Agli Spedali di Brescia c’è il mare di Isabel grazie a Ospedali Dipinti

Il progetto “Ospedali dipinti” di Silvio Irilli arriva con le sue immagini e i suoi colori anche agli Spedali Civili di Brescia. E’ stata inaugurata una nuova sala operatoria nel reparto di chirurgia pediatrica. Il progetto, che prende il nome di “Il mare di Isabel”, è stato donato dalla famiglia Pedretti in collaborazione con l’associazione ABE, e con l’intervento dell’artista Silvio Irilli di OSPEDALI DIPINTI che ne ha trasformato la sala d’attesa in un luminoso fondale marino.

Questo nuovo ambiente nasce dall’esperienza della famiglia Pedretti. La nuova sala vuole infatti ricordare Isabel, ragazza venuta a mancare in giovane età a causa di una forma di leucemia, e soprattutto alleviare ai giovani pazienti quel disagio che opprimeva Isabel nei giorni dei suoi ricoveri per la malattia. Inoltre, grazie alla donazione della nuova sala, il percorso per raggiungere il reparto si è ridotto, permettendo ai pazienti un transito più veloce e sicuro.

Isabel e il suo mare

Consociamo Isabel attraverso il racconto della madre Katy.

“Isabel nel 2010 all’età di 11 anni si ammalò di Leucemia LLA e iniziò così un difficile cammino di cure. Entrammo in Oncoematologia Pediatrica degli Spedali Civili di Brescia e dopo due anni le fu diagnosticata la guarigione. Purtroppo, nell’ aprile 2016, nel momento più bello della sua vita, a 16 anni, di nuovo segnali di ripresa della malattia e dopo la conferma di una recidiva tornammo di nuovo in reparto.

Non scorderò mai quel dolore immenso che Isabel provò nel varcare quella porta. Il suo pensiero andò subito al cammino di cure che doveva ritornare a fare e pensò di nuovo a ciò che avrebbe di nuovo sopportato. Non riusciva a capire perché bambini e ragazzi come lei dovevano sopportare, oltre alla chemioterapia, attese per esami, digiuno in attesa di anestesia, i vari puntati e andare così in rianimazione dove questi si svolgono in sicurezza, ma passando purtroppo dal pronto soccorso pediatrico dove il rischio di contrarre infezioni è enorme.

Così quando purtroppo un’infezione colpì Isabel a maggio, durante la chemioterapia, pensai a ciò che avrei potuto fare per alleviare un po’ tutto ciò che lei riteneva insopportabile. Con il suo papà e con l’appoggio di suo fratello decidemmo, insieme alla comunità di Fonteno (BG), dove Isabel è cresciuta e viveva, di creare un progetto che prendesse vita in nome di Isabel e del suo desidero di aiutare i bambini in Oncoematologia. Ed eccoci qua, dopo sette lunghi anni, ad aver realizzato la quarta sala operatoria della Chirurgia Pediatrica la “D” e portato nella sala d’attesa del blocco quel Mare che Isabel adorava e nel quale i bambini e ragazzi possono sognare e, almeno per qualche minuto, non pensare alla malattia.

Arriveranno anche la terra e il cielo

Non avremmo potuto realizzare questo progetto se ogni persona che mi ha donato il suo contributo non credesse in questo e quindi credo che ognuno di noi debba essere felice di aver reso possibile ciò. Proprio perché moltissime persone e istituzioni hanno creduto al sogno di Isabel e hanno aiutato a portarlo a compimento, credo che non ci possiamo fermare qui. Abbiamo raggiunto un risultato straordinario e forse anche insperato, ma è il primo passo di un viaggio che continua e che non si può fermare.

Abbiamo visto che ci sono ancora cose che possiamo fare è soprattutto bambini che possiamo aiutare. Il mare di Isabel è formato da tante gocce d’acqua, ciascuna portata con fatica, ma soprattutto con dedizione ed entusiasmo. Continueremo con Spedali Civili e ABE a dare un aiuto per ogni necessità: abbiamo creato un mare, adesso possiamo pensare alla terra e al cielo, nella certezza di avere sia in terra che in cielo tante mani che ci sosterranno.”

E davvero Isabel e il suo amore per il mare sono diventati una reale “presenza” in questo reparto. Infatti, la sala d’attesa della nuova sala operatoria donata grazie alla Famiglia Pedretti è stata decorata con un’opera murale realizzata dall’artista Silvio Irilli, fondatore di OSPEDALI DIPINTI: un mare pieno di pesci, tartarughe e delfini, tra i quali è raffigurata anche la giovane Isabel, immaginata dall’artista come una sirena. 

Agli Spedali di Brescia c’è il mare di Isabel grazie a Ospedali Dipinti

Il dottore delle emozioni

Dichiara Silvio Irilli: “Incontrare Katy, sentirle raccontare la storia della figlia, conoscere il suo desiderio che io potessi interpretare con il tema del mare la passione della ragazza mi ha emozionato. Così l’ho immaginata come una sirena, che nuota nei fondali marini insieme ai delfini, verso i raggi di luce che filtrano nell’acqua: un’immagine che racchiude la speranza che altri bambini o adolescenti vincano la loro battaglia contro malattie importanti.

Il mio ringraziamento va alla forza di Katy e della sua famiglia, ad A.B.E., all’ospedale per tutta la disponibilità, e a tutti coloro che hanno contribuito a sostenere il progetto “Il mare di Isabel”: da oggi se, guardando quest’opera, un’emozione o dei sorrisi nasceranno sui visi dei bambini ricoverati, avremo fatto tutti insieme qualcosa di speciale.

Silvio Irilli: un talento senza confini

Silvio Irilli è uno degli artisti più conosciuti e ammirati dell’arte contemporanea. Si potrebbe dire “trent’anni di carriera e non sentirli“, poiché la sua immaginazione, il suo estro e la sua sensibilità sono sempre prorompenti e intatti, così come la sua innata sensibilità. Chissà se nel lontano 1998 la RAI aveva capito il potenziale di quel giovane disegnatore, ingaggiato per Solletico, il programma per ragazzi con il quale Silvio si è presentato al mondo.

La gioia di incantare e stupire i bambini con i suoi personaggi e le sue storie, si uniscono alla sua infinita passione per l’arte e per il mare. Un’animo sensibile e buono che ha sempre conservato la genuinità e la beata fantasia del bambino che è dentro di lui e che non ha mai voluto diventare grande.

Un essere umano che non può circoscriversi al paese d’origine, ma che è patrimonio dell’umanità. Infatti Silvio Irilli è il talento senza confini che ha attraversato gli oceani per abbellire con i suoi colori e il suo amore per il mare e per lasciare la sua firma al Georgia Acquarium di Atlanta negli Stati Uniti. Un Acquario nel cielo che incanta ogni giorni migliaia di visitatori.

E perchè non portare il mare e il suo fantastico mondo negli ospedali?

Ospedali dipinti

Nasce nel 2012 il progetto “ospedali dipinti“.

Una iniziativa nata dieci anni fa con il solo scopo di rendere la degenza ospedaliera un pò meno angosciosa, soprattutto per i bambini. E’ un progetto che non si appoggia ad alcuna fondazione, associazione o onlus. Un semplice progetto artistico per “umanizzare” reparti di strutture ospedaliere attraverso decorazioni a tema. 

Il che significa che non comporta alcun costo per le strutture ospedaliere che deecidono di abbellire i loro reparti con immagini e colori volti a dare speranza e ad “esorcizzare” la paura.

Silvio Irilli mette al servizio dei malati la sua creatività e comincia a dipingere sogni e speranze sui muri freddi e nudi dei reparti ospedalieri. Sale d’attesa, reparti di readioterapia e pronto soccorso sembrano rinascere dai suoi pennelli e cambiano la prospettiva del concetto rigido di “ospedale”, in un colorato processo di umanizzazione. Un ambiente accogliente aiuta a sopportare meglio il percorso di cura e di degenza. Un sollievo non solo per gli ammalati ma anche per le famiglie, soprattutto se i pazienti in questione sono bambini.

Sono infatti ormai 6000 i metri quadri dipinti, e 19 gli ospedali italiani che hanno aderito al progetto dove l’artista ha trasformato uno o più ambienti in mondi colorati con cui i piccoli pazienti possono interagire.

Ambienti emozionali“, come li descrive lo stesso Silvio, “perchè il paziente è soprattutto una persona“.

“Quando un bambino entra in ospedale il suo sogno si ferma e subentrano le paure. Con OSPEDALI DIPINTI desidero far continuare il loro sogno anche in ospedale e mettere a disposizione il loro mondo, che è fatto di colori, fantasia, gioia!”

 (Silvio Irilli)

L’ospedale (è) di tutti

L’ospedale è davvero un bene comune. Cura e degenza: due linee parallele dello stesso binario di pari importanza, a livello psicologico e morale sia sul paziente che sulla famiglia nel percorso della malattia. Poter vivere questa dolorosa esperienza in un ambiente emozionale, accogliente e sereno che rassicura e conforta è certamente più sopportabile e meno invasivo.

Ogni cosa ha un costo, è vero. Ma l’unione fa la forza. Per questo il progetto è indipendente da qualsiasi forma giuridica. La sua crescita e la sua riuscita è frutto di donazioni spontanee delle persone, alla collaborazione delle Onlus e al contributo di sponsor. Ecco perché la firma più bella e più importante non è quella dell’artista, ma di tutti coloro che, contribuendo, si sentono parte di un progetto di accoglienza al paziente e di supporto ai medici trasformando i reparti in un sogno tutto a colori.

Chiunque può quindi contribuire alla realizzazione di reparti ospedalieri rigenerati con colori e sorrisi, attraverso donazioni private o partecipando a crowdfunding.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”