Trentadue Artisti Uniti per la solidarietà. Un’iniziativa, questa volta, a favore della Sacra di San Michele, alle porte di Torino.
La storia della Sacra di San Michele non è solo legata al noto romanzo di Umberto Eco “Il Nome della Rosa“, ma è legata a doppio filo alla storia d’Italia stessa. Monumento simbolo del Piemonte, l’Abbazia si trova a circa 40 km dal capoluogo e domina la Val di Susa.
Non vi racconteremo oggi, la sua storia, ma vi raccontiamo cosa i piemontesi sono disposti a fare, pur di preservare questo baluardo della cultura e del retaggio storico e culturale.
Artisti Uniti per la Sacra di San Michele
Patrocinato da Città di Torino, Città Metropolitana di Torino e Comune di Caprie, il progetto Artisti uniti per la Sacra di San Michele nasce per sostenere i padri rosminiani, custodi dell’Abbazia dal 1836 per volere di Re Carlo Alberto.
La Sacra di San Michele ospita 24 tombe reali di Casa Savoia e diversi monumenti e opere d’arte che sono l’attrazione turistica del Santuario. Infine, la sua storia e gli avvenimenti che sono accaduti ai suoi piedi e fra le sue mura rendono il luogo uno dei siti storici più frequentati d’Italia.
Ma con il lockdown e l’anno che stiamo per salutare, tutto si è fermato. Anche per la Sacra di San Michele. I restauri dovuti all’incendio del 2018, il mantenimento e la preservazione del sito e il sostentamento dei padri rosminiani, dipendono unicamente dalle entrate delle visite turistiche e quest’anno sono state sospese per via delle ovvie restrizioni da pandemia.
Un progetto firmato Borgatta’s Factory
Trentadue artisti che insieme hanno realizzato un concerto, “Natale in musica per la Sacra di San Michele” al fine di sostenere questo simbolo del Piemonte e dell’italia.
Tra gli artisti che hanno aderito all’iniziativa, Gigi Venegoni, fondatore degli Arti e Mestieri, Simona Colonna, violoncellista conosciuta a livello internazionale. Grandi nomi come Sergio Reggioli dei Nomadi e Guido Guglielminetti, bassista di Francesco De Gregori. Infine, Valerio Liboni, batterista dello storico gruppo de I Nuovi Angeli, nonchè cantautore e compositore, e l’ideatore del progetto: il Maestro Silvano Borgatta.
Sivano è tra i compositori e pianisti dell’eccelenza musicale italiana e la sua reputazione lo precede.


Con la Borgatta’s Factory, l’azienda “a conduzione familiare” che comprende anche i figli Luca e Alberto, Silvano ha curato ogni dettaglio del progetto e il risultato è stato a dir poco commovente.


Natale in Musica per la Sacra di San Michele
Un video che propone non solo il concerto, ma un vero e proprio documentario che ci porta in un viaggio attraverso il tempo e la storia.
Volto e voce narrante di Alberto Borgatta che magistralmente ci conduce nei vicoli del tempo, in un vero e proprio tour virtuale, attraverso aneddoti e racconti che trasudano di storia, come le pietre del Santuario. Una narrazione piacevole e coinvolgente, complice anche la grande professionalità e il dolcissimo sorriso di Alberto.
Oltre agli Artisti Uniti, una nutrita partecipazione di testimonianze importanti.Dal Presidente dell’Unione Montana Pacifico Banchieri, al Presidente della V Commissione della Città di Torino Massimo Giovara.
Parte attiva del documentario, diverse istituzioni e i sindaci di tutti i comuni della Val di Susa.
Non poteva mancare il contributo di Don Claudio Papa, Rettore dell’Abbazia, e di Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte.
Il concerto è stato trasmesso il 23 dicembre, ma continua ad essere visibile in streaming sui canali di AB Fabbrica Creativa e Borgatta’s Factory.
Non potendo “raccontare” tutte le storie cantate, ne abbiamo scelta una, quella che ci ha più divertito.
‘Na storia d’ piola
“L’importanza della Sacra di San Michele si deva anche al fatto che per mille anni è stata testimone e sentinella dei fatti della storia avvenuti in questa fetta di mondo. Della macro storia, dei papi, dei sovrani e degli eserciti, ma anche della microstoria. Quella che finisce poi per essere raccontata, non tanto sui banchi delle università quanto piuttosto in un’altra istituzione piemontese che è la piola, l’osteria“.
Già, perchè non tutte le storie si raccontano nei libri di scuola. Il posto giusto per conoscere le vere storie di paese è l’osteria, e una di queste è diventata la location per raccontare un pò di quel Piemonte dei tempi.
A narrare questa storia è ancora Alberto Borgatta.
E’ la storia di Tonin e di un grande evento realmente accaduto nel secolo scorso: lo storico passaggio in Piemonte del più grande show mai realizzato, il “Wild West Show“. “Una via di mezzo tra un circo e un racconto dell’epopea del far west americano“.
Tutto ha inizio in un’osteria, durante un pranzo di Natale passato all’ombra della Sacra.
Buffalo Bill a Torino
La leggenda vuole che ci fosse “un quadro con dentro un biglietto che raccontava un grande avvenimento della storia piemontese del xx secolo. Il passaggio del ‘Wild West Show‘. I due protagonisti erano l’inventore del circo Phineas Taylor Barnum, e il protagonista del west americano, William Frederick Cody, più conosciuto come Buffalo Bill“.
Alberto continua la narrazione. “Dalla sagra nel 1906 avremmo potuto osservare una carovana di treni che trasportavano tutte le apparecchiature per allestire lo show. Uno spettacolo imponente con più di duemila figuranti. Oltre a loro c’era una platea capace di ospitare 12mila persone. Tra il 22 e il 28 aprile, in piazza d’ Armi a Torino arrivarono più di 80mila persone a vedere il WWS “.
La storia d’osteria narra che Tonin, marito della bellissima Rosina ceda alle insistenze della sua sposa e che la accompagni allo show. Ma Tonin fa l’errore di non restare con lei. Preferisce raggiungere gli amici all’osteria per la sua solita partita di carte. Decisione che gli fu fatale, in quanto…
Beh…non possiamo raccontarvi il finale perchè preferiamo che lo scopriate guardando il video.
Artisti Uniti per la Sacra di San Michele – Buffalo Bill a Torino
Musica e musicanti
Chi meglio del Maestro Valerio Liboni per interpretare e cantare questa storia?
Figlio del compianto Gianni, straordinario attore che per anni lavorò come “spalla” di Macario, e della bellissima Nuccia, Valerio (il cui nome è in onore di Bacigalupo, il portiere del Grande Torino) è anche l’autore dell’inno del Toro. Non poteva esserci persona più indicata.
Valerio Liboni è per Ius sanguinis e Ius soli, l’artista più indicato per prestare la sua voce e cantare questa storia, che, per chi come me, accompagnava il papà o il nonno “in società”, sarà un dolce e struggente ritorno all’infanzia.


Accompagnato da Novaretto Lake voice ai cori, Piero Mortara alla fisarmonica, Gigi Bischi alle percussioni e il Maestro Silvano Borgatta al pianoforte, Valerio ha saputo, come sempre, dare il sapore giusto, e la giusta nota di intimità ad una storia che fa parte del nostro patrimonio culturale.
Una produzione firmata Borgatta’s Factory. Dalla regia, riprese e montaggio di Luca, passando per i testi scritti da Alberto, mentre la produzione musicale è ovviamente affidata al padre, il Maestro Silvano.
Il video è stato girato presso la Trattoria del Lago di Maria Grazia e Massimo Giuglardo di Novaretto Caprie (To)
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