Predator dal 1987 al 2022 – 35 anni di caccia senza tregua

Quando nel 1987 arrivava nei cinema un nuovo film chiamato Predator, nessuno immaginava cosa sarebbe potuto diventare.

Neppure i produttori o il regista sognavano lontanamente il successo strepitoso con cui il pubblico li avrebbero accolti.

Infatti, quello che doveva essere solo un piccolo action horror come tanti altri, fu invece il capostipite di una saga multimilionaria.

Oltre ai bei soldi guadagnati, che non danno mai fastidio, Predator segnò la nascita di un personaggio che diventò istantaneamente una icona del cinema.

Questo alieno atterra sul nostro pianeta per una battuta di caccia grossa, finendo con lo scoprire che l’animale più interessante da cacciare siamo proprio noi esseri umani.

Da questa semplice premessa abbiamo avuto oltre 30 anni di ottimo cinema, cominciando dal 1987 per finire con l’ultimo capitolo del 2022.

Quanti altri film ancora potranno ancora esserci con protagonista il Predator? Ovviamente questo dipende da noi spettatori e come li accogliamo al box office.

Ma per ora non pensiamo al futuro e concentriamoci sul presente, riassumendo come si è evoluto uno dei mostri più letali del celluloide dalle sue origini fino ad oggi.

Predator (1987)

Predator 1987 film

La caccia comincia nel cuore dell’America Centrale, dove nel preludio vediamo atterrare una capsula espulsa da una astronave nello spazio.

Molti anni dopo, non sappiamo esattamente quanto, un commando delle forze speciali arriva nella stessa giungla.

La loro missione, sotto la guida di un agente della CIA, è salvare alcuni ostaggi che i guerriglieri hanno catturato dopo un incidente d’elicottero.

Facendo strage dei loro nemici, i soldati si fanno strada nel loro rifugio, senza trovare nessuno se non una giovane ragazza locale.

Capiscono allora che la missione era solo una facciata per recuperare alcuni delicati documenti militari.

Delusi dalle bugie della CIA, decidono quindi di recarsi al punto di estrazione, per tornare finamente a casa e dimenticare quella storia.

Ma lungo la strada qualcosa li segue nell’ombra, iniziando poi a ucciderli uno per uno.

L’aggressore non è altro che l’alieno atterrato al principio, un micidiale cacciatore che colleziona trofei di qulasiasi animale, esseri umani inclusi.

Predator del 1987 è il primo tra i migliori film di John McTiernan, a cui in pochi anni seguiranno altri due cult come Die Hard e Caccia a Ottobre Rosso.

Il regista spreme al meglio ogni grammo del suo talento ed estro visivo, mettendo in scena una delle cacce all’uomo più epiche della storia del cinema.

Al comando di questo plotone di maschi alfa c’è Arnold Schwarzenegger, ancora giovane ma già famoso per il successo di Conan e Terminator.

Ma anche il muscoloso culturista austriaco sembra quasi piccolo in confronto al gigantesco Kevin Peter Hall, l’attore dentro al costume del predator.

Come piccola curiosità, al suo posto avrebbe dovuto esserci Jean-Claude Van Damme, che però abbandonò presto la produzione insoddisfatto dagli effetti speciali. Dite che se ne sarà pentito?

Predator 2 (1990)

Predator 2 1990 film

Tre anni dopo ci spostiamo dalla giungla tropicale a quella d’asfalto di Los Angeles, nel mezzo delle guerre tra bande per il controllo della droga.

Il più tosto tenente della polizia metropolitana deve affrontare un pericoloso signore della guerra giamaicano, intenzionato a conquistare la città.

Questo pazzo vuole spazzare via i rivali colombiani. trasformando le strade in un inferno di sparatorie e agguati sanguinari.

Durante un violento scontro con la polizia, però, alcuni dei suoi soldati vengono misteriosamente fatti a pezzi e lasciati appesi come trofei in uno dei loro covi.

Il tenente e i suoi uomini iniziano quindi a indagare sulla strage, ma alcuni agenti del governo isolano l’area e li cacciano dalla scena del crimine.

Molto presto, i poliziotti capiscono che con gli omicidi la droga non c’entra affatto. Infatti, qualcuno sembra divertirsi a dare la caccia e uccidere per sport i più pericolosi spacciatori della città.

Ovviamente noi sappiamo bene che non è altro che l’alieno rasta che tanto bene conosciamo, il quale stavolta dovrà stare attento agli uomini che gli danno la caccia.

Alla regia di questo secondo capitolo abbiamo stavolta Stephen Hopkins, onesto mestierante che tiene alto l’onore della saga di Predator.

L’ambientazione urbana non sminuisce affatto le atmosfere action e horror, inserendo il pericoloso alieno in un contesto criminale altrettanto pericoloso.

Come protagonista abbiamo stavolta il simpatico Danny Glover, già reduce da due capitoli della serie di Arma Letale.

L’attore gigioneggia nel ruolo dello sbirro tutto d’un pezzo, combattendo anche contro il viscido federale interpretato dal ghignante Gary Busey.

Ovviamente manca un pò dell’originalità del capostipite, ma lo spettacolo è sempre di alto livello per quello che è il mio capitolo preferito dopo l’originale.

Alien vs. Predator (2004)

Alien vs Predator 2004 film

14 anni dopo ci spostiamo dalla assolata Los Angeles alle fredde lande dell’Antartide, con un crossover rimasto in gestazione per oltre un decennio negli uffici di Hollywood.

All’estremo sud del nostro pianeta, una spedizione scientifica scopre una piramide sepolta in profondità sotto i ghiacci.

Dopo aver valutato la zona via satellite, il gruppo si inoltra in quel terreno inospitale per verificare di persona.

Ma al loro arrivo, scoprono stupefatti che qualcosa ha scavato un immenso tunnel che scende fin nel cuore della piramide.

Decidono cosi di inoltrarsi nell’abisso, scoprendo che le mura interne sono ricoperte di simboli in un misto tra le più antiche lingue scritte della razza umana.

Una volta decifrato quello strano linguaggio, capiscono che l’intera struttura serviva per un rito di iniziazione ai giovani guerrieri di una razza aliena.

Come prova di coraggio questi dovevano affrontare degli avversari micidali, una razza che innesta un parassita dentro altri animali per poi riprodursi in modo esponenziale.

A quel punto capiscono con orrore di essere finiti nel mezzo di una lotta mortale tra le due specie aliene più pericolose di tutto l’universo.

Nonostante il fascino di mescolare i due brand di Alien e Predator e la simpatia verso il buon regista Paul W S Anderson, il film ha l’inevitabile saporaccio di una ricetta mal cucinata.

Una delle poche note liete è la bella attrice Sanaa Lathan, che porta avanti la solita tradizione della saga di Alien nell’avere una donna protagonista.

Se non altro, abbiamo almeno il mitico Lance Henriksen, attore di classe superiore che riesce a donare un pò di pathos a qualche scena.

Per il resto, il film è una cafonata all’americana che però, nonostante lo sdegno generale, ottenne un buon risultato al box office, incassando oltre 170 milioni di dollari in tutto il mondo.

Aliens vs Predator 2 (2007)

Aliens vs Predator - Requiem 2007 film

Per il crossover 2.0 di questa saga torniamo nuovamente in America, stavolta nelle verdi e rigogliose foreste del Colorado.

Praticamente riprendiamo da dove finisce Aliens vs. Predator, con l’astronave in fuga che si schianta dopo un breve litigio alieno a bordo.

Una volta usciti dal relitto, i parassiti se ne vanno subito a spasso infettando tutti gli sventurati che trovano sul loro cammino.

Non ci vuole molto prima che la vallata si popoli della rinnovata famiglia aliena, mentre dallo spazio arriva un Predator pronto a disinfestare a mano armata la situazione.

Nel mezzo di questo fiacco scontro di franchise, abbiamo una serie di solite situazioni di provincia americana in stile Dawson’s Creek.

Il bullo sta con la più bella del paese che però ama il ragazzo delle pizze, il cui fratello esce di galera giusto in tempo per unirsi all’imminente apocalisse cittadina.

Non c’è molto altro da dire su questo film, con il quale tocchiamo il punto più basso e miserabile sia della saga di Predator che quella di Alien.

La prima parte è un horror slasher di mediocre fattura, ma se non altro è almeno quasi guardabile seppur scontato.

Purtroppo gli ultimi 40 minuti degenerano in un circo di sparatorie, inseguimenti e improbabili scene action che fanno ridere e piangere contemporaneamente.

Se non altro Alien vs. Predator era almeno godibile, pur essendo forse anche peggiore in certi aspetti, ma rimaneva un divertente fanservice per i fedelissimi della saga.

In questo sequel, invece, Greg e Colin Strause si prendono dannatamente sul serio senza riuscirci e risultando solo pesantemente cringe.

Un vero spreco per questa coppia di fratelli registi di talento, che invece faranno un lavoro meraviglioso nel 2010 con la molto più riuscita invasione aliena di Skyline.

Predators (2010)

Nei film visti finora, gli umani sono sempre finiti inavvertitamente nel territorio dei Predator.

Questa volta, però, gli alieni rapiscono appositamente le vittime per la loro caccia, portandole in un luogo (molto) isolato e inaccessibile.

Tutti gli ospiti di questo gioco sono soldati, assassini, mercenari e in generale professionisti nell’arte della morte su commissione.

L’avventura inizia con questi poveretti in caduta libera dal cielo, salvandosi miracolosamente con un paracadute pochi secondi prima dello schianto.

Una volta riuniti, inizialmente sospettosi, scoprono di provenire dai luoghi più disparati sulla faccia della terra.

Ma non hanno molto tempo per ragionare. Infatti, gli alieni iniziano subito l’assalto, cercando di ucciderli uno ad uno.

Vagando per le foreste di quell’ambiente sconosciuto, trovano inoltre altri sopravvissuti a questa caccia senza fine.

Questa volta, però, l’aiuto potrebbe arrivare dall’alleato più impensabile, ovvero un altro alieno che i suoi compari hanno abbandonato a morire.

Il regista Nimród Antal torna alle origini del 1987 con citazioni a bizzeffe (forse troppe) e le indimenticabili musiche originali di Alan Silvestri.

Il ritmo e il montaggio sono più veloci e disordinati, ma ricalcano fedelmente molti personaggi e situazioni dell’action anni ’80.

Adrien Brody è un eccellente protagonista, duro, carismatico e pesantemente carrozzato di muscoli per l’occasione.

Il resto della sporca dozzina è poi molto ben assortito, con volti noti come Laurence Fishburne, Walton Goggins e il leggendario “MacheteDanny Trejo.

Ottimo l’espediente di inserire un personaggio femminile con l’infallibile cecchino Alice Braga, che con la sua bellezza addolcisce i modi rudi dei suoi compagni di sventura.

Certo, non possiamo dire che questo sia il miglior film della saga di Predator. Tuttavia, svolge il suo compito di intrattenimento, onorando la memoria di una saga storica in modo moderno e divertente.

The Predator (2018)

Arriviamo ora a quello che è sicuramente il più folle e divertente film di Predator di cui parleremo oggi.

Non a caso, questo capitolo ha la firma di Shane Black, un regista che come sceneggiatore è autore della grande saga action di Arma Letale.

Come al solito, la storia inizia con l’arrivo di una astronave che in questo caso ha un Predator rinnegato in fuga dai suoi stessi simili.

Appena atterrato fa amicizia con una piccola squadra dell’esercito, sterminandoli tutti tranne il cecchino che riesce a fuggire.

Ma anche lui dopotutto non è così fortunato, visto che per seppellire l’accaduto l’esercito decide di internarlo in un istituto psichiatrico.

Poco prima del suo ritorno, il Predator che intanto era finito prigioniero si libera e semina il terrore nella base degli scienziati..

Nonostante le numerose vittime, il soldato sfrutta l’occasione per fuggire assieme ai suoi nuovi amici, tutti militari con gravi problemi mentali.

Aiutati dall’unica scienziata superstite alla carneficina, questo manipolo di matti dovrà trovare un modo per fermare l’inarrestabile cacciatore e gli altri alieni che arriveranno per dargli la caccia.

Quando si dice che non ci sono più i film action dei lontani anni 80, stiamo parlando esattamente di qualcosa come The Predator.

Ogni dialogo e situazione della storia sono volutamente esagerati, con un alto livello di azione horror sopra le righe.

I personaggi sono uno più folle e instabile dell’altro, amalgamandosi incredibilmente in un plotone fedele alla causa e pronti al sacrificio più estremo.

Shane Black mette da parte la filosofia e con una sceneggiatura semplice fa parlare il suo talento innato alla scrittura e regia.

Insomma, in questo manicomio cinematografico, i veri pazzi sono quelli a cui non piace questo film.

Prey (2022)

Infine concludiamo tornando indietro alle origini della saga, con un prequel antecedente a tutti gli altri film.

La storia si svolge infatti nel primo diciassettesimo secolo, quando ancora la colonizzazione dell’America era agli inizi.

Ancora una volta, la solita astronave sfreccia nel cielo al di sopra delle teste dei Comanche, che si preparano a inaugurare la stagione della caccia.

Tra di loro c’è una ragazza che vorrebbe unirsi ai cacciatori, i quali la respingono a causa della sua giovane inesperta età.

Tuttavia sarà proprio lei l’unica ad accorgersi che qualcosa non va nei dintorni, trovando animali uccisi nei modi più brutali ed inspiegabili.

Stufa dei capitribù che non vogliono darle retta, decide quindi di avventurarsi a cercare il misterioso nemico tutta sola, soltanto con il suo fidato cane.

Il viaggio la porterà lontano dalla sua casa, dritta nelle mani di un nemico altrettanto pericoloso, l’uomo bianco che avanza verso ovest.

Per fortuna i coloni saranno troppo impegnati a farsi fare a pezzi dal Predator, mentre lei rimarrà l’unica ancora in piedi a combattere il micidiale alieno.

Questa volta alla regia abbiamo il giovane Dan Trachtenberg, per lo più abituato alle serie tv ma già autore dell’ottimo 10 Cloverfield Lane.

Nonostante sia fondamentalmente ancora un film action horror di fantascienza, il cambio di registro nel passato è una trovata geniale.

Infatti, la bellissima cornice naturale si unisce perfettamente alle abitudini dei nativi americani che vivono in sintonia con la natura.

Molto brava l’attrice indiana/messicana Amber Midthunder, atletica nelle scene action e affascinante testarda nel ruolo di protagonista.

GIà leggo molte recensioni che stroncano senza pietà quest’ultimo capitolo, ma voi non credete a nessuno e fatevi una idea guardandolo coi vostri occhi.

Mi auguro che siate fan come me di una saga che negli anni ha dato molte soddisfazioni agli amanti del genere, rimandandovi come sempre al mio sito per altri consigli di cinema:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!