Nuove rivelazioni emergono dagli ultimi scavi effettuati a Pompei. La città pietrificata dalla lava sarebbe stata fondata dal popolo etrusco
Non finirà mai di stupirci e non finirà mai di regalarci nuove scoperte. Pompei è un pozzo inesauribile di storia e di cultura, avvolta in un mistero eterno fatto di lava pietrificata e cenere.
Un sito archeologico perennemente attivo che continua a fornire informazioni dal passato. Pompei è non solo un punto di riferimento per la storia d’Italia, ma anche per la scienza, la tecnologia e la medicina. Una civiltà notevolmente benestante e di grandi conoscenze culturali e scientifiche. Strade, pozzi, anfiteatri, mosaici e sculture, ma anche arte orafa, tessile e pittorica. Il tutto cristallizzato nel tempo, nell’arco di una sola notte di fuoco.
Impressionanti i suoi vicoli e le sue “statue”, silenti involucri di corpi umani sorpresi dal vulcano.
Si è trovato di tutto eppure continua a stupire.
Pompei: una città etrusca
I recenti scavi rivelano origini etrusche. Parrebbe, secondo quanto dichiarato dal direttore del parco archeologico Massimo Osanna, che “l’antica città distrutta dell’eruzione del Vesuvio venne fondata e costruita in pochi decenni da un gruppo di persone, inclusi forse schiavi liberati, “di lingua e cultura etrusca“.
Prima di essere una colonia romana, Pompei, quindi, sarebbe stata una città etrusca libera e indipendente. Non sono stati i romani quindi a dare alla sua struttura topografica, la sua forma organizzata di strade e vicoli tracciate “seguendo il cielo e le stelle”.
I reperti ritrovati durante gli ultimi scavi rivelerebbero molto sulla città pietrificata dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Ma c’è di più. Il direttore del sito Osanna, sostiene che tra i suoi costruttori vi fossero molto probabilmente schiavi liberati e che si siano avvalsi di maestranze locali per costruire edifici e templi. Una città che ha visto la luce in pochi decenni e che è stata fiorente e viva, sia dal punto di vista culturale che sociale.
Il resto…è storia fatta di fumo e cenere.