La terza serata del Festival di Sanremo 2024 dalle 21.19 alle 25.38 totalizza 60,1% di share con 10 milioni e mille spettatori.
Il picco di ascolti di 15 milioni 108 mila spettatori, è stato registrato alle 22.04 con Eros Ramazzotti.
Il picco di share alle 00.08 con il 67,9% quando Mahmood presenta Ghali.
Nonostante questi numeri, come già successo in precedenza, la serata è stata lenta, a tratti noiosa, piena di inutili riempitivi.
In ogni caso, sotto con Sanremo 2024 quarta serata, che sulla carta, tra cover e duetti, si presenta alquanto interessante.
Amadeus sarà affiancato da Lorella Cuccarini, tra gli ospiti, il cast della serie Mameli, mentre Arisa si esibirà in Piazza Colombo e Gigi D’Agostino (bentornato) farà ballare la nave Costa Smeralda e non solo.
Votazione: televoto 34%, sala stampa tv e web 33% e radio 33%.
L’artista primo classificato sarà dichiarato vincitore della Serata, e verrà annunciata la top 5 della serata, salvo ripensamenti, alias cambiamenti in corsa del regolamento da parte del Direttore Artistico.
La top 5
Prima di cominciare, rivediamo le top 5 delle tre serate appena trascorse.
Prima serata top 5 (sala stampa): 5 ° Mahmood, 4° Diodato, 3° Annalisa, 2° Angelina Mango, 1° Loredana Berté.
Seconda serata top 5 (televoto e radio): 5° Mahmood, 4° Loredana Bertè, 3° Annalisa, 2° Irama, 1° Geolier.
Terza serata top 5 (televoto e radio): 5° Mr Rain, 4° Il Tre, 3° Alessandra Amoroso, 2° Ghali, 1° Angelina Mango.
La super figlia d’arte è al momento in testa alla classifica virtuale, e anche Mahmood è ben piazzato, ma tutto è naturalmente ancora sub iudice.
Serata cover
Pensieri sparsi a latere, prima di cominciare: la “serata cover” intesa come tale, e intesa come ai tempi di Carlo Conti, non ha più nessun senso e nessun significato.
È diventata un’orgia di ospiti, tra cui molti esclusi, che così ottengono un contentino dal Direttore Artistico.
Poi perché nella serata cover l’artista deve interpretare una propria canzone? Tutta questa autoreferenzialità mi irrita un pochino tanto, parecchio, assai.
Personalmente trovo da sfigati portare una propria cover o, peggio, un proprio medley.
Se poi a farlo è un “cantante” con uno/due anni di “carriera ” alle spalle, e uno/ due singoli nella discografia, lo trovo semplicemente ridicolo.
Le canzoni
Sangiovanni con Aitana – Medley di “Farfalle” e “Mariposa” (spanish version di “Farfalle”)
Ho trovato urticante la canzone a suo tempo, risentirla in questo medley italo-spagnolo mi fa andare di traverso la pizza che ho appena mangiato. Indigesto.
Annalisa con La Rappresentante di Lista e coro Artemia – “Sweet dreams”
Né la mia quasi concittadina, né Veronica Lucchesi (irriconoscibile) hanno la celestialità vocale di Annie Lennox, ma non mi è dispiaciuta, complice l’arrangiamento studiato dal M° Daniel Bestonzo, mio ex concittadino. Piacevole.
Rose Villain con Gianna Nannini – Medley (“Scandalo”, “Meravigliosa creatura”, “Sei nell’anima”)
Una non è capace, l’altra non ce la fa più. #stendiamounvelopietoso
Gazzelle con Fulminacci – “Notte prima degli esami”
La versione originale riesce sempre a commuovermi, questa versione mi ha fatto solamente incazzare. Come due pseudo cantautori possono rovinare la colonna sonora della mia vita. Penosi.
The Kolors con Umberto Tozzi – (“Ti amo”, “Tu”, “Gloria”)
Semplicemente entusiasmante. Tre successi senza tempo, presentati con il dovuto rispetto. Bellissima “Gloria” in cassa dritta. Stash & Co si dimostrano artisti veri. Meritano il massimo: #rockmeamadeus
Alfa con Roberto Vecchioni – “Sogna ragazzo sogna”
Lo studente si è preparato per bene, ha studiato, e passa l’esame con il massimo dei voti, per la gioia del Professore. Ed è pure genoano! Promosso.


Le canzoni II
Bnkr44 con Pino D’Angiò – “Ma quale idea”
1980 la prima edizione. Versione usata per il playback lo scorso settembre a Arena Suzuki. Pino D’Angiò non ce la fa più, per evidenti problemi di salute, e ripete come un automa solo “Che idea”. Questi faranno la fine dei Colla Zio. Sconcertante.
Irama con Riccardo Cocciante – “Quando finisce un amore”
Ci sono voci e voci. Ci sono canzoni e canzoni. E ci sono voci per cantare certe canzoni. Se poi non sai in quale tonalità fare quelle canzoni per cui non hai la voce, allora son cazzi. sCocciante.
Fiorella Mannoia con Francesco Gabbani – (“Che sia benedetta” e “Occidentali’s karma”)
Un ritorno al 2017 e al Festival targato Carlo Conti. Mi aspettavo un vero duetto e mi hanno accontentato. Due grandi e viceversa.
Santi Francesi con Skin – “Hallelujah”
La performance che aspettavo con più curiosità e interesse. I ragazzi di Ivrea e the voice di Brixton fanno tremare i muri del Teatro Ariston. Momento altissimo di musica e di pathos. Standing ovation.
Menzione a parte per l’ospite Arisa: “La notte” in versione piano e voce è semplicemente da brividi.
Ricchi e Poveri con Paola & Chiara – (“Sarà perché ti amo” e “Mamma Maria”)
Momento di puro e assoluto divertimento. A quanto pare, la canzone preferita di Russell Crowe. Angeli.
Ghali con Ratchopper – Medley dal titolo “Italiano vero”
Inizia in arabo, si autocita per rispondere ai razzisti, e urla di essere un “italiano vero” cantando una delle canzoni più famose al mondo. Degno di Shed Kaleb. Alieno.


Le canzoni III
Clara con Ivana Spagna e Coro Voci Bianche – “Il cerchio della vita”
Sir Elton John ha scelto personalmente Ivana Spagna per interpretare la versione italiana di “The circle of life”. Se avesse ascoltato Clara, le cose sarebbero andate in modo diverso. Anonima.
Loredana Bertè con Venerus – “Ragazzo mio”
Cover di Luigi Tenco, contenuta nell’album “Savoir faire” del 1984, arrangiata da Ivano Fossati. Nonostante i problemi tecnici (count down che non parte), l’arrangiamento in stile Rolling Stones, la superba performance alla batteria di Cristiano Micalizzi e la grinta della leonessa di Bagnara Calabra, fanno crollare i muri del teatro Ariston. Superba.
Geolier con Guè, Gigi D’alessio, Luchè – Medley dl titolo “Strade”
Più che rap made in Napoli, pare Eminem (“Loose yourself“) che reppa in dialetto. Dal Missouri (USA) alla Campania (ITA) è un attimo, quasi un plagio. Mokadelic.
Bentornato Gigi Dag, ma io sono troppo vecchio per queste stronzate.
Angelina Mango con Quartetto d’archi Orchestra di Roma – “La rondine”
Mi ricorda suo padre quando cantava a cappella “La rosa dell’inverno”. Finalmente la vera Angelina, figlia di Pino e Laura. Non quella che canta quella cacata scritta da Madame. Oro.
Alessandra Amoroso con Boomdabash – Medley
Ritmo e contaminazioni mediterranee made in Salento. E’ già arrivata l’estate. Karaoke.
Dargen D’amico con BabelNova Orchestra – Omaggio a Ennio Morricone
Mi aspettavo chissà che cosa, alla fine è solo una autocelebrazione. Autocelebrazione di che, poi. E se penso che uno così è giudice a un talent, capisco perchè i talent stiano perdendo colpi. Tanto rumore e tanta attesa per nulla. Delusione, malgrado l’arrangiamento curato dal M° Enzo Campagnoli sia da Oscar.


Le canzoni IV
Mahmood con Tenores de Britti – “Com’è profondo il mare”
Apprezzo il coraggio, ma niente di più. Cantare, senza autotune, è una cosa seria. Tenorenis.
Mr. Rain con Gemelli Diversi – “Mary”
Per una serie di motivi questo testo mi tocca troppo da vicino per essere obiettivo nel giudizio. La amo e la detesto allo stesso tempo, e per lo stesso motivo. Tremendamente, bastardamente attuale. Il richiamo a “Supereroi” ci può stare, ma i protagonisti sono Thema e Strano. Uno 45 SL azzurro metallizzato (questa è per me e per chi so io).
Negramaro con Malika Ayane – “La canzone del sole”
Non ha la potenza di “Meraviglioso”, praticamente non decolla. Piagnucolosa.
Emma Marrone con Bresh – (“Imbranato”, “Non me lo so spiegare”, “Sere nere”)
Benissimo Emma che canta a cappella, salta fuori questo #machicazzè che fa tutto male, male da morire. Penoso (lui).
Il Volo con Stef Burns – “Who wants to live forever”
Saranno pure cresciuti, ma per me restano e resteranno tre bimbiminkia che giocano a fare i tenori (che non sono e non saranno mai). Ci pensano uno dei più grandi chitarristi, e uno dei più grandi batteristi al mondo, a raddrizzare la situazione. God save the Queen.
Diodato con Jack Savoretti – “Amore che vieni amore che vai”
Intro a sorpresa di Filippo Timi, da brividi. La poesia del sommo poeta genovese è urlata forse un po’ troppo, ma il gioco di voci non è così malaccio. Sufficiente.
La Sad con Donatella Rettore – “Lamette”
Imbarazzanti loro. Imbarazzante lei. Imbarazzante tutto. Da tagliarsi le vene. #stendiamounvelopietoso
Le canzoni V
Il Tre con Fabrizio Moro – Medley di Fabrizio Moro
Duetto made in Centocelle. Il “moro” è un grande, il “biondo” ha indubbiamente dei numeri. Roma caput mundi.
Bigmama con Gaia, Sissi, la Nina – “Lady Marmalade”
Vestite come se dovessero fare la lap-dance nel peggior strip club di Las Vegas. Labrutte (l’avete capita?)
Maninni con Ermal Meta – “Non mi avete fatto niente”
Brano vincitore del Festival 2018. Come passa il tempo. Ermal è invecchiato e manca la grinta e il carisma del “moro”. Pleonastica.
Fred De Palma con Eiffel 65 – Medley Eiffel 65
Un po’ di ritmo, che stavo rischiando di addormentarmi. Festivalbar.
Renga e Nek – Medley di Nek e Renga
A notte fonda la boy band adulta riesce ancora a dare qualche emozione. Due artisti veri, due professionisti seri, che sono fatti per essere amati. Unici.


La top 5
La chiamata dei Jalisse equivale a una monetina da 5 centesimi data a un mendicante. Minchiata colossale di Amadeus, un contentino, ma proprio “ino” al duo, anche se Alessandra canta ancora meglio adesso di tante altre “colleghe”. Umiliante.
Sanremo 2024 quarta serata top 5: 5° Alfa e Roberto Vecchioni; 4° Ghali; 3° Annalisa e La Rappresentante di lista; 2° Angelina Mango e 1° assoluto Geolier e soci.
Fischi al teatro Ariston e in sala stampa (probabilmente chi, tra i colleghi, li ha votati ora fischia se stesso).
Io ho la coscienza a posto.
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