Auto elettrica: Motus-E con le scuole per formare i lavoratori (nuovi e non)

Si intensifica la collaborazione di Motus-E con la Rete di Scuole per formare i lavoratori dell’auto elettrica (nuovi e non): così i nuovi laboratori di Istituti tecnici e ITS potranno formare gli studenti e aggiornare chi è già nel settore della mobilità sostenibile

Competenze e formazione saranno essenziali per cogliere anche in Italia le opportunità industriali della mobilità elettrica. Per questo Motus-E ha deciso di intensificare la collaborazione con la Rete di Scuole per la mobilità sostenibile, iniziativa che mira a rafforzare l’offerta formativa di Istituti tecnici, professionali, ITS e non solo, per fornire una preparazione adatta a sfruttare pienamente il nuovo potenziale occupazionale della e-mobility.

L’annuncio arriva dalla Fiera Didacta Italia, in corso a Firenze, dove Motus-E e la Rete hanno illustrato una serie di progetti congiunti per mettere la scuola al centro del cruciale processo di formazione che accompagnerà la trasformazione dell’ecosistema automotive. Uno sviluppo di nuove competenze che avrà come protagonisti gli studenti e chi lavora già nel settore ma è chiamato ad aggiornarsi.

Formare persone preparate e competenti sulla transizione

Indipendentemente dalla decisione sul 2035, l’industria ha già fatto la sua scelta puntando sull’auto elettrica”, osserva il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, “per questo come Paese dobbiamo farci trovare pronti, superando gli scontri ideologici e mettendo al centro il tema della formazione e di una riconversione industriale indispensabile per restare competitivi. È dimostrato che uno dei fattori chiave per un Paese è la capacità di formare persone preparate e competenti sulla transizione. Perché nei prossimi anni l’Italia sia competitiva, bisogna partire subito e preparare studenti e lavoratori ai cambiamenti che ci troviamo ad affrontare”. 

A fare da trait d’union del piano una più stretta cooperazione tra industria e scuola, con l’obiettivo di garantire una preparazione sempre più mirata, utile a entrare nel mondo del lavoro e al cosiddetto reskilling di chi un impiego lo ha già. Ed è qui che le scuole secondarie superiori e gli ITS possono recitare un ruolo essenziale, come dimostrano alcuni dei progetti raccontati a Didacta, che hanno visto tra l’altro l’utilizzo dei fondi PNRR Scuola 4.0 per realizzare laboratori funzionali a migliorare la didattica la mattina e ad aggiornare le competenze dei lavoratori il pomeriggio. Un prossimo passo potrebbe essere la creazione di un percorso didattico nazionale ufficiale e sempre più esteso.

Auto elettrica: Motus-E con le scuole per formare i lavoratori (nuovi e non)

La rete di scuole

La Rete di Scuole per la mobilità sostenibile conta già quasi 50 istituti in 16 Regioni. 

È una sfida indispensabile per mantenere la scuola al passo coi tempi e per rafforzare i legami con un settore in grande espansione”, spiega Paolo Cortese, dirigente scolastico IIS Vallauri di Fossano e presidente della Rete di Scuole per la mobilità sostenibile. “Il prossimo anno sperimenteremo anche un ‘laboratorio digitale’ allargato a tutti gli istituti del corso nazionale per ‘Tecnico della progettazione gestione e manutenzione dei sistemi di mobilità sostenibile’, con attività in realtà aumentata e realtà virtuale. Accanto a queste esperienze, però, è indispensabile che gli studenti si esercitino in laboratori sempre più evoluti, per questo auspichiamo una disponibilità continuativa di fondi, PNRR e non, volti al potenziamento dell’offerta didattica delle scuole”.

Troppo spesso, infatti, finestre temporali ristrette e vischiosità burocratiche rendono impossibile per le scuole accedere a risorse che pure sarebbero nella loro disponibilità, frenando il processo di evoluzione di quello che deve essere un pilastro del futuro del Paese.