“Un’ora di flebo e il Covid sparisce” (Dichiarazione del prof. Evelina Tacconelli, tratta da L’Avvenire.it)
Se quanto dichiarato dalla prof. Evelina Tacconelli nell’intervista al giornale L’avvenire.it è vero, e non abbiamo motivo di pensare il contrario, i farmaci anti Covid-19 ci sono e funzionano pure bene. Perchè allora questo stato di allarmismo, di restrizioni e clima da guerra? Perchè tante misure apocalittiche che limitano la libertà individuale?
Andiamo con ordine.
Farmaci anti Covid-19 e disposizioni ministeriali
Il vaccino non è l’unica arma per combattere il virus, esistono anche farmaci anti covid-19, che passano anche per gli anticorpi monoclonali. Lo dice la Commissione dell’Unione Europea, e lo dice da tempo. Nel maggio 2021 è stata adottata una strategia in merito agli strumenti terapeutici da adottare per contrastare la malattia, disponibili da ottobre 2021.
“La strategia dell’UE sugli strumenti terapeutici contro la COVID-19, adottata il 6 maggio 2021, mira a istituire un ampio portafoglio di strumenti terapeutici contro tale malattia, con l’obiettivo di disporre di tre nuovi strumenti terapeutici entro l’ottobre 2021, ed eventualmente di altri due entro la fine dell’anno” (fonte Commisione Europea).
Ma allora, qualche domanda sorge spontanea: Perchè in Italia esiste ancora uno stato d’emergenza così preoccupante? Perchè ancora restrizioni e lockdown mascherati? Perchè ancora tutto questo terrorismo mediatico? Ma soprattutto, perchè in Italia non adottiamo ancora in maniera capillare i farmaci anti Covid-19, e nello specifico gli anticorpi monoclonali, autorizzati dall’AIFA fin da febbraio 2021?
l’Aifa
L’informativa e le “istruzioni per l’uso” sono state comunicate dall’AIFA, contestualmente a tale data, e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, nel decreto del 12 luglio 2021. In realtà, l’uso dei monoclonali è stato autorizzato fin dal febbraio 2021, con un altro decreto legge, richiamato anche in quello del 12 luglio 2021 (versione integrale scaricabile al fondo dell’articolo).
Visto il decreto del Ministro della salute 6 febbraio 2021, recante «Autorizzazione alla temporanea distribuzione dei medicinali a base di anticorpi monoclonali per il trattamento di COVID-19» e, in particolare, l'art. 1, commi 1 e 2, laddove e' prevista l'autorizzazione alla distribuzione temporanea dell'anticorpo monoclonale bamlanivimab e dell'associazione di anticorpi monoclonali bamlanivimab-etesevimab, prodotti dall'azienda farmaceutica Eli Lilly, e dell'associazione di anticorpi monoclonali casirivimab-imdevimab dell'azienda farmaceutica Regeneron/Roche; Decreta: Art. 1 1. Ai sensi dell'art. 5, comma 2, del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, e' autorizzata, nelle more del perfezionamento delle procedure finalizzate all'autorizzazione all'immissione in commercio, la temporanea distribuzione dei medicinali per il trattamento di COVID-19 a base dell'anticorpo monoclonale sotrovimab dell'azienda GlaxoSmithKline, privo di una autorizzazione all'immissione in commercio nel territorio europeo e nazionale. 2. L'autorizzazione alla temporanea distribuzione dell'anticorpo monoclonale bamlanivimab e dell'associazione di anticorpi monoclonali bamlanivimab-etesevimab, prodotti dall'azienda farmaceutica Eli Lilly, e dell'associazione di anticorpi monoclonali casirivimab-imdevimab dell'azienda farmaceutica Regeneron/Roche, e' prorogata fino al 31 gennaio 2022.
L’applicazione dei monoclonali
Di sintesi o naturali che siano, comunque l’uso dei monoclonali non è ancora diffuso sul nostro territorio, in maniera capillare, perlomeno, non come succede a Verona.
Evelina Tacconelli,professore ordinario di Malattie infettive e direttore della clinica di Malattie infettive dell’azienda ospedaliera universitaria di Verona, ha rilasciato un’intervista alla collega Lucia Bellaspiga del giornale L’avvenire.it, nella quale dichiara:”
Proseguendo nella lettura dell’intervista, si apprende che a Verona i pazienti possono richiedere le cure con una telefonata ed evitare il ricovero. Citando testualmente la Tacconelli, “In una parola, guariti“.
Perchè il caso Verona non è una realtà nazionale?
Per ovvie ragioni deontologiche, non riportiamo l’intera intervista, ma vi invitiamo a leggere la versione integrale sul giornale L’Avvenire.it, cliccando qui
In buona sostanza, l’eccellente lavoro della collega Bellaspiga, ci porta a molteplici riflessioni e, inevitabilmente, a cercare il paragone con i Paesi esteri, dove il “clima” è notevolmente diverso rispetto all’Italia e l’uso dei monoclonali è molto più esteso e, soprattutto, il green pass non è utilizzato come in Italia e non è obbligatorio per andare a lavorare. Per amor di verità, la Francia sta pensando ad introdurre questa misura ma solo per il personale sanitario.
I farmaci anti Covid-19 sono gratuiti
Una nota importante è che tutti i farmaci anti Covid-19 autorizzati dall’AIFA sono stati messi a disposizione di tutte le regioni italiane e sono gratuiti. L’elenco completo è disponibile sul sito ufficiale AIFA e per ogni farmaco è disponibile la scheda, scaricabile in pdf. Eppure, stando a quanto dichiarato sull’Avvenire “Eppure in Italia in alcune regioni i monoclonali non sono stati utilizzati, addirittura sono stati trasferiti in altre regioni per evitare che scadessero“.
Non sono stati utilizzati? E perchè?
Trasfertiti, onde evitare che scadessero?
Porsi delle domande è lecito ma dare delle risposte, a questo punto, è obbligo.
Perchè abbiamo ancora una situazione di emergenza ospedaliera e sanitaria?
Perchè a Verona ci si può ammalare di Covid-19 senza andare in panico e invece in altre città c’è il caos e si deve ancora adottare il sistema “tachipirina e vigile attesa”? Nei prossimi giorni vi racconteremo il caso di una coppia di Nichelino (TO) e la loro odissea per curarsi dal Covid-19 in tempo di Capodanno. Ma questa è un’altra storia della Terra dei Cachi.
Approfondimenti
Cosa sono gli anticorpi monoclonali?
Sul sito della Commissione Europea leggiamo:”Gli anticorpi monoclonali sono proteine prodotte in laboratorio che imitano la capacità del sistema immunitario di combattere il coronavirus. Legandosi alla proteina spike, impediscono al virus di penetrare nelle cellule dell’organismo umano”.
Se ne fa un gran parlare fin dall’inizio della pandemia. Il prof. Giulio Tarro anticipò tutti con le sue dichiarazioni in merito. Gli anticorpi monoclonali, in realtà si possono produrre anche attraverso il plasma di un soggetto guarito da Covid-19. E’ un processo molto meno costoso, rispetto a quelli prodotti in laboratorio e, a detta del Prof. Tarro, non manca certo la materia prima, visto la percentuale di infetti.
Più di un anno fa avevamo raccolto anche alcune riflessioni del prof. Alessandro Meluzzi