the moon” of those 50 stars that today shine a little less.

And the lesson that he learnt is a lessons for all of us, because in this world we could all be George Floyd.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”