È difficile definire Santo Alligo in un solo aggettivo: illustratore, pittore, disegnatore, pubblicitario, scrittore, scultore, ma è senza dubbio l’illusionista materico per eccellenza. Difficile dire dove finisca l’arte e inizi l’illusione. Difficile dire se stiamo vedendo un oggetto vero o una copia riprodotta. Difficile capire cosa la nostra mano toccherà, se stoffa o terracotta, se maglia o legno, se cuoio o… la sua illusione. Perfettamente riprodotta.
Non è un caso se il titolo della prossima mostra di Alligo a Milano, presso la Fondazione Paolina Brugnatelli sarà Visione e artificio. Diciamo prossima perchè il Coronavirus ha trasformato la data dal 6 al 22 marzo in un generico a data da destinarsi. Artista torinese, classe 1948, Alligo è l’emblema della poliedricità. Anche nel trattare gli oggetti tramite l’arte. Prendiamo l’opera Vecchia Sperry. È un’impresa pressoché impossibile distinguere il cuoio dalla terracotta e viceversa. È un’illusione materica. Un gioco di prestigio tra l’arte e il quotidiano.


Santo Alligo da raccattapalle a illusionista materico
Forse perché di quotidiano Alligo ne ha vissuto tanto e si è inventato mille volte che rendere gli oggetti opere d’arte gli riesce così bene. “Ho iniziato a 11 anni facendo il raccattapalle al parco della Pellerina di Toríno– ci racconta Santo all’inizio di questa interessante intervista-. Ho aiutato mia madre a lavare e pulire scale, quindi sono andato a lavorare nel retrobottega di un ciclista, e in seguito in una tipografia e poi da una ceramista. A 16 anni sono stato assunto dall’agenzia pubblicitaria forse più famosa del momento: Armando Testa. Sicuramente una grande scuola. Lì su un mio disegno è nato Pippo l’ippopotamo “.
Parte tutto da qui quindi. Dalla necessità di dover lavorare in tenera età che porta Alligo a contatto con materiali e mestieri molto diversi tra loro. Un’unica cosa in comune in tutti questi lavori: essere a contatto con gli oggetti, la materia. Un connubio questo, tra l’artista e la materia che si protrarrà nel tempo, sarà il fil rouge della sua arte e darà luogo anche ad episodi curiosi e divertenti. Pensiamo all’opera Lacoste. “L’opera è realizzata in modo talmente mimetico da ingannare l’occhio. Ricordo che la donna che veniva a fare le pulizie in casa, quando prese la Lacoste per riporla nel cassetto, nella sorpresa di sentirne l’insolita solidità, le sfuggì quasi di mano.” Ricorda ridendo Alligo.” Ho iniziato a riprodurre oggetti perchè mi sembrava un bell’esercizio per fare modellato”


Oggetti come concetto e giochi speculari
L’evoluzione artistica continua “Ho pensato che negli oggetti dovevo anche mettere un’idea. Ad esempio se metti dei guanti che fanno qualcosa esprimi anche un’idea, un concetto. Oltretutto figurativamente due guanti per me sono molto meglio di due mani, perchè se no vengono fuori due mani mozze e non è decisamente la stessa cosa. Il concetto espresso con l’oggetto rende l’opera molto interessante”.
Ed ecco quindi apparire Funamboli, sono due guanti gialli. Uno in equilibrio sull’altro. Un gioco incentrato sul doppio e sullo speculare. Un idea nata pensando proprio al circo. Guardiamoli questi due guanti, sono davvero due Funamboli, due artisti del circo, uno l’equilibrio dell’altro. Uno che non può stare senza l’altro. Ancora un’illusione in terracotta dipinta. Un opera di un illusionista materico perennemente in bilico tra arte, magia, creatività e illusione.


Sono molti i messaggi che Alligo manda con la sua arte che è un ‘evoluzione continua. Molte le strategie che usa anche nel rappresentare degli spaccati di vita quotidiana. Degli spaccati veri e propri perché le sue opere sembrano intere solo attraverso un gioco di specchi abilmente posizionati. Illusioni, ancora splendide illusioni d’arte. Un artista che lancia molti messaggi dicevamo. Fermiamoci su Frontiere spinate e Dialogo.
Frontiere Spinate
“L’opera è nata nel momento in cui nei telegiornali si dava notizia che si sarebbero alzate barriere di filo spinato alle frontiere di alcuni paesi europei. Ho modellato quindi un ‘povero Cristo’ di immigrato con la testa cinta di filo spinato invece che da una corona di spine. È nato un individuo nobile e fiero nello sguardo e nel portamento“.


Dialogo
Un uomo seduto sul nulla che dialoga con una sedia che gli sta di fronte vuota. Anche qui un gioco speculare, due cose in antitesi dove non si capisce chi è tra loro la sedia o Il personaggio. “Gli oggetti e le figure quotidiane, un uomo e una sedia, diventano, in virtù della loro rispettiva collocazione il varco di accesso dell’assurdo nel quotidiano“.(Adriano Olivieri).


Si può definire la tua arte concettuale?
ALLIGO: Si può dire che sia arte concettuale perché esprime un concetto, un idea. L’arte concettuale per come la si intende oggi, dove un artista crea l’idea, ma poi manca l’opera, mi fa pensare che se fosse stato sempre così i nostri libri di storia dell’arte sarebbero pieni del niente. È importante idearla, ma anche realizzarla l’opera. Pensiamo al grande Gustave Doré, lui faceva i disegni che poi altri trasponevano su legno. Nel finale dell’incisone c’erano entrambi i nomi. Ideatore e realizzatore. Sono strettamente legati. Uno non esiste senza l’altro. Una simbiosi.
Ma l’artista per me non può esistere senza l’opera. È basilare che l’artista pensi e faccia. Ma se l’artista che pensa non fa, si rimane con il niente. Ma poi chi decide che l’idea che si è pensata è Arte? Partiamo da Fidia, dagli Egizi per arrivare a cosa? A volte ci sono opere contemporanee che valgono molto di più di opere incredibili di maestri classici . Questo per me non è giusto. Come si fa a valere di più di un opera del Bernini?”
Quando puoi definirti artista?
ALLIGO Un tempo eri definito un artista perche studiavi, inziavi a dipingere, vendevi, qualcuno iniziava a notarti, ti invitavano a fare qualche mostra, qualche critico iniziava a scrivere di te. Insomma era il tuo percorso, la storia, quello che gli altri dicevano di te, il tuo cammino che ti rendevano artista. Ora invece l’ordine è sovvertito, improvvisamente anche senza cammino diventi artista. Ci sono opere che diventano improvvisamente d’arte, che vengono subito battute all’asta, senza un percorso. Ma non so perché.
L’arte è capibile?
ALLIGO No. Non lo è. Tutti dicono di capirla ma non è così. Come la música. La capisci la musica? Ti può piacere o no, ma è difficile da capire. In arte succede che un quadro ben dipinto sia un brutto quadro e un quadro mal dipinto sia invece un bel quadro. È difficile da capire, un paradosso. Ma è così“.
Però gli oggetti di Alligo si capiscono. La sua arte riproduce un mondo che noi conosciamo molto bene. Sono oggetti del quotidiano, sono sotto i nostri occhi tutti i giorni . Sono uguali, perfetti, eppure così diversi al tatto. Chi l’avrebbe mai detto che fossero finti. Poteri di un ilusionista materico. Poteri dell ‘ Arte.