Voce e Otto: la musica napoletana indossa lo smoking

“Voce e otto” è l’orchestra torinese di musica napoletana.

Nata nel 2000 con il nome di “Mediterranti”, si è addentrata sempre più nella tradizione della musica Napoletana, assumendo il nome attuale per contribuire al mantenimento di questa grande cultura, pur senza rinunciare ad una propria scrittura musicale ed una personale interpretazione.

“Voce e Otto” è uno dei tanti progetti nati, in questo caso ri-nato (con qualche cambio di formazione), nella fucina del Palcoscenico Piccolo Teatro, la bomboniera  dove Nicola Oliveri e Beppe Zummo, mettono in scena le loro le “malefatte” (detto nel modo più affettuoso possibile).

Musica, soprattutto, ma anche teatro, musical, danza e tutto quanto fa spettacolo lo potete trovare nel locale di via Rismondo 10 a Torino.

Ivi compreso il tormentone dell’estate 2019 “Nu camel”, ad opera di “n_e_g” sotto le cui spoglie si nascondono i nostri due ragazzacci.

Ma la rielaborazione in chiave techno-dance dell’immortale successo del Maestro Renato Carosone, sarà oggetto di un prossimo articolo: proprio in questi giorni è in fase di completamento il video, per la regia di Françoise Nisci, quindi abbiate un po’ di pazienza.

“La musica napoletana è passione, è amore. Sono canzoni che nascono da un bisogno d’amore. Napoli credo si sia distinta e riscattata da sempre, raccontando proprio l’amore. Amore che, almeno secondo me, è la chiave per risolvere i problemi che ci affliggono. Sono canzoni che nascono da grandi poeti, e noi questa sera racconteremo poesie e canzoni di artisti di diverse epoche, con grande enfasi e con grande passione, perché amiamo la poesia”.

Nicola Olveri, voce solista di “Voce e otto” – Foto di #tinarossiph

Parole e musica proprio di Nicola Oliveri, cerimoniere, padrone di casa e voce solista di “Voce & Otto”, poco prima del “ri-battesimo” dell’orchestra, in quella che possiamo definire una “data-zero” (gioco di parole assolutamente voluto e, credo, gradito dall’amico Nicola)

Serata sold out che ha sancito la ri-nascita del progetto destinato ad avere un grande successo, ed un gran seguito da parte degli appassionati.

Lo show

Appassionati non soltanto di musica napoletana, diciamolo subito: lo show farà la felicità di chi ama gli arrangiamenti sofisticati e moderni, le esecuzioni strumentali tecnicamente perfette, ma soprattutto instaurerà quel feeling tra protagonisti e pubblico, che solo i grandi performers sanno creare e trasmettere.

Non aspettatevi però, uno spettacolo in stile Renzo Arbore.

La scaletta

Nicola e soci, hanno studiato una scaletta che, certo, ripercorre la classica tradizione partenopea, ma lo fa attraverso una lettura “nightclubbing” dei vari brani. Così all’interno di “Anema e core” potremo apprezzare il basso in stile Stanley Clarke, “Dicitencello vuje” diventa unplugged, quasi teatrale, per voce, violino e pianoforte. “Tu si na cosa grande” e “Malafemmena” esaltano il pathos di testo e musica.

Cu’mmè” (da brividi), rende il giusto e doveroso omaggio agli indimenticati Roberto Murolo e Mia Martini. C’è tempo naturalmente, anche per cantare tutti insieme, e non poteva essere altrimenti che con “Tu vuò fà l’Americano”, tributo che non poteva mancare al grande Renato Carosone, e naturalmente con “O’ sole mio” e “O’ surdato ‘nnamurato”.

L’orchestra

Voce, naturalmente Nicola Oliveri, e Otto, l’orchestra, ovvero: Antonio Testaferrata, pianoforte, Ugo Viola, fisarmonica, Marco Viola, violino, Maurizio Scarpa, mandolino e chitarra, Domenico Martucci, mandolino e chitarra, Gualtiero Marangoni, basso e Gianluca Fuiano, batteria.

Uno spettacolo assolutamente da vedere, anche se non possedete lo smoking…

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.