Intervista al Prof. Giulio Tarro: L’epidemia? potevamo evitarla

Il covid e le sue false prospettive.

Coronavirus: cosa si poteva evitare? Si poteva gestire meglio la pandemia? Il lockdown, le cure, le prospettive future, il terrorismo psicologico, insomma, il coronavirus prima e dopo: intervista straordinaria con il professor Giulio Tarro, virologo, professore di Virologia Oncologica dell’Università di Napoli, primario emerito dell’Ospedale “D. Cotugno” di Napoli.

Tante le domande e poco il tempo, ma la disponibilità e la squisitezza del professor Tarro ci hanno dato la possibilità di avere già molte risposte.

Vi diamo solo un assaggio scritto delle domande e delle risposte, per non privarvi del gusto di vivere l’intervista così come l’abbiamo realizzata.

Giulio Tarro intervista - nella foto il professore con gli occhiali da vista sorride
Intervista al Prof. Giulio Tarro: L’epidemia? potevamo evitarla

Qualcosa che si poteva evitare

Prof. Giulio Tarro, eravamo destinati ad ammarlarci, era una predestinazione dell’essere umano o un errore?

Avevamo qualche esperienza precedente. Già all’inizio di questo millenio avevamo un’esperienza di questa sindrome respiratoria acuta. Noi abbiamo avuto sentore di questo… Già nel 2003 avevamo avuto un soggetto di Amalfi rientrato dalla Thailandia che aveva avuto una forte sindrome respiratoria e portato in fin di vita all’ospedale Cutugno(…)

E’ già da tempo che circola il virus, non soltanto in Cina ma anche in Italia e cito l’esempio dell’allenatore Maurizio Sarri che tornò a luglio dalla Cina con una polmonite anomala…il virus va retrodatato?

Lei ha detto una cosa molto saggia col senno di poi. In maniera retrodatata possiamo andare all’altezza dell’esame diagnostico del sangue del paziente che ci dimostra che c’erano già gli anticorpi addirittura prima del 31 dicembre. C’è stato un recente rilievo fatto dal professore Pasquale Bacco che è stato in grado di dimostrare che nel trimestre precedente e, ovviamente, nel trimestre successivo all’annuncio della Cina, su circa 8000 soggetti che lui ha studiato, c’è una media del 35% di pazienti che hanno sviluppato gli anticorpi…(…)

La circolare del 22 gennaio, l’OMS e numeri inadeguati

Io qui ho una circolare del Ministero della Salute dove si legge che tutto quello che è stato annunciato ad aprile dal decreto partorito dalle task force era già stato previsto il 22 gennaio 2020 e comprendeva già un protocollo e una modulistica. Se avessimo adottato queste misure scritte il 22 gennaio, avremmo potuto evitare? Lei ne sapeva qualcosa professore?

Quelli sono i giorni fondamentali (…) Soltanto alla terza settimana è arrivato l’annuncio di questo passaggio interumano comunicato all’OMS, la quale però ha preso tempo prima di dichiarare che fosse un’epidemia importante. Dopo tre settimane che noi in Italia ce n’eravamo già occupati abbastanza, ancora l’OMS non aveva preso provvedimenti (…)

I numeri che abbiamo avuto giustificano o hanno giustificato il lockdown?

Lasciamo stare il fatto che ci siamo trovati di fronte al taglio dei posti letto delle terapie intensive, lasciamo stare il fatto della circolare che lei ha citato, teniamo in considerazione che cosa è successo. L’affollamento in particolare dalla terza settimana di febbraio in poi, una malattia similinfluenzale che l’anno prima ha messo a letto 6 milioni di italiani e 10mila vittime nell’arco di sei mesi, ma ovviamente nessuno se ne è reso conto. Qui siamo di fronte in poche settimane alla corsa al posto letto…(…) Però il problema medico è un altro. Teniamo conto dei dati dell’Istituto Superiore della Sanità che nel moento peggiore hanno dichiarato che su 908 cartelle di vittime, loro hanno trovato 19 soggetti morti per coronavirus (…)

Naturalmente il discorso continua e apre diverse riflessioni.

Come sarebbe andata se ad occuparsi dell’emergenza fosse stato Giulio Tarro?

Come avrebbe gestito dall’inizio lei la situazione se fosse stato chiamato come consulente del governo?

Le do una primizia. Io già avevo avuto un contatto con la Presidenza del Consiglio e successivamente ho addirittura incontrato quello che si occupa della nostra intelligence e avevo già espresso fin da allora la prospettiva della sieroterapia. Io non solo ne ho parlato ma ne ho anche pubblicato!

Ed esaustivamente ci spiega l’efficacia dell’uso degli anticorpi e il siero dei soggetti guariti sui pazienti affetti.

Come mai la comunità scientifica non riesce a mettersi d’accordo?

Perchè ci sono i tuttologi…(…) e qui la disquisizione si fa davvero interessante, a proposito di v irologi superstar di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo (clicca qui)

Come gestirebbe lei la fase3? Ma soprattutto, cosa c’è che non ha mai detto, che non le hanno lasciato dire o che vorrebbe dire e che non ha mai detto?

Le risposte? Una previsione per il futuro. Ma non ve le anticipo e vi lascio alla visione di questa intervista.

Il coronavirus prima e dopo

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”