Molti ragazzi non stanno più frequentando la scuola, certo non è una novità, c’è la didattica a distanza, la cosiddetta DAD. Ma in realtà ci sono ragazzi che non “frequentano” nemmeno la DAD, perché non possono, non hanno i mezzi, non sono seguiti. E la malavita, in questi casi, arruola di più e ancora meglio. Specialmente al Sud Italia. Arruola dando un diploma veloce e sicuro per la vita sbagliata.
È tutto un sistema che va rotoli, che crolla. I centri di aggregazione sono ovviamente chiusi e i ragazzi vanno in strada, per “togliersi da casa”, perché tanto non possono fare altro, perché il PC in “cameretta” non esiste o magari è vecchio e non funziona più. Oppure la connessione Internet non c’è perché i soldi per pagarla sono serviti per mangiare. La dispersione è cresciuta soprattutto nella fascia tra i 13 e i 16 anni. Sono aumentati invece i circuiti di microcriminalità, i “lavoretti” per la mafia. O malavita che dir si voglia.
Didattica a distanza: stiamo perdendo i ragazzi
Queste le parole di un operatore del carcere minorile Malaspina di Palermo, rilasciate in un inchiesta per l’Espresso. “Molti ragazzi non stanno più frequentando la scuola, anche tra i mille segnalati dall’autorità giudiziaria e che cerchiamo di seguire. […] Stiamo perdendo questi ragazzi dai nostri radar. Molti ragazzi rischiano così di entrare in circuiti ben più gravi legati alla mafia: si inizia facendo la vedetta per 100 euro, poi c’è il passaggio a corriere con 200 euro, e poi diventi anche spacciatore a tutti gli effetti”.
Gli fa da controcanto a Napoli, sempre nella stessa inchiesta, un maestro : “I ragazzi sono esausti, in casa da mesi, reclusi con i genitori che hanno perso il lavoro in nero, che sono nervosi, che predicano. Diventano dipendenti da tutto mentre stavano cercando di diventare indipendenti. Un terzo dei ragazzi qui non prosegue gli studi né cerca lavoro. Stiamo immettendo nella società una massa enorme di gente che non farà nulla, che una volta consumati i soldi di “mammà e papà” cercherà di sfangarla con gli espedienti, qualche rapina, qualche spaccio, un po’ di criminalità”.
Lo studio di Save the children
Si stima, secondo uno studio di Save the children, che nel mondo siano stati persi 112 miliardi di giorni dedicati all’istruzione. I bambini più poveri quelli maggiormente colpiti. In Italia, un sondaggio condotto da ISPOS per conto di Save the Children, ha visto protagonista un campione di più di due milioni e mezzo di studenti delle scuole superiori.
Il report di Ipsos dal titolo “I giovani ai tempi del coronavirus” mette in luce il rischio dispersione scolastica. Il 28% degli studenti intervistati dichiara che almeno un compagno di classe, a partire dal lockdown, avrebbe smesso di frequentare le lezioni. Altrettanto enormi le assenze.
Stanchi, incerti e disorientati
“Tra le cause principali delle assenze dalla Didattica a distanza – si legge nel rapporto – vi è la difficoltà delle connessioni e la fatica a concentrarsi nel seguire la didattica dietro uno schermo. Più di uno studente su tre si sente più impreparato di quando andava a scuola in presenza e il 35% quest’anno deve recuperare più materie dell’anno scorso.
Quasi quattro studenti su dieci dichiarano di avere avuto ripercussioni negative sulla capacità di studio . Gli adolescenti dicono di sentirsi stanchi, circa il 31%, incerti, il 17%, preoccupati, un altro 17%. I ragazzi manifestano anche il disagio di sentirsi irritabili per il 16%, ansiosi, un 15% e disorientati, 14%.
Un pesante fardello
Ma si sentono anche nervosi, circa il 14%, apatici e scoraggiati per il 13%. Sono, insomma, immersi in un calderone di sensazioni negative di cui il 59% ne parla prevalentemente con la famiglia o, il 38 % con gli amici. Per più di 1 ragazzo su 5 rimane un pesante fardello da tenersi dentro, senza condividerlo con nessuno.
Ci stupiamo che la malavita trovi terreno fertile per i suoi “lavoretti”?