C’era una volta Sanremo: questa settimana #1968 e #1971

Per la rubrica C’era una volta Sanremo, voi ci dite il vostro anno di nascita e noi vi raccontiamo il vostro Sanremo. Questa settimana parliamo dell’anno in cui sono nate Lina ed Emanuela, due nostre simpatiche e fedeli lettrici. Via dunque al Festival della canzone italiana #Sanremo68 e #Sanremo71!

Siamo partiti da un quarto di secolo fa per raccontarvi i Sanremo dei nostri-vostri anni di nascita e ora continuiamo con altri due anni, vicini tra loro ma più lontani dal presente. E allora partiamo con C’era una volta Sanremo ricordando la diciottesima edizione, #Sanremo1968, e la ventunesima, #Sanremo1971.

Nonostante la distanza temporale, i legami col presente non mancano mai. Partendo da pochi anni fa, il 2018 è stato il primo anno dell’era Baglioni che, per il cinquantesimo anniversario dall’anno rivoluzionario per eccellenza, aveva riempito lo spot pubblicitario di fiori e colori e aveva deciso di mettere la “musica al centro”. Un obiettivo non solo raggiunto a Sanremo, ma anche nel suo stesso tour, quando all’Arena di Verona a settembre dello stesso anno aveva spostato il palco al centro dell’anfiteatro.

Chi ha seguito l’edizione 2020 penserà che la stessa missione non è stata in realtà portata a compimento da Amadeus: quest’anno, infatti, si è raggiunto il record di share, ma anche di minuti di trasmissione (e per alcuni probabilmente di noia). Detto ciò, cominciamo con il vostro C’era una volta Sanremo.

#Sanremo68

Innanzitutto c’è da ricordare che in quegli anni, il Festival si svolgeva nel Salone delle Feste del Casinò della città di Sanremo.

I nati nel ’68 sicuramente non vantano esperienze rivoluzionarie, perché all’epoca erano troppo piccoli per intendere e volere, ma ne hanno sentito parlare nei loro cinquant’anni di vita e l’hanno in parte rivissuto con un Achille Lauro salito sul palco per sdoganare pregiudizi e preconcetti sulla mascolinità tossica e le differenze di genere: quello che i sessantottini già provavano a dire mezzo secolo fa ma che, a quanto pare, è ancora necessario proclamare a gran voce.

E il rapper-trapper-artista-sui-generis non è l’unico link con quell’edizione. Perché ben più forte è quella che riguarda proprio la canzone vincitrice di quell’anno, nientepopodimeno che “Canzone per te” di Sergio Endrigo. Vi dice qualcosa?

Più famoso del duo Lauro-Doms c’è sicuramente quello Morgan-Bugo il cui dissidio è arrivato proprio dopo la serata delle cover di giovedì 6 febbraio in cui hanno malamente riproposto la canzone di Endrigo, fortemente voluta da Morgan, che ha accusato l’ex amico di averla rovinata. Il sacrilegio musicale ha, quindi, portato alla “meritata” punizione: rovinare il giorno dopo un’altra canzone, quella di Bugo portata in gara a Sanremo. Venerdì 7 febbraio i due (ma Bugo a tentoni) si presentano sul palco dell’Ariston e Morgan inizia a cambiare la prima strofa. Bugo straccia il foglio e se ne va. Da lì inizia il declino, si pensa. E invece arriva la fama, più social che musicale.

C'era una volta Sanremo Canzone italiana, nella foto il casinò di Sanremo

Le nuove proposte del ’68

Nell’edizione del ’68, condotta (strano) da Pippo Baudo, esordivano Al Bano (tornato poi in gara anche nel ’71), Fausto Leali e Massimo Ranieri: il primo è tornato a Sanremo 2020 per ricongiungersi a Romina Power nell’inedito scritto da Cristiano Malgioglio “Raccogli l’attimo”, il secondo ha duettato con Michele Zarrillo in “Deborah” e il terzo con Tiziano Ferro in “Perdere l’amore”.

Insomma: la mania dei duetti in amicizia o in amore, dei dissidi e dei ricongiungimenti sul palco dell’Ariston non è mai finita. Chissà che non sia di buon auspicio anche per Bugo e Morgan/Morgan e Bugo.

Podio e curiosità

Tornando al podio di quell’anno, Don Backy (aka Aldo Caponi) si aggiudicò il secondo e il terzo posto come autore, portando a Sanremo Casa bianca, cantata da Marisa Sannia ed Ornella Vanoni, e Canzone, cantata da Adriano Celentano e Milva.

Canzone a c'era una volta Sanremo, nella foto in bianco e nero un primo piano di luis armstrong sorridente e con la tromba in mano
Foto da radiomontecarlo.net

Piccola curiosità. Quell’anno, tra gli ospiti c’era Luis Armstrong. La sua esibizione fu interrotta perchè il trombettista credeva di potersi esibire per un’oretta e invece fu costretto a smettere di suonare per ovvie ragioni di tempo.

#Sanremo71

Tre anni dopo, nel 1971, il Festival lo vince “Il cuore è uno zingaro” di Nada e Nicola Di Bari. Il tema dei duetti tiene ancora banco: quella è stata l’ultima edizione in cui i brani in gara venivano presentati da una coppia di interpreti. La doppia interpretazione sarebbe, poi, tornata nei Festival del 1990 e 1991 con cover di ospiti stranieri fuori concorso, abbinati ai cantanti italiani in gara.

E parlando di cover, vent’anni dopo, nel 2011, la serata a loro dedicata inizia a essere riconosciuta da un premio alla miglior interpretazione. Termina nel 2017 quando l’intera serata viene messa in pausa dall’era Baglioni, salvo poi tornare proprio quest’anno con Amadeus che riprende la tradizione messa in stand by dopo Carlo Conti, amico e collega radiofonico. Non è un caso, forse.

L’ultimo link con il 2020 riguarda i secondi classificati del Sanremo 1971, i Ricchi e Poveri che erano in gara insieme alla star internazionale José Feliciano con “Che sarà”. Dieci anni dopo, nel 1981, Marina Occhiena avrebbe abbandonato il gruppo per dissapori interni. La reunion è stata proprio uno dei momenti clou della settantesima edizione: dopo Albano e Romina, un’altra conferma di come il palco dell’Ariston sia in grado di portare pace e unione anche in conflitti decennali. E di nuovo: sarà così anche per Bugo e Morgan?

C'era una volta Sanremo nella foto in bianco e nero i quattro ricchi e poveri
Foto da Adkronos

Podio e curiosità

Infine, il terzo posto andò ad un giovane bolognese che fu la vera rivelazione di quell’edizione. In coppia con l’Equipe 84, la sua canzone fu censurata nel titolo e modificata leggermente nel testo, ma nonostante ciò è diventata uno dei brani simbolo della canzone italiana. Quel giovane era Lucio Dalla e il brano era Gesù Bambino, meglio conosciuta come 4 Marzo 1943.

La curiosità riguarda Adriano Celentano. Presentò il brano Sotto le lenzuola, cantando a cappella. Mai successo a Sanremo e del resto, in nessuna gara canora. Succederà ancora solo ventiquattro anni dopo con i Neri per Caso e il brano Le ragazze.

Ora tocca a voi dirci in quale anno siete nati e noi ve lo racconteremo in C’era una volta Sanremo

Giulia Di Leo
Giulia Di Leo
Laureata in Lettere moderne, ha frequentato la scuola di giornalismo all’Università Cattolica di Milano e oggi scrive per La Stampa e Zetatielle. Dice di sé: “ Sono una ragazza di provincia nata col sogno di scrivere, amo la mia città, Casale Monferrato, che mi ha insegnato a vivere di semplicità e bellezza, portandomi, poi, ad apprezzare la metropoli milanese che nella maturità mi ha conquistata. Non riesco a vivere senza musica: nata nel ’95, ho vissuto di riflesso gli anni delle musicassette degli 883. Mi nutro di cantautorato, pop, indie e trap per aprirmi al vecchio e al nuovo. Senza mai averne capito il perché, il giornalismo è sempre stato il sogno della vita, amo scrivere e la mia attitudine è raccontare e raccontarmi, con stile razionale e schietto. Il mio più grande desiderio è fare della mia passione un lavoro, avvicinandomi a tutti i mondi che fanno parte di me”.