Simon Beck fa dell’arte una poetica, una forza e una filosofia. Perché questo artista usa la poesia della neve come una tela su cui tessere incredibili ricami. I suoi pennelli sono le orme dei suoi piedi che, dal 2004, per un problema fisico, non può più usare per correre, e con la sua arte ci dimostra che la bellezza a volte è solo questione di pochi attimi. Magari può durare un po’, ma mai per sempre .
Simon Beck: una tela di neve
Un arte che è attesa del momento e del luogo giusto, casualità ma anche precisione geometrica perfetta, fatta di coordinate spaziali, di posti dove appoggiare le ciaspole ma soprattutto di posti dove non appoggiarle. Ore in cammino a seguire la bussola dei suoi disegni. Ma anche ore di speranza. Che la bufera non spazzi via tutto, che il sole non sia troppo caldo, insomma che il tempo “accompagni”.
“Quando hai un un pezzo di carta bianca, ci disegni sopra; perciò disegnare su un manto bianco nevoso mi è sembrata una cosa altrettanto naturale da fare. Ogni tanto vedo un posto e mi dico, ‘bello, mi sa che ci vado’. E ci vado – racconta Beck -. Camminare nella neve è un’attività piuttosto stancante. Realizzare uno di questi motivi richiede la stessa fatica che scalare mezzo Monte Bianco“. Anche perché i raggi del sole che creano giochi di ombre dall’effetto tridimensionale rendendo l’opera incredibilmente suggestiva sciolgono anche la neve rendendola molto morbida e più difficile da lavorare.


La maggior parte dei lavori di Simon Beck avviene a Les Arcs, in Francia. Ma nel corso degli anni ha realizzato installazioni anche al Banff National Park in Alberta, al Powder Mountain, nello Utah e al festival della neve del Minnesota. Nato a Londra nel 1958, ex cartografo e una laurea in ingegneria civile, Simon è definito il primo artista della neve al mondo.
Crea una trentina di disegni ogni inverno, principalmente sulle Alpi. Dall’inizio della sua carriera artistica ha realizzato circa 330 disegni di neve e 120 di sabbia . Alcune delle sue opere sono state commissionate da organizzazioni o società d’arte in tutto il mondo. Per gli amanti della lettura e dei catologhi d’arte il suo lavoro è raccolto in un libro acquistabile online, oppure si può visitare la sua pagina Facebook


Come dei mandala
Per dare vita ai i suoi disegni Simon Beck utilizza speciali ciaspole e racchette. Ogni passo è misurato con precisione e sulla tela di neve ecco riprodursi mandala tibetani rituali, stelle, scacchiere e fiori. Il risultato, che si può apprezzare in una vista dall’alto, è come dei “cerchi nel grano”, ma molto più spettacolare. Per realizzare questi capolavori Simon impiega circa dieci ore. La tela di neve perfetta è quella subito dopo una nevicata.
Ma i disegni sulla neve non sono fatti per durare, e l’arte di Simon diventa un simbolo di poetica ed effimera bellezza. Come i mandala tibetani d’altra parte, che, realizzati con sabbia colorata molto fine, dopo essere stati ultimati vengono letteralmente distrutti. Questo per ricordare quanto l’uomo non debba mai essere troppo legato alle cose materiali. Che possono svanire in un attimo, come un mandala spazzato via dall’aria.


“Oggi ho sbagliato i calcoli e ho fatto il cerchio centrale troppo largo, così tutto il disegno è venuto più grande. Allora ho deciso di fare prima le aree con la neve più profonda e lasciare la parte più facile da terminare per quando sarei stato stanco. La neve era più profonda di quanto previsto e non ho mai avuto l’aspettativa realistica di completarlo. Alla fine la batteria della mia torcia si è esaurita”.
Panta rei.

