“Discovery”: in orbita con la Electric Light Orchestra (ELO)

Per la rubrica “33 giri di ricordi”, quelli che hanno segnato un’epoca: recensione e retrospettiva dell’album “Discovery” della Electric Light Orchestra (ELO) del 1979.

1979

Iran: dopo mesi di proteste popolari, lo Shāh Mohammad Reza Pahlavi lascia il paese. Al suo posto, assumerà il potere l’āyatollāh Ruhollah Khomeyni, tornato dall’esilio in Francia.

La sonda della NASA Voyager fotografa per la prima volta il pianeta Giove da una distanza di 32,7 milioni di chilometri.

New York: il bassista dei Sex Pistols, Sid Vicious, viene trovato morto per overdose.

13 marzo: entra in vigore il Sistema Monetario Europeo.

Roma: il giornalista Mino Pecorelli direttore del settimanale “OP”, è assassinato a colpi d’arma da fuoco.

Regno Unito: vittoria elettorale dei Conservatori di Margareth Thatcher, prima donna ad occupare la carica di primo ministro.

Viene immesso in vendita in Giappone dalla Sony il primo lettore stereo portatile a cassette, il Walkman.

Iraq: Saddam Hussein diventa Presidente della Repubblica.

27 agosto: in Sardegna vengono rapiti Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi.

Roma: approvata al Senato l’installazione su territorio italiano di missili Pershing e Cruise.

Città del Messico: durante le Universiadi, Pietro Mennea stabilisce il record mondiale sui 200 metri piani, cl tempo di 19”72.

Il Milan vince il decimo scudetto, capocannoniere del torneo Bruno Giordano (Lazio) con 19 reti.

Mino Vergnaghi con “Amare” vince il Festival di Sanremo.

Out of the blue

La band inglese, capitanata da Jeff Lynne, si è distinta fin da subito per la fusione, quasi audace, di elementi semplici ed orecchiabili, tipici dell’easy listening, con arrangiamenti più complessi, tipici del progressive tanto in voga nei primi anni ’70. Il tutto influenzato da contaminazioni tipicamente “classiche” (nella band è presente anche un trio d’archi), alternate ad influenze tipicamente beatlesiane.

Una musica alquanto “kitsch”, seppur decisamente originale, caratteristica che è poi alla base sia del loro grande successo, che delle critiche più aspre.

Album come “A new world record” e il doppio “Out of the blue“, e singoli come “Livin’ Thing” (riproposto in versione italiana da Anna Oxa, “Questa è vita“) e “Telephone line“, hanno scalato le classifiche britanniche ed europee (Italia compresa), ma è con l’album “Discovery” che la band riscuote il successo più importante, sia di critica che di pubblico.

Discovery

L’album “Discovery“, ottavo album in studio, è stato un punto di svolta nella carriera della band, rappresentando un nuovo capitolo nella loro evoluzione sonora. Jeff Lynne, mente creativa della ELO, ha guidato il gruppo attraverso un viaggio sonoro che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica.

Discovery” ha rappresentato un salto audace nella sperimentazione sonora per la Electric Light Orchestra. La band ha integrato sapientemente e strategicamente elementi disco, dimostrando una versatilità straordinaria nell’approccio musicale. L’uso massiccio di sintetizzatori e la fusione di strumenti orchestrali con il rock hanno reso l’album una pietra miliare nell’evoluzione del genere.

L’album si è rivelato una fucina inesauribile di hit-single, tra “lenti” e canzoni tutte da ballare

“Shine a Little Love”: L’album si apre con questa traccia contagiosa, caratterizzata da ritmi vivaci e arrangiamenti orchestrali intricati. La combinazione di chitarre elettriche, archi e sintetizzatori crea un paesaggio sonoro ricco e coinvolgente.

“Confusion”: Una traccia che presenta un beat pulsante e un riff di chitarra accattivante. La voce distintiva di Jeff Lynne si fonde perfettamente con gli arrangiamenti orchestrali, creando un effetto sorprendente. Diventerà un must per il momento “lento” di qualunque festa e di qualunque serata in discoteca.

“Last Train to London”: Questa canzone è diventata uno dei successi più memorabili della ELO. Un mix di ritmi disco, un basso pulsante e archi melodici si fondono per creare un’atmosfera irresistibile.

“Don’t Bring Me Down”: Una delle tracce più energiche dell’album, caratterizzata da un ritmo incalzante e un riff di chitarra indimenticabile. La voce graffiante di Lynne dà un tocco di ruvidezza a questa canzone dal sound sofisticato.

“The Diary of Horace Wimp”: quasi beatlesiana nello sviluppo e nell’uso delle voci. Non per nulla la band si definiva “figlia dei Beatles”. Innovativa per l’uso del vocoder, è la canzone dell’album più vicina alla produzione precedente.

Need Her Love“: la mia canzone preferita dell’intero album. Il “lento” per eccellenza, la canzone con pomiciatura automatica, che ancor oggi, a quarantaquattro anni di distanza, riesce ancora ad essere la colonna sonora ideale per una serata romantica. Sarà un ragionamento da boomer, ma chi se ne frega.

On the run

Discovery” ha ottenuto un grande successo commerciale, conquistando le classifiche internazionali e, come già sottolineato, guadagnandosi la fiducia di fan e critici. La sua influenza si è fatta sentire nel panorama musicale, influenzando generi diversi e ispirando numerose band.

L’album rimane, nonostante il passare del tempo, un’icona nella storia della musica rock e pop. La sua fusione unica di orchestrazione complessa, ritmi incalzanti e melodie accattivanti ha garantito alla ELO un posto di rilievo nell’Olimpo della musica. Ancora oggi, le tracce di “Discovery” continuano a incantare e ispirare gli appassionati di musica di tutte le generazioni.

In memoria del Dott. Giuseppe De Rosa. Ciao doc.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.