Simple Minds: “Once upon a time” tra sogno e realtà

Per la rubrica “33 giri di ricordi”, quelli che hanno segnato un’epoca, recensione e retrospettiva dell’album “Once upon a time” dei Simple Minds.

1985

Vincenzo Muccioli, fondatore della Comunità di San Patrignano, viene condannato in primo grado ad un anno e sei mesi per sequestro di persona e maltrattamenti. I successivi gradi di giudizio lo assolveranno, in maniera definitiva nel 1990. 

Il democristiano Francesco Cossiga, già presidente del Senato, viene eletto Presidente della Repubblica Italiana al primo scrutinio (Roma, 24 giugno). 

A Londra e a Philadelphia, il 13 luglio, si tiene il megaconcerto Live Aid, organizzato da Bob Geldof. Si esibiscono gratis star come Sting, David Bowie, U2, Simple Minds, Elton John, Queen, Tina Turner, Dire Straits e Madonna. Phil Collins sarà l’unico ad esibirsi in entrambi i concerti grazie ad un volo in Concorde di 3 ore tra Londra e Filadelfia. Il ricavato andrà in beneficenza alla popolazione dell’Etiopia colpita da una gravissima siccità.

San Casciano Val di Pesa (FI): due turisti francesi, Nadine Mauriot e Jean-Michel Kraveichvili, vengono aggrediti all’interno della loro tenda da campeggio. Il maniaco spara diversi colpi di pistola, che uccidono sul colpo la donna, mentre l’uomo verrà finito a coltellate dopo un breve tentativo di fuga. È l’ottavo e ultimo duplice omicidio del cosiddetto Mostro di Firenze.

L’Hellas Verona vince il primo (e fin ora unico) scudetto della sua storia. Capocannoniere del torneo Michel Platini (Juventus) con 18 reti.

I Ricchi e Poveri con “Se m’innamoro” vincono la 35° Edizione del Festival di Sanremo.

Sparkle in the Rain

Il 1985 è stato un anno significativo per la musica, caratterizzato da una vasta gamma di stili e tendenze. I Simple Minds hanno saputo emergere dalla massa, attraverso un suono distintivo che combinava il post-punk con elementi di new wave, pop e rock, caratterizzati da una sensibilità emotiva, testi riflessivi, impegno e sociale. La voce di Jim Kerr e la chitarra di Charlie Burchill (fondatori della band) diventano dei veri e propri marchi di fabbrica, album dopo album, canzone dopo canzone.

Più “synthetici” dei Duran Duran, più “rocchettari” rispetto agli Spandau Ballet, i Simple Minds hanno rappresentato per molti appassionati dell’epoca, la classica “terza via”: un synth-rock originalissimo e personalissimo, che ha fatto della band scozzese una vera icona e un punto di riferimento per gli artisti a venire.

Once Upon a Time“, settimo album in ordine cronologico, è stato pubblicato in un periodo in cui i Simple Minds stavano cercando di trasformare i suoni in qualcosa di più accessibile al grande pubblico, pur mantenendo ferma l’intensità dei ritmi e la profondità emotiva dei testi. Un percorso iniziato attraverso la pubblicazione, pochi mesi prima dell’album, del singolo “Don’t you (forget about me)“, che riscosse un successo strepitoso, scritto da Keith Forsey e incluso nella colonna sonora del film Breakfast Club. Tra l’altro, primo brano inciso dal gruppo a non essere stato scritto da uno dei componenti.

Once Upon a time

L’album diventa il punto culminante nella carriera della band scozzese, contraddistinto da un suono epico, sintetico e da un’energia travolgente: un album “mondiale” come lo definii in una delle mie tante trasmissioni radiofoniche di quel periodo.

Il disco si apre con la potente title-track, che cattura immediatamente l’attenzione dell’ascoltatore con la sua combinazione di ritmi incalzanti e melodie coinvolgenti.

Canzoni come “Alive and Kicking“, cupa al limite del dark, diventata però un must nei dj-set più impegnativi e raffinati, e “All the Things She Said“, più solare e scintillante, continuano a incanalare la stessa potenza potenza musicale, presentando riff di chitarra incisivi e testi che parlano di amore, speranza e sfide della vita.

Un’altra traccia chiave è “Sanctify Yourself“, che cattura l’essenza stessa dell’ottimismo e dell’energia dei Simple Minds. Con il suo ritmo travolgente e il suo ritornello coinvolgente, è diventata un inno generazionale.

Senza dimenticare “Ghostdancing”, quarto singolo estratto, portato per la prima volta sul palco, dal vivo, al John F. Kennedy Stadium di Philadelphia, durante la performance dei Simple Minds al Live Aid.

Come a Long Way

L’album ha avuto un grande successo commerciale, raggiungendo alte posizioni nelle classifiche internazionali. Ha confermato la posizione dei Simple Minds come una delle band più influenti dell’epoca. Inoltre, ha ottenuto consensi dalla critica, elogiato per la sua combinazione di melodie accattivanti e profondità emotiva nei testi.

L’impatto culturale di “Once Upon a Time” è stato significativo. Le canzoni dell’album hanno fatto la loro comparsa in film, serie TV e spot pubblicitari nel corso degli anni, testimonianza della loro duratura popolarità e rilevanza.

Anche dopo decenni dalla sua pubblicazione, l’album continua a essere amato e apprezzato dai fan della band e da chiunque ami la musica degli anni ’80. Un album intramontabile, che ha definito un’epoca.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.