Codacons: Società con sede all’estero stanno inviando richieste di pagamenti per debiti inesistenti attraverso lo strumento del Decreto Ingiuntivo Europeo
Il Giudice di Pace di Como, con la sentenza n. 1592/2023, ha condannato una banca con sede legale in Lussemburgo a risarcire una consumatrice di Como riconoscendo la totale infondatezza della pretesa economica avanzata dall’istituto di credito.
Lo rende noto il Codacons, che ha difeso l’utente in giudizio e che lancia oggi l’allarme in merito al “decreto ingiuntivo europeo”.
Cos’è il decreto ingiuntivo europeo
Il regolamento (CE) n. 1896/2006 del Consiglio del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, che istituisce un procedimento europeo d’ingiunzione di pagamento, consente ai creditori di recuperare crediti civili e commerciali non contestati mediante una procedura uniforme che si avvale di moduli standard.
Il regolamento si applica a tutti gli Stati membri dell’Unione europea ad eccezione della Danimarca.
L’ingiunzione di pagamento europea è rilasciata dai giudici, eccetto in Ungheria, ove rientra fra le competenze dei notai (notai di diritto civile).
Il procedimento non richiede la presenza dinanzi al giudice. Il richiedente deve unicamente presentare la domanda, il procedimento successivamente segue un iter proprio. Non sono necessarie ulteriori formalità né interventi da parte del richiedente.
Il procedimento europeo di ingiunzione di pagamento è istituito per il recupero di crediti pecuniari di uno specifico importo esigibili alla data in cui si propone la domanda di ingiunzione di pagamento europea.
Nasce per semplificare, accelerare e ridurre i costi dei procedimenti per le controversie transfrontaliere in materia di crediti pecuniari non contestati, istituendo un procedimento europeo d’ingiunzione di pagamento. Inoltre ha l’obiettivo di assicurare la libera circolazione in tutti gli Stati membri dell’ingiunzione di pagamento europea definendo norme minime il cui rispetto rende superflui, nello Stato membro di esecuzione, procedimenti intermedi per il riconoscimento e l’esecuzione.
(fonte Europea Justice, sito ufficiale dell’Unione Europea)
In Italia arrivano notifiche di decreto ingiuntivo europeo ma il debito non esiste
Sono diverse le segnalazioni di consumatori che negli ultimi mesi si sono visti notificare un decreto ingiuntivo europeo, con richieste di pagamento da parte di società con sede legale all’estero, realizzate con la presentazione del modulo di ingiunzione europea previsto dal Reg. CE 2421/2015 e Reg. CE 1896/2006 – spiega il Codacons – Tale procedimento, previsto dal legislatore europeo per facilitare e velocizzare il recupero di crediti transfrontalieri, è diventato uno strumento pericoloso in mano a società estere le quali, emettendo fatture e compilando il modulo di ingiunzione europea, possono richiedere l’emissione di un decreto ingiuntivo in uno Stato estero per il pagamento di debiti inesistenti, costringendo i consumatori a rivolgersi ad un avvocato per difendere i propri diritti, con ulteriore aggravio di spese.
Ed infatti il Giudice di pace di Como, avv. Salvatore Falcone, nell’accogliere le istanze del Codacons ha ritenuto che “l’opposta assume di vantare un credito senza, tuttavia, fornirne prova. Tale modus operandi, caratterizzato da una certa disinvoltura e leggerezza da parte dell’opposta nella gestione del presente giudizio, induce a ritenere fondata l’opposizione. Nella fattispecie, all’esito della brevissima istruttoria consistita nell’esame dei documenti in causa, ritiene il decidente che l’opposta non abbia assolto all’onere probatorio posto a suo carico, provando gli elementi costitutivi del credito azionato”.
La denuncia di Codacons
“Il procedimento di ingiunzione europeo merita una profonda revisione nella sua struttura – commenta il presidente Codacons Lombardia, Marco Maria Donzelli – è inammissibile che una società estera possa richiedere l’emissione di decreti ingiuntivi in uno Stato straniero tramite la semplice presentazione di un modulo nel quale, oltretutto, non è richiesta alcuna argomentazione della pretesa vantata. Ciò costringe ingiustamente i cittadini a rivolgersi ad un legale per presentare opposizione a questi decreti, con ulteriore aggravio di spese. Occorre rivedere tempestivamente la procedura affinché questo utile strumento non diventi sempre più un arma in mano alle società estere contro i consumatori. Per questo presenteremo un esposto al Ministero della Giustizia per denunciare questa prassi e chiedere un tavolo di confronto per una profonda revisione di questo istituto” – conclude Donzelli.
Tutti i cittadini che abbiano ricevuto un’ingiunzione di pagamento europea possono ottenere info e assistenza scrivendo a Codacons Lombardia (clicca qui)