Angelina Mango vince il Festival di Sanremo 2024

Angelina Mango vince il Festival di Sanremo 2024. La serata finale, è come sempre l’occasione per commentare il Festival, sotto diversi punti di vista.

La quarta serata del Festival di Sanremo registra il 67,8% di share con 11 milioni 893 mila spettatori. Non sono compresi i fischi che hanno accompagnato l’annuncio di Geolier come vincitore della serata cover e duetti.

Stasera Amadeus sarà affiancato alla conduzione da Fiorello. Si esibiranno tutti e 30 i cantanti in gara.

Ospiti Gigliola Cinquetti, che festeggerà i 60 anni del brano “Non ho l’età”, l’étoile Roberto Bolle e gli attori Luca Argentero e Claudio Gioè, che presenterà la fiction Makari 3.In Piazza Colombo si esibirà Tananai, mentre il rapper Tedua ritornerà sulla nave Costa Crociere.

Nella fase iniziale della serata voterà solo il pubblico con il Televoto. Seguiranno prima la comunicazione della classifica integrale di tutte e cinque le serate, poi i voti verranno azzerati. A quel punto, le giurie Televoto, Radio e Sala Stampa Tv e Web, saranno chiamate ad una nuova votazione che decreterà il vincitore finale.

Top 5

Recap sulle top 5 delle quattro serate appena trascorse.

Prima serata top 5 (sala stampa): 5 ° Mahmood, 4° Diodato, 3° Annalisa, 2° Angelina Mango, 1° Loredana Berté.

Seconda serata top 5 (televoto e radio): 5° Mahmood, 4° Loredana Bertè, 3° Annalisa, 2° Irama, 1° Geolier.

Terza serata top 5 (televoto e radio): 5° Mr Rain, 4° Il Tre, 3° Alessandra Amoroso, 2° Ghali, 1° Angelina Mango.

Serata cover e duetti top 5 (televoto, sala stampa tv e web, radio): 5° Alfa, 4° Ghali, 3° Annalisa, 2° Angelina Mango, 1° Geolier.

Quindi Angelina Mango e Geolier se la giocano, al momento, sul filo del voto, con Annalisa a fare da outsider di lusso. Ma stasera ovviamente tutto, e il contrario di tutto, può cambiare.

Come ogni anno, la serata finale è l’occasione per fare un bilancio sull’edizione del Festival.

Degli autori chiamati a comporre, vi ha già parlato il M° Gae Capitano, in un esauriente ed interessante articolo, pubblicato nei giorni scorsi.

Ma ci sono altri aspetti che vorrei sottolineare, e di cui vorrei parlarvi.

Affari tuoi

Salvo rare eccezioni (Negramaro, Loredana Bertè e Diodato) i restanti ventisette concorrenti si sono affidati a firme collaudate (quasi) sempre le stesse, provenienti dai talent. Firme conformi alle richieste di mercato, in particolar modo dalle radio (guarda caso, quest’anno facenti parte delle varie giurie).

Canzoni che suonano tutte uguali, per la gioia dei deejay di nuova generazione, poco avvezzi a mixare ritmi diversi tra loro: se fate un giro, anche da fuori, al “Bee Fly Ocean Bay Club” di Loano (SV), un qualunque venerdì sera, capirete di cosa sto parlando.

Canzoni che sembrano e suonano tutte uguali. Che noia che barba, che barba che noia.

Anche perché ormai la partecipazione al Festival di Sanremo, si è tramutata in un contratto a termine, di durata annuale, con possibilità di estensione. Un pacchetto “all inclusive” insomma.

Una sovraesposizione mediatica che si traduce in click assicurati sulle piattaforme digitali, comparsate televisive e radiofoniche, concerti e feste di piazza.

I soliti ignoti

Chi poi quest’anno è stato scartato alle “primarie” di Amadeus, se non passa dalla porta d’ingresso dell’Ariston, entra dalla finestra. Ma se è vero il detto che “chiusa una porta, si apre un portone”, segnatevi i nomi di chi ha affiancato i big nella serata cover/duetti, perché l’anno prossimo potrebbero essere i trenta (speriamo meno) fortunati che concorreranno per accaparrarsi la statuetta dorata del leone di Sanremo, simbolo della città dei fiori.

Per farla breve: se proprio non si trova il classico “buGo” dove infilare il Tananai di turno, c’è sempre una nave della Costa Crociere, il palco in piazza Colombo o, come detto, la serata duetti.

Del resto, contratti vanno rispettati.

Amici

L’importante è far parte della cerchia degli “amici”, o degli “amici degli amici”. Tradotto in parole povere, essere “amico” di Amedeo Umberto Rita Sebastiani, detto Ama, e/o di Rosario Tindaro Fiorello, detto Ciuri. E, almeno fino a quest’anno, far parte del portafoglio clienti di Lucio Presta.

Non si spiegano altrimenti, nomi e cognomi che in questi ultimi cinque anni, si sono ripetuti più e più volte, spesso consecutivamente.

Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto” c’è anche da sottolineare un altro aspetto: tre “major”, Warner su tutte, seguita da Sony e Universal, e poco più di tre edizioni musicali (ah…questi benedetti dodicesimi di SIAE…), hanno in mano tutto il mercato discografico di questo Festival. “Scopri l’acqua calda!” direte voi, “…e quando comandava la Sugar di Caterina Caselli?”, ribadirete voi. Si, certo, è sempre stato così, ma mai come quest’anno.

Le cose cambieranno l’anno prossimo, visto che Amadeus (salvo ripensamenti) non sarà più al timone del Festival? Lo scopriremo solo vivendo. Io mi auguro un periodo di restaurazione artistica, come sempre al grido #aridatecepippobaudo.

Giurie e classifiche

È stato l’anno delle radio, chiamate per la prima volta ad esprimere il voto, che hanno avuto sicuramente un ruolo di primo piano nei risultati parziali e totali.

Sono sparite le “giurie demoscopiche” (che non ho mai capito dove fossero dislocate, e chi fosse veramente chiamato a votare), e questa la trovo una cosa buona e giusta.

Ma è stato anche l’anno della classifica parziale, di quella che ormai è unanimemente conosciuta come la “top 5”.

Inventata da Amadeus forse per creare ulteriore “hipe” alla kermesse, o forse per paura che qualcuno della vecchia guardia, potesse finire fin da subito in fondo alla classifica, col rischio di esaurimenti nervosi, capricci e quant’altro fa parte del bagaglio di un artista navigato (ma anche alle prime armi).

Un’idea presa parzialmente in prestito e rielaborata da Mike Bongiorno, che nelle edizioni del 1964 e 1965, aveva nominato soltanto i vincitori, rispettivamente Gigliola Cinquetti – Patricia Carli e Bobby Solo – The New Christy Minstrels, piazzando tutti gli altri concorrenti al secondo posto, a pari merito.

Buonismo, accontentismo e perdonismo (torno per un attimo ai miei trascorsi di cronista sportivo), e il fatto che la “top 30” sia stata annunciata a giochi ormai fatti, avvalora la tesi.

Sarò monotono, sarò vintage, sarò boomer, ma io continuo imperterrito a sognare le eliminazioni, come si faceva una volta.

Sanremo 2024 serata finale

A proposito di classifica generale, Amadeus annuncia a inizio serata quella provvisoria, dopo le quattro serate: Geolier in cima alla classifica, seguito da Angelina Mango, terza Annalisa, quarto Ghali e quinto Irama

Più o meno secondo quanto emerso dalle classifiche parziali, le mitiche “top 5”.

Giusto per par condicio: quintultimi Renga e Nek, quartultimi BNKR44, terzultimi La Sad, penultimo Fred De Palma e ultimissimo (con mio immenso piacere, lo confesso) Sangiovanni.

La serata va avanti lungamente e stancamente come da copione collaudato, e a quasi notte fonda viene dichiarata la classifica finale, che si discosta pochissimo da quella parziale.

I primi cinque classificati si confermano nelle prime cinque posizioni, che non vengono comunque dichiarate nell’ordine. I social esplodono, a causa di presunti problemi con il televoto, soprattutto per Geolier e Annalisa, ma la Telecom assicura che è tutto regolare.

Vengono anche dichiarati gli altri premi:

Fiorella Mannoia vince il Premio Sergio Bardotti (miglior testo)

Loredana Berté vince il premio della critica Mia Martini.

Angelina Mango vince il Premio Sala Stampa Lucio Dalla.

Si azzera la votazione e si riparte con i voti: 34% televoto, 33% radio e 33% sala stampa e web.

Classifica finale: 5° Irama, 4° Ghali, 3° Annalisa e 2° Geolier.

Vince il 74 Festival della Canzone Italiana Angelina Mango con “La noia.

Dieci anni dopo Arisa una cantante torna a vincere il Festival della Canzone Italiana.

Saranno contenti quelli che erano scandalizzati per un napoletano che reppa in napoletano primo in classifica.

Saranno scandalizzati quelli che erano contenti per un napoletano che reppa in napoletano secondo in classifica.

Il Festival 2024 chiude tra le polemiche, le minacce della Codacons di annullare tutto (seee): finalmente, permettetemi di sottolineare, dopo anni di buonismo amadeusiano. Come è (forse) giusto che sia. Come è sempre stato.

Perché Sanremo è Sanremo.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.