Vacanze sulla neve: sciare, a breve, sarà uno lusso per pochi

Le vacanze sulla neve, un tempo accessibili solo alle persone più abbienti per via del costo di attrezzature, abbigliamento e sky pass, da qualche decennio è diventato invece uno sport alla portata di tutte le tasche. Ma per quanto tempo sarà ancora così?

Il meteo della settimana, che annuncia un deciso abbassamento delle temperature e abbondanti nevicate sulle vette italiane, fa già pregustare un buon periodo per il turismo sciistico. Chi è appassionato di montagna sta già pregustando una mini vacanza o un weekend fatto di piste da sci, magari snowboard, e grolla. Ma per quanto tempo potremo ancora sciare allegramente in inverno?

Temperature in aumento, precipitazioni scarse ma abbondanti, nevicate sempre meno frequenti, han fatto sì che da diverse stagioni, gli impianti sciistici debbano ricorrere all’innevamento artificiale per far divertire i turisti. Una scappatoia che, fino ad oggi, dava un colpo al cerchio e uno alla botte ma che rischia di non poter più essere usata con tanta facilità nei prossimi anni per via dell’approvvigionamento delle risorse idriche.

Spieghiamoci meglio.

Uno studio dell’Università di Basilea, condotto in Svizzera, ci illumina ( ma non ci conforta) sulle sorti del turismo sciistico dei prossimi anni.

turismo sciistico - una montagna con le vetti spoglie di neve e poca neve anche sui pendii

No acqua, no party

Il turismo invernale è un settore economico importante per le regioni montane. In particolare le Alpi europee sono la destinazione preferita dagli sciatori ma l’aumento delle temperature che stiamo vivendo sono una vera e propria preoccupazione per il futuro degli impianti sciistici e del turismo sciistico.

La maggior parte delle località si affida all’innevamento tecnico per compensare la mancanza di neve naturale. Ciò comporta, però, un aumento del consumo di acqua per produrre un innevamento artificiale. a discapito della produzione di energia idroelettrica o dell’industria alberghiera. Un conflitto che può diventare un serio problema di approvvigionamento delle risorse idriche.

Paesi come la Svizzera che basano la loro produzione di energia elettrica proprio sulle risorse idriche in un futuro, neanche troppo lontano potrebbero essere costretti a fare delle scelte tra incentivare il turismo della montagna e alimentare le loro centrali idroelettriche. Già quest’anno, ad esempio, La Confederazione Elvetica è ricorsa al divieto delle auto elettriche nel periodo invernale, per garantire le forniture di elettricità alla popolazione. Il 60% dell’energia prodotta in Svizzera è di natura idroelettrica. Poichè le risorse d’acqua sono soggette al gelo nei mesi invernali, le misure proposte sono volte a garantire l’approvvigionamento energetico del Paese.

Niente più vacanze sulla neve sotto i 2000 mt

Uno studio dell’Università di Basilea, ha valutato la futura affidabilità della neve (probabilità di una stagione sciistica continua di 100 giorni e di vacanze natalizie operative) del resort svizzero Andermatt-Sedrun-Disentis per tutto il ventunesimo secolo, dove il 65% dell’area è attualmente attrezzata per l’innevamento artificiale. Le proiezioni di questo studio si basano sugli ultimi scenari di cambiamento climatico per la Svizzera (CH2018) e sul modello SkiSim 2.0, un sistema che calcola il manto nevoso giornaliero cosiderando due moduli: quello della neve naturale e quello della neve artificiale.

In breve, prendendo in esame il territorio dell’Andermatt-Sedrun-Disentis, che vanta ben 100 piste da sci, ne emerge che le continue emissioni di gas serra (scenario RCP8.5) causeranno una mancanza di neve naturale nelle aree al di sotto di 1800-2000 m slm entro la metà del ventunesimo secolo. 

Lo studio afferma che “inizialmente, questo può essere completamente compensato dall’innevamento artificiale, ma entro la fine del secolo, mentre l’innevamento artificiale può fornire una stagione continua di 100 giorni per tutto il ventunesimo secolo, le festività natalizie, economicamente importanti, saranno sempre più a rischio nello scenario ad alte emissioni“. (fonte Springerlink.com).

Sciare sarà un lusso per pochi

Infine, lo studio afferma che “l’aumento delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici in corso e futuri (Rebetez e Reinhard 2008 ; IPCC 2018 ) comporta gravi riduzioni del manto nevoso (Marty 2008 ; Klein et al. 2016 ; NCCS 2018 ; Hock et al. 2019 ). Per le Alpi svizzere, si prevede che le temperature invernali e primaverili aumenteranno di 1,8 K entro la fine del ventunesimo secolo se riduciamo drasticamente le emissioni di gas serra, o addirittura fino a 3,9 K senza misure di abbattimento (scenario ad alte emissioni). Le precipitazioni invernali cadranno progressivamente sotto forma di pioggia invece che di neve e potrebbero aumentare del 12%. Tuttavia, le proiezioni per l’aumento delle precipitazioni sono meno chiare rispetto alla temperatura dell’aria (NCCS 2018)“. 

Stando a quanto emerge da questo studio, la neve sarà progressivamente sempre più rara e solo le zone più elevate saranno ricoperte di neve. Si potrà usare sempre meno il sistema di innevamento artificiale per preservare le risorse d’acqua e, quindi, i pendi più bassi non saranno più sfruttabili per mantenere gli impianti sciistici.

Il business che ruota intorno all’economia del turismo sciistico si sposterà molto più in alto e sarà molto più costoso e meno accessibile alle fasce di utenti meno facoltosi. Sciare, quindi, potrebbe diventare uno sport di nicchia accessibile solo a quei pochi che potranno permetterselo.

uno sciatore con giacca a vento rossa sta sciando su una pista innevata
almadarte
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Almadarte esprime la mia passione per tutto il bello che la vita ci regala. L’arte, il teatro, la musica, il cibo, la poesia. La bellezza è una qualità che diventa sensibile alla prima impressione, l’anima l’apprende e riconosciutala, l’accoglie e in un certo modo le si accorda. 43 anni studi classici, amante dell’arte figurativa in modo particolare, desiderosa di apprendere e curiosa di ogni forma di cultura, osservatrice attenta dell’arte culinaria fa suo il motto di George Bernard Shaw “non c’è amore più sincero di quello per il cibo”