Arresto Matteo Messina Denaro: frutto di una trattativa segreta?

Da ieri non si parla che dell’arresto del boss latitante Matteo Messina Denaro. Ogni telegiornale ha trasmesso le immagini del blitz clamoroso dei carabinieri e dei ROS nel centro diagnostico di Palermo. Un blitz condotto con il “metodo Dalla Chiesa”. E mi piace pensare che i 100 carabinieri rappresentino, uno per uno, i 100 giorni a Palermo del Generale.

Ma già arrivano le prime ombre: dietro l’arresto Matteo Messina Denaro c’è forse una trattativa segreta?

Se così fosse, ci sarebbe di nuovo molto da dire e molto da riflettere sulle dinamiche della politica italiana.

A gettare i dubbi sull’arresto spettacolare di ieri, un’intervista risalente a novembre 2022 e andata in onda su La7 nel suo suo programma “Non è l’Arena”. Nella puntata “Fantasmi di mafia – Speciale Non è l’ArenaMassimo Giletti intervista Salvatore Baiardo, il prestanome che coprì la latitanza dei fratelli Graviano.

Fantasmi di Mafia

La latinza di Matteo Messina Denaro è durata 30 anni. Quasi un record, battuto solo da Bernardo Provenzano, che è riuscito a rimanere un “fantasma di mafia” per ben 35 anni.

Totò Riina, Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro. Tre volti della stessa trinacria mafiosa siciliana.

La storia la conosciamo bene e le cicatrici della guerra alla Mafia ancora bruciano sulla pelle di chi è sopravvissuto. Sangue che ancora macchia indelebile le divise dei tanti uomini che per questa guerra hanno dato la vita. Lapidi, monumenti, vie e piazze portano i nomi dei tanti caduti di questa guerra, e due fra tutti spiccano in cima alla lista: Falcone e Borsellino.

Eppure malgrado l’imponente lavoro di tutte queste persone, la latitanza resta la beffa più grande.

E la beffa assume il ghigno sinistro e perverso della derisione quando si scopre che i latitanti non sono mai andati via, ma hanno continuato e continuano a vivere nel loro territorio, con le loro radici ben salde nella terra siciliana intrisa di sangue, con i loro tentacoli ben dispiegati su tutte le loro attività. Una piovra invisibile che si mimetizza tra i comuni mortali, che insinua le sue ventose nel tessuto economico e politico italiano.

Sono fantasmi tra gli uomini, eppure bevono il loro caffè al bar del paese, si curano negli ospedali civili e continuano a godere dell’appoggio e dell’omertà degli uomini e delle donne “d’onore”.

Come si fa a non vederli? Come si fa a non trovarli?

“Se lo si cerca e lo si trova, si fa modo di non trovarlo”

E’ gennaio 2021, quando Giletti incontra per la prima volta Salvatore Baiardo, il prestanome che coprì la latitanza dei fratelli Graviano.

Quello che dice in merito a Messina Denaro fa venire la pelle d’oca.

L’insinuazione proferita in pieno stile mafioso, con quel “dico e non dico ma so che m’intendi” è chiara: “Al limite, anche se lo si cerca che lo si trova, si fa modo di non trovarlo (…) “ci sarà una scadenza anche per questo personaggio (…) magari tra vent’anni, quel personaggio fa comodo magari prenderlo…“.

Fa comodo a chi?

A novembre del 2022, Giletti ritorna sul lago d’Orta e incontra nuovamente Salvatore Baiardo. Sempre diffidente, sempre cauto e sempre prudente nelle sue risposte, il Baiardo però dice qualcosa che, sentito oggi, all’indomani dell’arresto di Matteo Messina Denaro, fa gelare il sangue.

Preferire non parlare ancora adesso ma siccome si stanno muovendo determinate cose…”. A cosa si riferisce?”. Giletti lo pungola per bene:”lei fa mi capire che c’è qualcosa che si muove perché sta per arrivare una sentenza della Corte Costituzionale sull’orgastolo ostativo? Quindi, lei mi fa capire che potrebbe succedere qualcosa che riguarda Matteo Messina Denaro?

La risposta è scioccante:” potrebbe succedere. Come una vecchia trattativa che già si era stata fatta nel ’93“.

L’arresto di Totò Riina

Cosa significa? Che già l’arresto di Riina è stato frutto di una trattativa?

E se si, chi erano i “pupari” e quali erano gli interessi in gioco? Perchè concedersi ad un arresto? In cambio di cosa? Certo è che da quel gennaio 1993 le bombe non sono più esplose e i morti non hanno più insanguinato le strade.

La conversazione tra Giletti e Baiardo non lascia molti dubbi in merito ad una presunta trattativa dietro a quell’arresto.

Che non mi dica che penso male, ma c’è qualcuno potrebbe dare delle indicazioni, come forse vennero date per la cattura di Totò Riina… che fa sembrare tutto casuale e in realtà tutto ha una finalità?” chiede Giletti.

E a domanda, Baiardo risponde: “Si ricorda cosa aveva detto il Generale Delfino all’allora il Ministro di Grazia e Giustizia Martelli? ‘Le faccio un regalo: le consegnerò prima di Natale Totò Riina’. E cosa è successo? Che 15 giorni dopo Natale hanno arrestato Riina. Perciò, Giletti, secondo lei, ci sarà stata una trattativa o no per l’arresto di Totò Riina?”.

Io so, ma non ho le prove

15 Gennaio 1993: arresto di Totò Riina. 16 gennaio 2023 arresto di Matteo Messina Denaro. Se è una coincidenza è davvero notevole.

Se Pasolini fosse ancora vivo potrebbe riscrivere “io so”…

Quindi come…diciamo… sono arrivati a Riina, potrebbero arrivare a Matteo Messina Denaro?”. Continua Giletti.

Risposta di Baiardo:”Presumo di si. Ricorda che l’avevo detto: quando lo Stato deciderà di volerlo prendere lo prenderà“.

Perché non serve più forse?‘”, lo incalza Giletti.

Magari può servire ancora… infatti non è che lo Stato lo sta prendendo, presumo che sia una resa sua“. Risponde il Baiardo.

Una resa? Quindi, l’arresto di ieri è frutto di una resa mascherata da blitz?

In questo momento è impossibile non pensare a tutti quei ragazzi che con la divisa addosso hanno passato notti e giorni in appostamenti, magari autofinanziandosi anche la benzina da mettere nelle auto. Tutti quei poliziotti, onesti, fiduciosi nella patria e nelle istituzioni che hanno rinunciato alla loro stessa libertà, famiglia, vita, per scovare quei fantasmi di mafia.

L’ergastolo ostativo

Tornando all’intervista e alle tessere di questo puzzle delirante, la domanda che affiora è d’obbligo: cui prodest?

Se è vero quanto affermato da Baiardo, cos’ha lo Stato da offrire ad un latitante come Matteo Messina Denaro? Cosa c’è sul piatto di così allettante da far decidere una resa incondizionata dopo trent’anni di latitanza?

Giletti parla di ergastolo ostativo. Cos’è?

Ergastolo di fatto vuol dire “fine pena mai”, ma ha comunque delle attenuanti che si possono guadagnare nel corso della detenzione: il detenuto può accedere alla liberazione condizionale, al lavoro esterno, ai permessi premio, alla semilibertà. Queste possibilità non vengono concesse a chi ha ricevuto la condanna dell’ergastolo per reati di mafia, terrorismo o eversione. Questo è l’ergastolo ostativo che esclude, di fatto, la possibilità di accedere a questi benefici. A meno che non si diventi “collaboratori di giustizia”. In pratica se si decide di collaborare con lo Stato si possono ottenere degli sconti di pena.

Per l’attuale governo è uno strumento efficace per la lotta alla criminalità organizzata, pur garantendo la pena della condanna a vita.

Speriamo che venga abrogato questo ergastolo ostativo. E magari, chi lo sa che non arrivi un regalino…. Presumiamo che Un Matteo Messina Denaro sia molto malato….che faccia una trattativa lui stesso di consegnarsi e fare un arresto clamoroso… e magari arrestando lui esca qualcuno che è all’ergastolo ostativo senza che ci sia clamore…“.

La presunta trattativa

Quindi Baiardo sta dicendo che Matteo Messina Denaro non sta bene, che questo sarebbe, citiamo testualmente, “un bel regalino” per il governo nuovo e che questo sarebbe programmato già da tempo, per far uscire qualcuno, “senza che ci sia clamore“. “Un fiore all’occhiello” per il governo attuale.

Lei mi sta dicendo che questo è uno scenario che potrebbe realizzarsi da qui a poco?”, dice Giletti.

E’ il novembre 2022.

Ieri, 16 gennaio 2023, ecco l’arresto clamoroso di Matteo Messina Denaro.

Secondo quanto emerge dall’intervista, secondo il Baiardo, l’arresto di Matteo Messina Denaro e la nuova legge sull’ergastolo varata proprio nelle ultime ore del 2022 sarebbero in connessione, e l’ingresso in carcere dell’ormai malato Messina Denaro potrebbe valere l’uscita di qualcun altro più giovane.

Purtroppo la storia italiana è intrisa di vicende oscure, dove le verità non solo stanno nel mezzo, ma a volte non stanno da nessuna parte.

Da ieri sappiamo che Matteo Messina Denaro è affetto da un tumore al colon. Da ieri sappiamo che si nascondeva alla luce del sole nel suo paese.

Il resto, lo scopriremo solo vivendo (forse).

L’intervista di Massimo Giletti

Vi invito a guardare.

(per guardare l’estratto dell’intervista clicca qui)

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”