10 gennaio 2016-2021: a cinque anni dalla sua scomparsa, cosa resta di David Bowie? La leggenda, il mito, l’uomo.
La leggenda narra che sia venuto da lontano e in giro si diceva che fosse immortale. Il dubbio che venisse davvero da un altro pianeta era una convinzione ormai. Perchè di geni così non ce ne sono stati molti sulla terra. Sono arrivati tutti sul nostro pianeta più o meno una settantina di anni fa e piano piano, uno per uno, se ne stanno andando via tutti.
Forse sono tutti semplicemente tornati a casa, forse la loro missione da noi era terminata o forse qualcuno ha solo deciso che erano sprecati per noi sciocchi immortali. Si esprimevano attraverso un’arte magica chiamata musica e hanno lasciato messaggi indelebili.
Alcuni più chiari, altri che dobbiamo ancora imparare a decifrare.
Sta di fatto che negli ultimi cinque, sette anni, se n’è andata via una moltitudine di personaggi che noi chiamiamo artisti e hanno lasciato un vuoto che non si più riempito.


Loving the Alien
Erano speciali e sono riusciti attraverso la musica a crescerci, a farci evolvere e, in alcuni casi, hanno anche salvato il mondo, cambiando dinamiche politiche globali.
Non sto vaneggiando, ne esagerando. Basta pensare al grido di “feed the world” o “free Nelson Mandela”. Live Aid o Nelson Mandela’s day, poco importa: centro di trasmissione universale scelto, il Wembley Stadium.
Pifferai magici di professione, erano fatti così: si incontravano, pianificavano, riunivano un pò di gente, circa 600 milioni di persone tra presenti in loco e diretta tv, e alzavano i bit.
Facile no?
Ma quello che ha fatto di loro degli dei scesi in terra è la loro musica, i loro pensieri espressi in versi e il loro carisma.
Una musica che ammaliava, impossibile non seguirla, non far penetrare nel sangue e combinare le note e incastrarle perfettamente con i filamenti del nostro DNA. Vibrazioni magiche. Questione di frequenze armoniose compatibili al 100% con il nostro sistema empatico.
Forze magiche che arrivano direttamente dall’Universo. Come non amarli.
Ziggy like Lazarus
Uno di loro aveva un occhio chiaro e uno scuro, ecclettico personaggio, ambiguo e misterioso. Lo chiamavano il Duca Bianco ma lui era Ziggy, sotto mentite spoglie, e si faceva chiamare David. Tra i miei ricordi più cari, quando lo vidi la prima volta da vicino in un tour dove i ragni venivano da Marte e lui scendeva dal cielo vestito di luce gialla. E’ lì che ho avuto la certezza che non fosse di questo pianeta.
Davvero pensate che sia necessario fare un replay di una carriera o di un trascorso di vita per ricordarlo oggi, a cinque anni dalla sua dipartita? Lazarus è solo tornato a casa e ci aveva pure avvisato, ma noi stupidi mortali non avevamo capito.
Quel che ci resta e provare a capire che ognuno di noi può essere speciale.
…Heros. Just for one day.