Queenmania al Parcodora live 2019: enjoy the show

Queenmania, enjoy the show!

A kind of magic

Era il mese di aprile del 1982, Hallenstadion Zürich, “Hot Space Tour”: un ricordo incredibile, indelebile, legato a quello che probabilmente è lo show più bello, più coinvolgente, più rock, a cui abbia mai assistito: emozioni ancora vive tutt’oggi, trentasette lunghi anni dopo, compreso il poter vedere (e quasi toccare), lui, sì, proprio lui, Freddie, il mito, nel backstage dopo il concerto, in accappatoio e sigaretta tra le labbra (già allora era mia prerogativa infilarmi dappertutto, col registratore Panasonic a cassette sempre acceso, in cerca dello scoop).

i queenmania in esibizione.  Al centro del palco Sonny, il cantante vestito come Freddie Mercury con giubbotto di pelle nera con strisce rosse e borchie, alla sua destra Il bassista Fabrizio Palermo con t shirt bianca e jeans impugna il basso, e alla sua sinistra ilchitarrista vestito con camicia bianca, gillé nero e pantaloni neri suona alzando una gamba

Di lì in poi sappiamo tutti com’è andata: la band #1 al mondo, la malattia, la strabiliante performance al Live Aid, l’ultimo concerto al Wembley Stadium, l’ultimo capolavoro “Innuendo”, la morte di Freddie, fino al biopic “Bohemian Rapsody”, che ha contribuito indubbiamente a rifocillare un ricordo che stava cominciando a languire.

Live killers

Ma dal 2006 quattro musicisti, oggi Sonny, Tiziano, Fabrizio e Simone, accomunati dalla comune passione per il mito Queen, contribuiscono a mantenere ben vivo il ricordo della band londinese, portando sui palchi di tutta Europa, Queenmania, un tributo, anzi, IL tributo alla Regina.

The bell that rings inside your mind, it’s a challenging the doors of time. It’s a kind of magic”.

Credo che nulla meglio di queste parole, estrapolate da una delle più significative canzoni della band inglese, possano descrivere lo showa cui ho assistito.

Queenmania è una produzione di altissimo livello, definirla semplicemente “tributo” lo trovo riduttivo: suoni, luci, fumi, back-drop, costumi, nulla è lasciato al caso, senza dimenticare una scaletta potente e vigorosa, che inchioda il pubblico dalla prima all’ultima nota.

Fabrizio Palermo suona il basso dietro di lui una chitarra e la batteria
Fabrizio Palermo – Bass

Queenmania

Merito anche e soprattutto dei quattro musicisti sul palco, che non si limitano a suonare, vi garantisco, ma vivono in prima persona suoni e testi, trasmettendoli ai presenti: Simone Fortuna (drums), preciso e puntuale negli stacchi e nella ritmica, non troppo plateale nelle movenze, ma è un senza dubbio un merito (è la batteria a parlare), Tiziano Giampieri (guitars, voice), tecnica sopraffina (certi “giri” di Brian May non sono poi così semplici), timbrica perfetta e dita che volano sul manico della chitarra, Fabrizio Palermo, (bass, keyboards, voice), una garanzia assoluta, un grande musicista, un grande compositore-arrangiatore, un grande con chiunque suoni e Sonny Ensabella (voice), perfettamente calato, quasi un clone (fisico e costumi ne sono la prova), nel non facile compito di riproporre quello che è un mito del rock, soprattutto a livello vocale.

Vista del palco con la band che suona. La scritta "queenmania"grande sullo sfondo colorata di rosso e la gente sotto il palco che batte le mani

Hot Space

I Queenmania propongono una scaletta che tiene il pubblico “Under Pressure”, fin dall’inizio dello show: la voce narrante di Enrico Ruggeri apre lo spettacolo, ed è subito tempo di “Seven seas of Rhye”, seguita a ruota da “Tie your mother down” e da “Play the game” che chiude il triangolo iniziale. Un pugno nello stomaco.

Ma non è finita, anzi è appena iniziata.

Un crescendo continuo, con alcune chicche, almeno a mio giudizio: “Somebody to love”, intro di chitarra e vocalizzo da paura, “Another one bites the dust”, con relativo bass-solo, momento top dello show, “Love of my life” (forse la più bella canzone d’amore mai scritta), per voce e chitarra acustica, da brividi.

Sonny vestito con pantaloni di pelle nera a torso nudo con bretelle rosse canta con microfono a mezz'asta. Dietro di lui il chitarrista e sotto il palco la gente con le mani in alto

A night at the Opera

Ma non è tutto: pressoche perfetto l’except di chitarra flamenca da cui prende il via “Innuendo” (Steve Howe può dormire sonni tranquilli), trascinante “Radio GaGa”, con Sonny in versione “Live Aid” e altrattanto “Bohemian Rapsody”, arricchita da un reprise strumentale che lascia a bocca aperta.

Lo spettacolo a cui ho assistito, durante la rassegna #parcodoralive 2019, ha avuto una special-guest d’eccezione: “the Queen” Katia Ricciarelli che ha impreziosito da par suo “Who wants to live forever”, “Guide me home” e naturalmente “Barcelona”, reggendo perfettamente la “sfida” con Monserrat Caballè (grande prestazione vocale anche da parte di Sonny).

Katia Ricciarelli vestita con una casacca rossa a maniche lunghe, con il microfono in mano guarda assorta il pubblico Dietro di lei il batterista e la batteria
Katia Ricciarelli

Il finale è apoteosi, come da copione consolidato: “We will rock you” e “We are the Champions”, lasciano il pubblico quasi stremato da tanto rock e da tanti watt, con la band che saluta il numerosissimo pubblico presente (tanti giovani, e questo è molto positivo) sulle note di “God save the Queen”.

Non poteva esserci chiusura migliore.

Prima del concerto, ho avuto il piacere di incontrare il front-man Sonny Ensabella, e di scambiare quattro chiacchiere.

Due chiacchiere con…

Sonny, sono sincero, non ho ancora visto lo spettacolo dal vivo…

…ahia…

…però mi sono documentato tramite i video, quindi diciamo che vi conosco già bene. proprio per questo mi viene spontanea una domanda: perché i produttori e il regista di “Bohemian Rapsody” hanno chiamato Rami Malek e non te, per interpretare Freddie?

…ride (ndr)…la prendiamo come una battuta

…no, no, sono molto serio…

…beh, sai quello è un film, una mega produzione, quindi è normale che chiamino attori. io sono un poveraccio italiano, e non posso competere…magari…

Per lo meno, non avresti avuto bisogno del “gestual coach” per insegnarti i movimenti sul palco.

Quello si, dai. Però se posso dire: ho visto il biopic su Elton John, “Rocket Man”, e lì l’interprete è un cantante. Quello ha un taglio diverso, più verso il musical: ecco, secondo me sarebbe stato meglio anche per il film sui Queen. Sarebbe stato meno scimmiottato, meno effetto macchietta. Perché secondo me Rami Malek è stato bravissimo, non a fare Freddie sul palco, ma nell’interpretazione come attore. Imitandolo nei concerti l’ho trovato ridicolo, piccoletto, magrolino: una cosa un po’ stonata. Senza nulla togliere alla sua bravura come attore , infatti poi ha vinto l’Oscar. Deboluccio, ecco.

A proposito di questo: la gente vede te sul palco, a fare questo tributo.Il prodotto finito, diciamo così. Mi puoi dire che lavoro c’è dietro, di preparazione, di studio: come hai fatto nell’arco di questi anni a perfezionare il personaggio?

All’inizio è nato quasi per gioco, per passione. Ho cominciato da ragazzino. Poi grazie ai Queenmania ho perfezionato pian piano la performance, durante tutti i tour che abbiamo fatto, in tutta Europa. Devi cercare di dare sempre il meglio e di perfezionarti giorno per giorno, concerto dopo concerto.

Quanti video hai visto e quante volte?

Tutti tante volte. Sono cresciuto con i Queen.

Sonny, leader dei Queenmania,  a torso nudo con bretelle rosse e pantaloni neri di pelle, di profilo, con il pungo alzato e con l'altra mano abbassata tiene l'asta con microfono, come Freddie Mercury. sulla sinistra una chitarra classica

Queenmania, un successo internazionale

I Queenmania sono una band a taglio internazionale: come trovi il riscontro del pubblico in Italia piuttosto che all’estero?

Sono due cose diverse: in Italia c’è un pubblico difficile, che pretende molto, poco rock da questo punto di vista. In paesi come Germania, Inghilterra, Olanda il rock ce l’hanno nel sangue, hanno un diverso approccio. Si divertono molto di più, partecipano allo show, mentre qui da noi, spesso il pubblico si mette a braccia conserte e pensa…vediamo questo che fa mò…famme ride…all’estero no. Io faccio sempre questo esempio: ti dicono…enjoy the show (tradotto: goditi lo spettacolo)…cioè, fanne parte. In Italia questo non succede.

Chiaramente ti piace di più l’approccio “estero”.

Si, in particolare in Olanda. E’ un pubblico “scialone” come dico io, però anche in Germania ci siamo tolti delle belle soddisfazioni, e mi sono dovuto ricredere sui tedeschi: sai, abbiamo l’immagine di gente rigida, la realtà è diversa.

Stasera avete come special guest Katia Ricciarelli. Com’è cantare con la “maestra”?

Una bella soddisfazione: avere lei sul palco ci dà un grande prestigio, ma è anche un fardello. ormai sono cinque anni che facciamo insieme questa cosa, e ci siamo un po’ abituati, ma ti assicuro che i primi tempi sono stati, come dire, pesanti. Sai, sapere di essere con Katia Ricciarelli sullo stesso palco, è una cosa che devi metabolizzare, è un peso che bene o male ti senti sulle spalle. Però è bello, poi devo dire che mi ha insegnato parecchio, perché non sembra, ma questi personaggi, vivendoci e parlandoci tutti i giorni, ti insegnano, loro non lo sanno, a ti insegnano.

E’ molto bello quello che hai detto e ti fa onore. Grazie del tempo che mi hai dedicato e allora direi…enjoy the show…!!!

…thank’s…I will rock you…!!!

Intervista con Fabrizio Palermo

#stayalwaystuned

Tutte le date del Queenmania Tour sul sito ufficiale

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.