“Some girls”: il ritorno dei Rolling Stones al rock’n’roll

Per la rubrica “33 giri di ricordi” (meglio se in vinile): recensione e retrospettiva dell’album “Some girls” dei Rolling Stones del 1978.

1978

La Cina proibisce la lettura delle opere di Aristotele, Shakespeare e Charles Dickens.

16 marzo: a Roma, in Via Fani, un commando delle Brigate Rosse rapisce Aldo Moro, Presidente della Democrazia Cristiana, e uccide i cinque uomini della sua scorta.

La CBS manda in onda la prima puntata di “Dallas”.

9 maggio: a Roma il corpo senza vita di Aldo Moro, viene ritrovato nel baule di una Renault 4 rossa, in via Caetani. A Cinisi viene assassinato dalla mafia Peppino Impastato.

Il Parlamento approva la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza.

Sandro Pertini, viene eletto Presidente della Repubblica Italiana al 16° scrutinio.

6 agosto: dopo undici anni di pontificato, muore a Castel Gandolfo Papa Paolo VI.

26 agosto: il Patriarca di Venezia, Albino Luciani, viene eletto papa. Sceglierà di chiamarsi Giovanni Paolo I, diventando il primo papa della storia ad avere un doppio nome. Il suo pontificato durerà appena 33 giorni.

16 ottobre: l’Arcivescovo di Cracovia, il cardinale polacco Karol Wojtyła, viene eletto papa con il nome di Giovanni Paolo II. Primo pontefice non italiano dai tempi di Adriano VI (1522-23), il suo pontificato sarà il più lungo della storia dopo quelli di san Pietro e Pio IX.

La Juventus vince il 18° scudetto (secondo consecutivo), capo cannoniere Paolo Rossi con 24 reti.

I Washington Bullets vincono il campionato NBA battendo ai play off i Seattle SupeSonics.

I Matia Bazar vincono il Festival di Sanremo con “…e dirsi ciao

It’s only rock’n’roll

Nel 1978, i Rolling Stones pubblicano uno degli album più iconici della loro carriera: “Some Girls“. Questo disco rappresenta un momento cruciale per la band, segnando un ritorno alle radici rock ‘n’ roll e blues, pur incorporando elementi di punk e disco, riflettendo il vibrante panorama musicale di fine anni ’70.

Alla fine degli anni ’70, i Rolling Stones si trovavano a dover affrontare diverse sfide. La scena musicale stava cambiando rapidamente con l’ascesa del punk e della disco music, e la band stessa stava attraversando turbolenze interne. Mick Jagger e Keith Richards, in particolare, sentirono la necessità di reinventarsi per rimanere rilevanti.

Some Girls” è stato registrato in gran parte ai Pathé Marconi Studios di Parigi, con sessions di registrazione che si protrassero dal 1977 al 1978. Produttore dell’album, il batterista della band, Charlie Watts, e ingegnere del suono Chris Kimsey. Questo periodo ha visto inoltre l’ingresso ufficiale e definitivo di Ronnie Wood nella band, il cui contributo è stato essenziale per il sound finale del disco.

some girls - la copertina dell'album dei rolling stones

Some Girls

L’album si apre con “Miss You“, un brano che combina il classico rock dei Rolling Stones con influenze disco, mostrando la capacità della band di adattarsi alle nuove tendenze musicali. La canzone è diventata subito un grande successo, raggiungendo il primo posto nelle classifiche statunitensi.

Un altro pezzo iconico è “Beast of Burden“, una ballata che mette in luce le straordinarie doti di songwriting di Jagger e Richards. Il brano è caratterizzato da una melodia avvolgente e da testi che esplorano le complessità delle relazioni.

La title track e “Shattered” sono esempi perfetti dell’influenza delle nuove tendenze musicali sull’album, con riff di chitarra taglienti e una ritmica incalzante. In “Far Away Eyes“, i Rolling Stones esplorano il country, dimostrando ancora una volta la loro versatilità musicale.

L’album fu accolto con entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico. L’album raggiunse il primo posto nelle classifiche di Billboard negli Stati Uniti e fu certificato multiplatino. La critica lodò l’energia rinnovata della band e la freschezza del loro sound.

Tuttavia, l’album non fu privo di controversie. La title track stessa attirò critiche per i suoi testi considerati sessisti e razzisti da alcuni, ma Mick Jagger difese la canzone come una satira delle percezioni e dei pregiudizi dell’epoca.

Nonostante le polemiche, il disco ha consolidato la posizione dei Rolling Stones come una delle band più importanti e influenti del rock. L’album non solo rispose alle nuove tendenze musicali, ma contribuì anche a definire il sound degli anni ’70.

Let it bleed

A distanza di decenni, “Some Girls” rimane uno degli album più celebrati dei Rolling Stones. Le sue canzoni continuano a essere suonate nei concerti della band e apprezzate da fan di tutte le generazioni. L’album è un esempio perfetto di come i Rolling Stones siano stati in grado di evolversi e rimanere rilevanti nel panorama musicale in costante cambiamento.

Inoltre il disco ha avuto un impatto duraturo sulla musica rock, influenzando numerosi artisti e band successive. La capacità dei Rolling Stones di fondere vari generi musicali in un album coeso ha dimostrato la loro maestria e la loro capacità di innovare.

Some Girls” non è solo un album, ma un pezzo di storia musicale che cattura l’essenza di una delle band più grandi di tutti i tempi in un periodo di trasformazione e rinascita. È un testamento alla resilienza e alla creatività dei Rolling Stones, che continuano a lasciare un segno indelebile nella storia del rock.

Potrebbero interessarti:

Simple Minds: “Once upon a time” tra sogno e realtà

“Outlandos d’Amour”: l’esordio rivoluzionario dei Police”

“Discovery”: in orbita con la Electric Light Orchestra (ELO)

L’immagine di copertina è stata generata con IA Canva.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.