Biagio Izzo al #parcodoralive 2019

L’attore comico strega la platea con un divertentissimo monologo sulla vita quotidiana di un uomo napoletano…o meglio di un qualsiasi italiano.

Lo show di Biagio Izzo al Parco Dora si può riassumere cosi:

A Napoli ognuno vive in una inebriata dimenticanza di sé. Accade lo stesso anche per me. Mi riconosco appena e mi sembra di essere del tutto un altro uomo. Ieri pensavo: “O eri folle prima, o lo sei adesso”.
(Johann Wolfgang Goethe)

In un’epoca di cambiamenti climatici sempre più frequenti, venerdì 12 luglio in via Livorno a Torino, si è verificato un incredibile fenomeno meteorologico: per 90 minuti tutti gli spettatori del #parcodoralive hanno potuto respirare la brezza del golfo di Napoli. Questa ventata di aria fresca è stata provocata dalla comicità travolgente di un grandissimo artista partenopeo: Biagio Izzo.

Conoscevo già molti monologhi di Biagio, ma non avrei mai immaginato potesse essere così travolgente dal vivo. Ha ipnotizzato l’intera platea fin dai primi istanti coinvolgendo attivamente tutti i presenti,nessuno escluso.

Ci ha pensato lui stesso a chiarire subito le cose appena raggiunto il centro del palcoscenico:

“se non venivate voi stasera,io che c… venivo a fare. VOI siete lo spettacolo”.

Prima dello performance io e Biagio abbiamo fatto una piacevolissima chiacchierata e dalla prima domanda ho subito percepito la relazione speciale che ha con il suo pubblico; devo dire che è veramente affascinante osservarlo mentre trae energia e nutrimento dalle risate e dagli applausi, come se utilizzasse un immaginario cordone ombelicale.

L’INTERVISTA

“Biagio parlando di 3 linguaggi come il cinema,il teatro e la tv, completamente diversi uno dall’altro, in quale riesci ad identificarti meglio,a quale ti senti di appartenere maggiormente?”

“Lo sanno anche  i cinesi (ride), è una domanda retorica la tua :il teatro è il mio mestiere, l’ho sempre detto. Mi diverto anche a fare cinema e anche se mi piace non mi reputo un artista da tv.

Io non sono un battutista, non riesco ad entrare in scena e fare 10 battute in 5 minuti. Anzi devo dire che apprezzo e stimo molto chi riesce a farlo.

Io sono un attore comico e anche quando faccio cabaret devo costruire delle situazioni.

Devo costruire delle situazioni dove la gente si rivede e si riconosce, quindi ho dei tempi più lunghi che in tv è difficile avere.

Poi anche se non mi sento proprio a mio agio, ho trovato ugualmente il modo di riuscire a fare televisione perché è risaputo: il napoletano è furbo e si infila dappertutto (ride). Tornando al discorso di prima, se devo differenziare le discipline, il teatro è quella che più mi appartiene. Il teatro continua ad essere un’emozione unica per me.”

“Parlando di teatro, una cosa che sai fare molto bene sono i monologhi.”

“Nei monologhi si recitano delle situazioni, molti colleghi mi dicono: “Biagio io ho fatto il tuo pezzo del Natale ma la gente non rideva”. Non è quello che dici, ma è come lo fai! Io sono un attore che grazie a Dio non rischia di essere copiato dagli altri. Sai a volte, tra colleghi, può capitare che uno possa copiare da un altro, invece nel mio caso, se mi copiano non fanno ridere. Differenziarsi è una fortuna e io ho trovato il mio modo personale di fare cabaret.”

“A proposito dei tuoi monologhi, io ho avuto la fortuna di sposarmi a settembre e ovviamente il mio monologo preferito è…”

“Il filmino di nozze! (ride) Non lo fare! Non lo fare! Già vi vedo tra 20 anni che vi riguardate il vostro filmino di nozze.”

“Hai scoperto il mio monologo preferito adesso voglio sapere qual è il tuo.”

“Forse anche il mio è uguale al tuo. Tutto nacque da una mia cugina che venne a casa a farmi vedere una serie di fotografie bruciacchiate, dallo stile post moderno come si usava in quegli anni, dove non si vedeva e capiva nulla. Eri obbligato a guardarle tutte e dire “che bella questa, che bella quest’altra”, insomma un esaurimento. Adoro anche il monologo sul Natale e un altro che faccio sempre: il figlio maschio. Ogni volta che recito il monologo del figlio maschio la gente ride e si diverte.”

“Analizzando epoche diverse tra loro e citando artisti come Totò, Eduardo De Filippo, Enzo Decaro, Massimo Troisi, Lello Arena, Carlo Buccirosso, Vincenzo Salemme, Biagio Izzo, Alessandro Siani e i giovanissimi The Jackal, come fa Napoli e tutta la Campania a partorire tutti questi talenti incredibili della comicità italiana?”

“Se lo sapessi te lo direi subito. Tutti dicono il vulcano o l’aria che si respira. Io partirei da un concetto: il napoletano è famoso nel mondo per l’arte di arrangiarsi, ma da dove arriva questa arte? Noi siamio stati dominati da molteplici civiltà ma ci siamo sempre adattati con chiunque, questo ci ha arricchito enormemente e ci fatto diventare molto furbi. Abbiamo sviluppato una tecnica di sopravvivenza in modo con la quale riusciamo a districarci in qualsiasi situaizone. Questo dono ce lo siamo tramandato di generazione in generazione. Poeti e autori hanno raccontato semplicemente quello che vedevano con i loro occhi.

STANDING OVATION PER BIAGIO IZZO

Ecco perché, una volta terminato lo spettacolo, il pubblico piemontese ha giustamente ringraziato Biagio Izzo con una lunga standing ovation. Siamo noi i protagonisti delle vicende narrate dal comico napoletano,nessuno escluso. Tutto quello che ha raccontato lo abbiamo già vissuto in prima persona. Chiunque si è ritrovato almeno una volta a dover partecipare ad un funerale, con l’imbarazzo che pervade la nostra mente nel fare le condoglianze. Ovviamente è più facile che a Napoli si sviluppi una situazione paradossale con annessa atmosfera tragicomica, ma questa è la magia del sud.

Quante volte abbiamo scelto mete per i nostri viaggi solo a seguito di consigli improbabili di amici che ostentano la loro passione, credendosi discendenti diretti di Marco Polo?

Quante coppie hanno vissuto una relazione rocambolesca tra la suocera e la nuora o sono a conoscenza di una rapporto maniacale tra la mamma e l’unico figlio maschio?

Non ci sono differenze tra nord e sud quando parliamo di tematiche come queste.

A pensarci bene non ci sono differenze tra nord e sud sotto moltissimi aspetti.

Quando siamo tra amici e riuniti alla stessa tavola, siamo semplicemente uomini e donne italiane che hanno voglia di condividere esperienze.

Siamo solo in cerca di un sorriso o una pacca sulla spalla che possa darci l’energia necessaria per vivere al meglio la nostra vita.

Certo che a sentire le parole di Biagio, forse sarebbe il caso di modificare un famosissimo modo di dire nostrano: trasformerei “auguri e figli maschi” in “auguri e figli maschi, ma attenzione alla madre”.

Zetatielle vi consiglia di seguire il calendario del Parco Dora live!

Foto di Alfonso Milano . Foto copertina da www.puglia.com

Alfonso Milano
Alfonso Milano
Dice di se: Il nostro primo innamoramento sconvolgerà definitivamente la nostra esistenza. Questo impulso inarrestabile in grado di coinvolgere tutte queste emozioni e sentimenti, credo meriti una maggiore considerazione da parte nostra. Io ricordo perfettamente la prima volta che mi sono innamorato: avevo quindici anni ed ero seduto su una poltrona del teatro Leonardo di via Ampère a Milano. Quella sera i miei sensi sono stati testimoni della loro rinascita, come se fossero stati solo parzialmente utilizzati fino a quel momento. La vista era inebriata da quelle magnifiche scenografie, l'udito rapito dalla voce di Puck, il tatto accarezzava il legno della poltrona, il gusto assaporava la paura scatenata dalle parole di Oberon, l'olfatto percepiva l'odore del sudore degli attori. "Sogno di una notte di mezza estate" non aveva semplicemente suscitato in me la mia prima catarsi, bensì un sentimento più nobile, era amore puro. Da allora non ho più abbandonato il teatro e anche adesso che ho 34 anni, le sensazioni che provo ogni volta che il sipario si apre dinanzi ai miei occhi sono le medesime. Adoro interrogarmi continuamente durante una rappresentazione teatrale o cinematografica: cerco di carpire il percorso che hanno svolto gli attori e il regista con lo studio del personaggio, mi nutro di dettagli in modo da poter recepire ancor meglio il messaggio dell'opera. Perché diciamolo a gran voce: "il primo amore non si scorda mai!". Spero solo non sia gelosa mia moglie.