Spesa militare: la maggioranza degli italiani sono contrari all’aumento

Il contesto storico che stiamo vivendo ci chiede nuove “sfide di trasformazione e cambiamento” e di “pensare alla difesa a 360°“, nonchè prevedere un’aumento della spesa militare. In sintesi, il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha presentato le linee programmatiche del suo mandato (video disponibile cliccando qui).

Una visione che parrebbe non incontrare il pieno favore degli italiani. E’ quanto emerge da un sondaggio SWG condotto da Greenpeace.

In effetti, gli italiani, in questo momento, sentono il peso delle conseguenze di una guerra che, malgrado si stia combattendo migliaia di chilometri lontano dal nostro Paese, ha delle importanti ripercussioni sulle nostre tasche.

La crisi energetica e la conseguente riqualificazione degli immobili, l’aumento dei prezzi dei carburanti e dei generi alimentari, sono l’effetto di quanto sta succedendo in Ukraina. Una guerra che è diventata la nostra, malgrado noi e che di riflesso, sta mettendo in seria difficoltà molte famiglie, già provate dal periodo della pandemia e del lockdown.

Ed ora, si apprende anche che il nostro Paese deve provvedere ad impegnare ulteriori risorse nella spesa militare.

Gli italiani sono contrari all’aumento della spesa militare

Investire nella transizione energetica, fermare la corsa al riarmo, tassare gli extra profitti delle aziende fossili e dell’industria militare.

Nella fotografia scattata dal 11 al 16 gennaio da un sondaggio SWG per Greenpeace Italia, i cui risultati vengono diffusi poche ore dopo la presentazione delle linee programmatiche del ministro della Difesa Crosetto , italiane e italiani dimostrano di avere le idee chiare sulla direzione da percorrere: verso un futuro con meno armi, verde e di Pace.

La maggioranza degli italiani si schiera infatti contro l’aumento della spesa militare: il 55 per cento degli intervistati boccia la proposta del governo di portare il budget della Difesa al 2 per cento del Pil entro il 2028. Solo il 23 per cento è favorevole ad aumentare la spesa militare.

Il 53 per cento delle persone intervistate ritiene che “alla luce dell’attuale situazione internazionale politica ed energetica” l’Italia debba investire “esclusivamente” (27%) o “in gran parte” (26%) nella transizione energetica. Solo il 22 per cento ritiene che il Paese debba puntare “in egual misura tra fonti fossili e transizione energetica”. Marginali le percentuali di chi vuole che l’Italia investa “in gran parte” (6%) o “esclusivamente” (3%) nelle fonti fossili.

Tassare aziende fossili e l’industria militare

Il sondaggio evidenzia che una maggioranza schiacciante anche sulla proposta di tassare al 100 per cento gli extra profitti delle aziende del gas e del petrolio e utilizzare il ricavato per contrastare il caro bollette (80%) e investire in energie rinnovabili (76%). 

Più di due italiani su tre (69%), inoltre, vorrebbero tassare anche gli extra profitti delle aziende della difesa. Solo il 12 per cento è contrario.

Questo sondaggio conferma che per la maggioranza degli italiani la priorità è fermare il caro bollette e potenziare le energie rinnovabili. I risultati ci danno indicazioni inequivocabili anche su come finanziare questo cambio di rotta, ovvero tassando gli extra profitti di chi sta guadagnando da questo periodo di crisi: non solo le aziende fossili, ma anche quelle della difesa”, dice Simona Abbate, campaigner Energia e Clima di Greenpeace Italia. “Il nostro Paese deve smettere di investire nelle infrastrutture fossili e nelle armi. Cittadine e cittadini lo hanno capito, quando lo capirà anche il Ministro Crosetto ed il governo?

Greenpeace Italia ha lanciato una petizione rivolta al governo italiano per chiedere di tassare al 100 per cento gli extra profitti delle industrie fossili, redistribuirli alle persone per difendersi dal caro bollette e investire seriamente nelle energie rinnovabili.

Il sondaggio completo è disponibile QUI.

La Petizione Greenpeace

Mentre milioni di persone e piccole imprese rischiano di non riuscire a pagare le bollette e subiscono gli effetti dei disastri climatici, le multinazionali dei combustibili fossili, come Eni e Shell, incassano cifre record da questa crisi.
Questa non è sicurezza energetica!
Al Governo Italiano chiediamo di tassare al 100% gli extra-profitti delle industrie fossili, ridistribuirli alle persone per difendersi dal caro bollette e investire seriamente nelle energie rinnovabili.

Serve una giustizia energetica e climatica: le persone e il pianeta vengono prima dei profitti di pochi!

Per sottoscrivere la petizione, clicca qui o direttamente sulla foto

spesa militare - lo screenshot della petizione di greenpeace
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”