Charlie Brown e I Peanuts. 70 anni e non sentirli.

Non solo nel 2020 hanno compiuto 70 anni, ma sono stati anche dichiarati la striscia di fumetti più famosa al mondo. Nonostante tutto per Charlie Brown e I Peanuts il 2020 è stato un anno memorabile.

Ideati da Charles Monroe Schultz, I Peanuts vedono per la prima volta la luce il due ottobre del 1950. Pubblicati però con il nome di Lil’folks, “personcine”. In seguito , per motivi editoriali, legati a uno show televisivo per bambini, Hoody Doody, che indicava la peanuts Gallery come un luogo adatto all’infanzia, Schulz ne cambia il nome in Peanuts, “noccioline”

Peanuts che nome ridicolo

In realtà Schulz non sopportò mai troppo quel nome perché riteneva che ridicolizzasse la sua opera. Ma, come dice uno dei suoi personaggi, Lucy Van Pelt, «più si invecchia, meno si è sicuri rispetto a un sacco di cose».

Nome ridicolo o no e considerazioni di Lucy a parte , Schulz realizzò sempre in prima persona i suoi Peanuts, senza avvalersi di assistenti, nemmeno per i testi e il colore. Nel 1999 smette di disegnare le strisce che si interrompono, dopo 50 anni di uscite quotidiane, in rispetto alla sua volontà di non volere eredi che continuassero la serie. Schulz si spegne l’anno dopo.

Charlie Brown

Il primo personaggio a comparire è proprio Charlie Brown. Testa tonda e un maglione giallo con motivo nero a zig-zag, diventano i suoi inconfondibili tratti. Dirige una squadra di baseball che perde sempre, scarso lanciatore e studente non troppo brillante. Rappresenta il disagio di una vita condannata alla mediocrità, ma suggerisce anche ai lettori di non mollare mai.

Lucy: La vita è un gioco, Charlie Brown… a volte si perde a volte si vince.Charlie Brown: Io sarei contento anche di pareggiare.

È infatti circondato da amici, molto diligente e, soprattutto, nonostante le sconfitte, molto testardo. Schultz con Charlie Brown disegna in parte se stesso: padre barbiere, e grande timidezza. Charlie è il collante che lega tutti gli altri personaggi. Come Schultz.

Snoopy

A ruota arriva Snoopy, il cane di Charlie Brown. Non parla mai, i balloon del fumetto però ne mostrano i pensieri. Compie grandi riflessioni sulla vita in cima alla sua cuccia rossa. Rappresenta la grande fantasia e capacità di immaginazione e travestimento dei bambini.

Snoopy, infatti, quando indossa un paio di occhiali neri, si trasforma nel ribelle Joe Falchetto. O ancora, con sciarpa, occhiali ed elmetto, sfreccia nei cieli sul suo Sopwith Camel (un aeroplano interpretato dalla sua cuccia) all’inseguimento del Barone Rosso. Molti piloti lo dipingono come porta fortuna sui loro aerei, durante la guerra del Vietnam. I Peanuts diventano talmente famosi che ispirano anche il nome dei due codici di comando della missione sulla Luna del 1969: Snoopy e Charlie Brown.

Charlie Brown e I Peanuts. 70 anni e non sentirli. Snoopy aviatore con elmetto e occhiali

Tutta la crew

Man mano, negli anni, aumentano i personaggi, compaiono Lucy Van Pelt, e poi Linus, Schroeder, Piperita Patty, Franklin e Woodstock. Con loro Schulz non denuncia in modo esplicito i problemi legati alla disuguaglianza, al genere, alla razza e alle differenze sociali, ma li rende comunque evidenti, definendosi un “umanista secolare”.

Il musical e il museo

Dalle loro avventure nasce il musical You’re a Good Man Charlie Brown del 1967 e, a seguire nel 1983, la serie animata The Charlie Brown and Snoopy Show. Nel 2015 viene realizzato Peanuts, film candidato al Golden Globe e al Critics Choice Award.

In California, troviamo il Charles M. Schulz Museum. Qui è possibile vedere come sono cambiati nel tempo il tratto, i personaggi e le strisce. Pubblicate in più di 2600 testate , con 355 milioni di lettori in 75 Paesi del mondo, tradotte in 21 lingue diverse.

Se mi fosse possibile fare un regalo alla prossima generazione, darei ad ogni individuo la capacità di ridere di se stessi. (Schulz)

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte e Cultura. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla realizzazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva. Cura dal 2024 la.promozione della fondazione Sergio Bonfantini e dal 2021 la promozione della Fondazione Carlo Bossone. .Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “ del dottor Ravazzani. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Ha curato per il Comune di Collegno 2 mostre d'arte di respiro nazionale nel 2021 e nel 2022 con circa 90.000 visitatori. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".