Qualcosa non torna. Le dichiarazioni di Conte, Burioni e Speranza.

Dichiarazioni pre pandemia. Da Conte, Burioni a Speranza, qualcosa non torna.

L’informativa urgente al Parlamento del Presidente Conte, Burioni e Speranza con le loro dichiarazioni. I fatti avvenuti dall’inizio dell’anno a oggi. Qualcosa non torna.

Partiamo dall’intervento di Conte alla Camera del 25 marzo.

Durante questa informativativa urgente espressa al Parlamento il Presidente del Consiglio ha affermato:” Riteniamo che il governo ha anticipato la reazione ponendo in essere tutte le azioni di sua competenza necessari e utili a tutelare i beni primari della vita e della salute dei cittadini“.

Cosa si intende? Visto lo sviluppo della situazione coronavirus in Italia, sono state davvero poste in essere tutte le azioni necessarie del caso? Perchè qualcosa non torna?

DPCM del 31 gennaio 2020

Ma andiamo con ordine. Vero è che il 31 gennaio 2020 il Governo dichiara lo stato di emergenza. Solo qualche settimana fa io stessa riportavo tale decreto all’attenzione dei lettori, dove si evince quanto dichiarato da Conte l’altro giorno. Effettivamente lo stato di emergenza è stato dichiarato, per la durata di 6 mesi, su tutto il territorio nazionale. Si presume che tale decreto sia stato oggetto di studio e sia stato elaborato alla presenza e con la buona pace di tutti i ministri, poichè porta la firma del loro Presidente. Poichè il Primo Ministro Giuseppe Conte è un avvocato e il ministro della Salute Roberto Speranza è laureato in scienze politiche, non essendo medici, si suppone si siano affidati al consulto di luminari della medicina per stabilire le misure da adottare. Nello specifico, dei virologi, come il professor Roberto Burioni.

Nella trasmissione “Che tempo che fa” del 2 febbraio, Fabio Fazio intervista i suoi ospiti, il ministro Speranza e il professor Burioni.

Che tempo che fa?

Seguiamo passo a passo le dichiarazioni di Burioni e Speranza, dichiarazioni che integrerò con i fatti. In data 2 febbraio, due giorni dopo il decreto del 31 gennaio, il ministro Speranza afferma: “E’ una grande sfida di natura globale e nessun paese può pensare di salvarsi da solo, però dall’alto dell’Italia stiamo facendo tutto quello che è possibile, siamo stati il primo paese europeo che ha chiuso i voli con la Cina, siamo stati i primi a dichiarare lo stato di emergenza (…), abbiamo dimostrato di avere un servizio nazionale di grandissima qualità. Oggi arriva questa bellissima notizia dallo Spallanzani, in quel centro in Italia a Roma si sia riusciti a ricostruire il genoma di questo virus, a isolarlo“.

La parola a Burioni che volendo, parte anche bene.”Capisco che alcune scelte possono essere criticate, perchè di fronte a un’emergenza c’è sempre la possibilità di sopravalutare o sotto valutare. Quindi le reazioni possono essere troppo intense o poco intense. In una situazione come questa è immensamente meglio sopravalutare perchè il danno può essere economico, può essere un disagio ma se si sottovaluta, qualcuno ci può lasciare la pelle. A mio parere il ministro ha fatto bene a intraprendere delle azioni energiche che sono poi state imitate anche dagli altri paesi”.

Ma ora arriva la frase bomba:” Io ritengo che in questo momento il rischio di di contrarre il virus è zero, perchè il virus non circola“. Lo dice Burioni in persona il 2 febbraio, con il Ministro Speranza in collegamento video.

Il 21 febbraio abbiamo il paziente uno a Codogno. Qualcosa non torna.

Qualcosa non torna: #bergamononsiferma

Nella puntata di “Chi l’ha visto?” del 26 marzo, Federica Sciarelli manda in onda un servizio alquanto interessante delle colleghe Veronica Briganti e Giorgia Borrelli. Dopo l’hastag #milanononsiferma, a Bergamo circolava #bergamononsiferma. Il 23 febbraio l’ospedale di Alzano Lombardo viene chiuso e poi misteriosamente riaperto nell’arco di qualche ora. Il 15 febbraio arriva un paziente che dopo essere stato in pronto soccorso, viene trasferito in medicina. Solo una settimana dopo risulta positivo al Coronavirus e viene trasferito all’ospedale di Bergamo il giorno 23. Si innesca un domino infinito di contagio che parte dal personale sanitario dell’ospedale di Alzano e arriva a tutta la val Seriana, passando per tutti coloro che hanno transitato nell’ospedale in quei due giorni. Ma c’è di più.

Il 28 febbraio Confcommercio stila un catalogo che prevede una serie di saldi in città, per cui invita a uno shopping da concludersi rigorosamente gustando un bel gelato. A Bergamo. E ci si mette pure il Sindaco con un videoclip. Inizia annunciando le proposte della Regione Lombardia di estendere le restrizioni vigenti già in zona rossa, “ma il Governo non deciderà prima di domani e non è scontato che la proposta sia accolta“, dice il Sindaco.

Enuncia le iniziative del comune di Bergamo istituite in aiuto alla popolazione anziana più esposta al contagio. Infine, “Prudenza, cautela ma anche nel tentativo di sostenere le nostre attività economiche“, invita la gente ad andare in città: “Venite in città, sabato e domenica, speriamo che il tempo sia bello, noi come comune sosteniamo questa iniziativa” e annuncia la possibilità di utilizzare un biglietto singolo dei trasporti pubblici per incentivare la gente ad andare a godersi la giornata.

C’è un decreto che sancisce una zona rossa e il sindaco invita ad andare in città? Qualcosa non torna.

E qui, le domande a Conte e Speranza sorgono spontanee. Quali sinergie ha avuto il Governo con i governatori delle Regioni e i sindaci dei comuni? Come sono state preparate le istituzioni locali? In che modo è stato attuato il piano d’emergenza, o meglio, di prevenzione?

Il virus non circola

Ma torniamo alla trasmissione “Che Tempo che fa?” e all’intervista incrociata con Burioni e Speranza. Siamo sempre al 2 febbraio.

“Il virus non circola”, dal vangelo secondo Burioni del 2 febbraio 2020. Qualcosa non torna perchè ad oggi, in Italia sono stati 80.539 i casi totali. Meno male che il rischio di contrarre il virus era zero. Il 23 febbraio arriva il primo DPCM e si designa una zona rossa. Il 4 marzo il TGcom24 scriveva: “C’è la prima prova che il coronavirus circolasse in Italia “diverse settimane” prima del 21 febbraio, giorno della diagnosi del “paziente uno” di Codogno. Lo dimostrano le tre sequenze genetiche del virus in circolazione in Lombardia, ottenute da Università Statale di Milano e Ospedale Sacco“. Qualcosa non torna.

Persino Fazio si stupisce e dice a Burioni: “ma io vedo un sacco di gente con le mascherine“, e la risposta è stata “sarà per l’inquinamento“. Il virologo aggiunge:”In questo momento in Italia il virus non sta circolando, quindi ci può preoccupare dei fulmini e delle alluvioni, ma di quel virus assolutamente no“. Riesca anche a dire convinto, guardando dritto negli occhi il presentatore:”ma attenzione, non è che questo avviene per caso, avviene perchè si stanno prendendo delle precauzioni – (quali?) – quindi non dobbiamo fare l errore che potrebbe fare chi guida prudentemente non fa un incidente e dice ho installato senza motivo l’airbag. L’incidente non l’ha fatto perchè ha installato prudentemente l’airbag ed è esattamente quello che noi speriamo che accada e che sta facendo il ministro“.

Già, cosa sta facendo il ministro?

Oltre a rimpatriare i connazionali dalla Cina e a chiudere il traffico aereo da e per la Cina, poichè non è un medico, il ministro della Salute, sta in Ministero. “Io sono in collegamento con il vice ministro Sileri che è in li (in Cina n.d.r.), io sono qui in ministero“.

Quindi Burioni e Speranza sono perfettamente in linea tra loro.

Le scelte

Perchè vengono chiuse le aziende in Cina perchè c’è questa specie di day after?, chiede Fazio. Risposta del Ministro Speranza: “Credo che siano scelte che fanno queste grandi multinazionali a tutela dei loro lavoratori”.

E aggiunge: “Per quanto riguarda le scelte fatte dal governo italiano voglio essere chiaro. Noi abbiamo un grande servizio sanitario nazionale uno dei migliori del mondo, dobbiamo andarne orgogliosi. Spero che riusciremo come abbiamo fatto nell’ultima manovra di bilancio a mettere sempre più risorse. Guardi Fazio, in queste ore si capisce quanto conta avere un buon servizio sanitario nazionale. La sanità è veramente la cosa più importante che c’è quindi dobbiamo continuare ad investire con tutte le energie che abbiamo. Abbiamo fatto queste scelte molto prudenziali per essere pronti, per provare ad immaginare scenari che possono avvenire che noi al momento escludiamo totalmente però è giusto che il paese sia pronto. Le scelte che stiamo facendo possono rassicurare il nostro paese. Non bisogna avere paura. Gli allarmismi sono sbagliati ma la soglia di attenzione deve essere altissima“.

Nel DPCM del 31 gennaio si legge: “(…) Considerata la necessita’ di supportare l’attivita’ in corso da parte del Ministero della salute e del Servizio sanitario nazionale, anche attraverso il potenziamento delle strutture sanitarie e di controllo alle frontiere aeree e terrestri (…) Considerato, altresi’, che il Fondo per le emergenze nazionali di cui all’articolo 44, comma 1, del citato decreto legislativo n. 1 del 2018, iscritto nel bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, presenta le disponibilita’ necessarie per far fronte agli interventi delle tipologie di cui alle lettere a) e b) dell’articolo 25, comma 2, del decreto legislativo n. 1 del 2018 (…) 3) Per l’attuazione dei primi interventi, nelle more della valutazione dell’effettivo impatto dell’evento in rassegna, si provvede nel limite di euro 5.000.000,00 a valere sul Fondo per le emergenze nazionali di cui all’articolo 44, comma 1, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1″.

A metà marzo la sanità è praticamente al collasso. Non ci sono mascherine ne respiratori. Mancano i posti di terapia intensiva e solo ora, a fine marzo, si stanno realizzando delle nuove strutture per accogliere i contagiati. Parate di camion militari portano via le salme di notte.

5 milioni di fondo. Di grazia, a cosa sono serviti?

Non ho stato io

La difesa che noi abbiamo contro questa malattia, cioè tenerla lontana sperando che l’epidemia si esaurisca o che il virus diventi più buono perchè i virus hanno tendenza in generale a diventare meno aggressivi. Ecco speriamo che questo accada in modo da poter dimenticare questa brutta cosa quanto prima.

In data di ieri, 27 marzo, il professor Burioni mette questo post sulla sua pagina facebook:

Qualcosa non torna, Burioni Speranza il post di facebook del professor burioni

Qualcosa non torna di nuovo. E’ palese che non si pretende che un virologo sappia leggere i tarocchi, ma quanto meno ci si aspetta che abbia un minimo di creanza quando fa delle previsioni sul rischio. Per riprendere una sua perifrasi, è un pò come se si andasse dall’assicuratore della propria auto e gli si chiedesse quali sono le probabilità di incidente stipulando una KasKo. Malgrado si guidi con prudenza, il rischio non è zero. Minimo, ma c’è. Giusto?

Si dice che siamo un popolo ignorante, caciarone, buono solo a fare pizza e a cantare, per cui probabilmente i sociologi hanno valutato che la gente sarebbe andata in panico alla notizia di un pericolo imminente di pandemia.

Si dice anche che l’Italia sia un popolo che non conosce le regole del congiuntivo e che stia più sui social che sui libri. Qualcuno ha persino detto che abbiamo trovato la scusa del coronavirus per non andare a lavorare. Ma forse bisogna fare attenzione nel sottovalutare la gente, perchè il rischio è che la gente poi, si senta presa per il culo.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”